Regione: chiesto al Governo lo stato di emergenza per gli incendi

È ufficiale la richiesta dello stato di calamità. La Giunta regionale, su proposta del presidente Nino Spirlì, ha deliberato la richiesta al Governo di dichiarazione dello stato di emergenza «in relazione agli eventi calamitosi derivanti dalla diffusione di incendi boschivi che stanno interessando il territorio della Calabria».Nella delibera si dà anche atto che «si procederà, con successivi atti, alla quantificazione dei danni derivanti dagli eventi, a seguito di apposita ricognizione che verrà effettuata presso i Comuni interessati».

L’EMERGENZA«Il territorio della Calabria – è scritto nel provvedimento – è stato diffusamente interessato, già a partire dal mese di giugno 2021, da un numero estremamente rilevante di incendi boschivi e di interfaccia che hanno provocato ingenti e gravi danni all’intero ecosistema regionale, ivi comprese le colture agricole, gli allevamenti, gli insediamenti civili, rurali ed industriali».«In particolare – è spiegato –, nelle ultime settimane di luglio e in quella di agosto, si è assistito a una drammatica recrudescenza dei fenomeni, che hanno messo in concreto e immediato pericolo sia il patrimonio boschivo – anche quello vetusto, oggetto di tutela dell’Unesco – che quello abitativo e produttivo, con il proliferare di incendi di interfaccia che hanno provocato ingenti danni alle cose nonché, circostanza ancor più grave, la perdita di vite umane».«Tuttora insiste, in tutta la regione – si legge nella delibera –, una situazione di criticità tale da aver indotto il presidente della Giunta, unitamente al direttore generale del dipartimento di Protezione civile a richiedere al presidente del Consiglio dei ministri, lo stato di mobilitazione nazionale».

IL RAPPORTO DI CALABRIA VERDE«Nei rapporti stilati dall’Azienda Calabria verde, delegata all’attuazione del Piano antincendio boschivo – è scritto ancora – continuano a pervenire, presso le sale operative di Calabria verde e della Protezione civile, numerose richieste di intervento e di soccorso, pure in funzione della tutela della vita umana in caso degli incendi di interfaccia. Appare necessario richiedere, al Governo, la dichiarazione dello stato di emergenza, tenuto conto, fra l’altro, dell’enorme dispiegamento di risorse umane e strumentali impiegate in campo, anche per effetto della presenza delle organizzazioni di volontariato provenienti da altre regioni in virtù della dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale».La Giunta ritiene dunque che sia «necessario ricorrere all’utilizzo di mezzi e poteri straordinari, cui all’art. 24 del D.lgs. 2 gennaio 2018, n. 1, anche al fine di evitare pericoli per la pubblica incolumità e favorire il più rapido ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni interessate e il ripristino delle strutture e infrastrutture danneggiate». (rcz)

La Regione ha deliberato stato di calamità naturale del settore apistico

La Giunta regionale, presieduta dal presidente f.f. Nino Spirlì, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e alle risorse agroalimentari, Gianluca Gallo, ha deliberato lo stato di calamità naturale del comparto, fortemente penalizzato dal punto di vista sia produttivo sia commerciale.

Nello specifico, con la delibera adottata, la Regione chiede al Mipaaf di «individuare e porre in essere ogni intervento utile per l’attivazione delle risorse previste dal fondo di solidarietà nazionale e di prevedere ulteriori misure straordinarie a supporto delle imprese agricole calabresi del settore dell’apicoltura che abbiano subito danneggiamenti da calamità naturali o eventi eccezionali, con l’intento di favorire la ripresa produttiva ed economica».

«Il settore apistico – ha spiegato Gallo – ha una centralità legata non solo ad aspetti economici, ma anche e soprattutto di difesa dell’ambiente e della biodiversità. Per questo si rendono necessarie azioni volte a lenire gli effetti deleteri derivanti dall’alternarsi, negli ultimi tre mesi, di ondate di caldo e di gelate improvvise, incidendo negativamente sulla quantità di nettare opportuna per favorire la deposizione delle colonie d’api e permetterne lo sviluppo in vista dei raccolti».

«Per questi motivi – ha concluso – la Regione ha deciso di scendere in campo a tutela del lavoro e della redditività degli apicoltori, che in questo periodo hanno dovuto ricorrere a continui e dispendiosi interventi artificiali, per nutrire e salvare parte degli allevamenti di api, così come segnalato anche dalle organizzazioni di categoria agricole». (rcz)