IL DOLORE PER CUTRO, UN ANNO DOPO
RIVEDERE LE POLITICHE D’IMMIGRAZIONE

di SANTO STRATI  –  È passato un anno da quella tragica alba di sangue e di dolore, a Steccato di Cutro, sulle costa crotonese. Un’alba che ha portato 94 vittime ufficiali e chissà quanti dispersi, vittime di un Mediterraneo inesorabile cimitero dei migranti. Ma non è il “Mare Nostrum” il responsabile di queste vittime, è la crudeltà dell’uomo, è la spietatezza di trafficanti di carne umana, che tratta i migranti come merce che se va a male si butta via.

È la follia del dio denaro che mette in moto vere e proprie organizzazioni criminali che vendono “passaggi” su carrette del mare a prezzi superiore di una prima classe in aereo. Un vergognoso traffico che va stroncato sulle coste di partenza, colpendo connivenze e criminali favoritismi che puzzano di corruzione e sarebberi facilmente individuabili. È una storia che si ripete continuamente in questo mare che rappresenta, in realtà, il volano di sviluppo di tutta la sua area costiera e, grazie alla centralità del Porto di Gioia Tauro, una formidabile opportunità di crescita per tutto il Paese.

Oggi, però, piangiamo quelle povere vittime, di cui rimangono a perenne ricordo le immagini di quelle croci improvvisate e realizzate con i legni dell’imbarcazione andata distrutta. Un simbolo e un monito a non dimenticare per tutto il Paese. Ma non per la Calabria che non dimentica: le lacrime di questa terra sono state e sono tutt’oggi autentiche. È come se si fosse perso un parente, un amico, un conoscente. Eppure restano senza volto molte di quelle 94 povere vittime e non si saprà mai quanti sono stati inghiottiti dalle acque.

La solidarietà, la fraternità, il fortissimo senso di accoglienza dei calabresi, qualora ce ne fosse mai stato bisogno, si è rivelato in quelle acque gelide, nella straordinaria opera di soccorso di forze dell’ordine e privati cittadini che si sono buttati, all’alba, nelle acque gelide per salvare quante più vite possibili. E, poi, a dare aiuto, assistenza, sincera solidarietà ai sopravvissuti, sostegni con ogni mezzo e iniziativa possibile. Piangiamo, a un anno di distanza quelle vittime e non riusciamo a tenere a bada una giustificata rabbia per quanto accaduto. Inutile utilizzare la retorica del “si potevano salvare”, oggi bisogna pensare a come fermare non gli sbarchi, ma le partenze. L’aiuto va dato nei luoghi di origine di chi scappa dalla fame o dalla guerra e appare crudelmente assurda la “deportazione” in Albania studiata dal Governo Meloni. Soldi buttati via, per deportare, secondo opinabili criteri selettivi, chi tenta di sbarcare nel nostro Paese.

Non è la soluzione e il Paese dovrebbe vergognarsi di questa scelta che punisce i migranti e lascia impuniti gli scafisti, ma soprattutto gli organizzatori di questo disperato quanto inaccettabile traffico di uomini, donne e bambini. È proprio errata la considerazione che viene data ai migranti: sono un problema per i più, ma in realtà sono risorse di cui il nostro Paese avrebbe estremo bisogno. Fuggono non solo disperati e affamati, ma anche tantissimi laureati, professionisti, medici che poi finiscono, nella migliore delle ipotesi, nei campi a raccogliere pomodori. È sbagliato non accorgersi del capitale umano che questi nostri fratelli, che tentano di fuggire da una vita impossibile, rappresentano.

Per un Paese, come il nostro, dove la denatalità cresce a ritmi vertiginosi (ma quanti oggi possono permettersi un secondo o un terzo figlio?) e dove i borghi diventano sempre più aree desolate e abbandonate. Mimmo Lucano tutto questo lo aveva capito subito e dai primi curdi accolti a Riace, la città dei Bronzi ma soprattutto la città dell’inclusione e dell’accoglienza, era riuscito a ripopolare un borgo fatto di vecchi e quasi senza bambini. Andate a guardare le immagini di Riace di alcuni anni fa, con quell’arcobaleno di etnie, quei bambini di ogni provenienza, che danno luce e colore a un borgo che stava morendo. Ma il “modello Riace” di integrazione e accoglienza è stato, ingiustamente, criminalizzato e fatto fallire. La formula, in fondo, era semplice: lavoro e accoglienza per favorire l’integrazione, e funzionava.

Eppure la storia dovrebbe insegnarci a guardare al passato per costruire il futuro: le lacrime di Cutro devono servire a far ripensare alla politica di immigrazione, guardando ai borghi e allo spopolamento di medie e piccole cittadine: un piano serio di formazione e avviamento al lavoro per i migranti che hanno diritto di restare in Italia (arrivano anche delinquenti, sia chiaro) significherebbe davvero attuare una ammirevole politica di inclusione e di accoglienza. Non sono turisti i migranti disperati che affrontano i pericoli del mare: bisogna aiutarli a casa loro (dove non c’è guerra, ovviamente) e avremmo una politica mediterranea degna di questo nome. Non serve molto, ma soprattutto è necessario buonsenso. Quello che fino ad oggi è mancato nell’attuare politiche di immigrazione rivelatesi vessatorie e antiumanitarie.

Ricordiamolo ancora una volta: i migranti non sono un problema, ma risorse utili al nostro Paese. Non vogliono vivere di sussidi, ma chiedono di poter vivere una vita giusta, lavorando e osservando le leggi del Paese che li ospita. Tenerli in gabbia (come avviene nei cosiddetti Centri di Accoglienza temporanea) non solo è inumano, ma ha un costo superiore a quello di offrire loro formazione e lavoro. Per questo, l’anniversario di Cutro e il ricordo di quelle lacrime che si rinnovano, può essere l’occasione per ripensare – seriamente – a nuove politiche di inclusione e accoglienza, oltre che di soccorso a chi, nonostante gli allarmi e gli avvertimenti, continua ad affrontare ugualmente il mare su carrette che sfidano la sorte. (s)

Il ministero dell’Interno Matteo Piantedosi a Cutro per ricordare le vittime del naufragio

È stata una visita inaspettata quanto apprezzata, quella del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, Crotone, a Cutro e a Steccato di Cutro per ricordare le vittime del drammatico naufragio di un anno fa, in cui persero la vita 94 persone.

Il ministro, poi, ha incontrato il prefetto di Crotone, Franca Ferraro, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce e il sindaco di Cutro, Antonio Cerasa.

«È importante sentire la vicinanza del governo – che ha sempre dimostrato grande sensibilità in seguito a questa drammatica vicenda – proprio nelle ore che precedono le numerose commemorazioni che ci saranno nei prossimi giorni in Calabria per non dimenticare quel 26 febbraio e per manifestare con rinnovata forza la sincera solidarietà della nostra comunità regionale ai parenti dei deceduti e ai sopravvissuti», ha sottolineato il Governatore.

Tutti insieme, poi, si sono recati al Giardino di Alì, che sarà inaugurato domenica 25 febbraio a Crotone in ricordo delle vittime del naufragio di Cutro. (rkr)

 

Strage di migranti a Cutro, un anno dopo tre giorni di iniziative per non dimenticare

La Rete 26 febbraio, nata dopo la tragedia del mare avvenuta nelle acque di Cutro un anno fa, organizza una tre giorni di iniziative per non dimenticare quanto successo.

«Un anno dopo la Strage di Steccato di Cutro – è scritto in un comunicato – alcuni tra i superstiti e i familiari dei naufraghi, morti annegati davanti alle coste del mare crotonese torneranno nella città pitagorica, e noi siamo pronti ad accoglierli e a unirci al loro dolore e alle loro rivendicazioni. Per fare ciò abbiamo organizzato una tre giorni di iniziative “Mai più morti in mare” per coinvolgere anche le scuole e raccontare le loro storie ai più giovani».

Sabato 24 febbraio si inizia alle ore 10:30 con una partita di calcio, a cura di ResQ allo stadio Ezio Scida di Crotone; alle 16 inaugurazione mostra fotografica di Giuseppe Pipita, a cura de Il Crotonese al Museo Pitagora di Crotone e, alle 18, segue il concerto con il supporto della Comunità afgana in Italia.

Domenica 25 febbraio la giornata inizia alle 14 con la manifestazione “Per non dimenticare” attraverso le strade del centro cittadino di Crotone. Alle 17.30 incontro pubblico con la partecipazione dei familiari delle vittime e i superstiti del naufragio.

Lunedì 26 febbraio, giorno del naufragio, alle 4 si terrà una veglia sulla spiaggia di Steccato di Cutro, a cura della redazione di Crotonenews; alle 9 conferenza stampa dei familiari delle vittime e dei superstiti al Museo Pitagora. Inoltre, nella stessa giornata, i familiari e i superstiti faranno incontri testimonianza in alcune scuole di Crotone e all’Università della Calabria. (rkr)

A Crotone il Giardino della memoria per non dimenticare Steccato di Cutro

di MARIACHIARA MONACO – È passato quasi un anno dalla terribile tragedia di Steccato di Cutro, dove persero la vita 94 migranti, tra i quali 35 minori.

Un episodio che puntò sulla piccola cittadina jonica l’attenzione di tutti i media nazionali e delle istituzioni, e che soprattutto toccò una comunità intera, che si unì al dolore di intere famiglie senza neppure conoscerle. Sono stati giorni di rabbia, di dolore, mentre il Pala Milone ospitava la camera ardente di vittime senza nome, simbolo di un’Europa che spesso dimentica le rotte, gli sbarchi, e l’orrore di una storia tragica che ogni volta, puntualmente si ripete.

Ma Crotone non dimentica quanto successo, e per questo motivo sarà inaugurato nella città pitagorica il “Giardino di Alì”, un luogo nel quale verranno piantate 94 alberature, una per ogni vittima di una strage del mare che ha visto annegare uomini, donne, bambini, in cerca di un futuro migliore ma puniti da un crudele destino.

Il giardino della memoria, vedrà la luce il prossimo 26 febbraio, lo ha annunciato l’amministrazione comunale, sottolineando come nei giorni della tragedia la comunità ha saputo dimostrare in quel frangente la sua grande umanità partecipando, in ogni modo, al cordoglio per le vittime, alla assistenza ai superstiti, alla vicinanza ai familiari.

Gli alberi saranno piantati in via Miscello da Ripe, all’ingresso della città a voler simbolicamente testimoniare la volontà di accoglienza della città di Pitagora. Un nome, quello di Alì scelto in ricordo del neonato recuperato tra le prime vittime, che riposa nel cimitero cittadino: «Il bambino da subito diventato il figlio di tutti noi» dice il sindaco Vincenzo Voce.

Sarà un giardino che non vuole celebrare la morte, ma il diritto alla vita.

«Per questo, a ricordo di tutti i bambini coinvolti nella tragedia, sono stati scelti i tamerici, alberi non solo dalla bellissima e colorata fioritura, sempreverdi, ma soprattutto forti, in grado di resistere a qualsiasi temperatura. Una contrapposizione alla fragilità dell’imbarcazione con la quale le vittime hanno affrontato il viaggio, alla fragilità delle loro speranze». (mm)

A Steccato di Cutro inaugurato il monumento commemorativo del tragico naufragio

A Steccato di Cutro è stato inaugurato un monumento commemorativo del tragico naufragio a Steccato di Cutro. Presente, all’evento, il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, sottolineando come «quanto accaduto il 26 febbraio resterà impresso nella memoria collettiva».

«Non solo perché – ha spiegato – è una delle pagine più drammatiche dei migranti affogati nel Mediterraneo, ma anche perché ci auguriamo che, dopo questa tragedia, si dia inizio ad una politica europea, per contrastare questo fenomeno, non più ideologica e saltuaria, ma unitaria, incessante, concreta».

«La generosa solidarietà che la Calabria – ha proseguito – ha dimostrato al mondo intero, in una circostanza in cui hanno perso la vita 89 migranti, mentre ancora si cercano i dispersi lungo la costa crotonese, chiede fortemente che non ci siano mai più altri Cutro. Sia questa la preoccupazione prioritaria di tutte le forze politiche, dinanzi all’aumento esponenziale delle cifre della disperazione (20mila arrivi a fronte dei 6.500 dell’uguale periodo nel 2022) destinate a lievitare con l’arrivo dell’estate».

«Ciò che è accaduto – ha detto ancora – a ridosso delle coste crotonesi, scuote le coscienze e chiede all’Unione Europea massima attenzione, per la salvaguardia di chi fugge da guerre civili e religiose. Il Governo ce la sta mettendo tutta, per sanzionare pesantemente i trafficanti di esseri umani e regolare i flussi migratori, dando risposte al bisogno di immigrati nel sistema economico. Ma è l’Europa che deve, se non si vogliono svilire i suoi valori fondanti, incaricarsi della protezione delle frontiere e dell’intera area Schengen, assicurare, assieme agli Stati più esposti, accoglienza e integrazione e dotarsi di una strategia per sostenere la cooperazione allo sviluppo dei Paesi da cui le persone fuggono».

«A fronte di un fenomeno così complesso, la cui governabilità non può essere scaricata solo sull’Italia e sulle regioni come la Calabria – ha ricordato – che nel 2022 ha accolto 18mila migranti, le polemiche andrebbero archiviate all’istante. Sfide come le migrazioni e il cambiamento climatico, come sostiene il presidente Mattarella, richiedono un comune impegno. In una visione di solidarietà internazionale, la Calabria ha fatto e continua a fare la propria parte».

«Ma è chiaro che – ha concluso –  visti i continui arrivi che fanno della Calabria terra di primo approdo, da soli a fronteggiare gli sbarchi, se l’Europa non supera lo scarto tra intenti enunciati e provvedimenti concreti, Comuni, Prefetture, Croce Rossa, Protezione Civile, Capitaneria di Porto e volontari, non possono reggere». (rkr)

Isola Capo Rizzuto premia le “Anime nobili” impegnate a Steccato di Cutro

È stata una giornata straordinaria, quella di venerdì a Isola Capo Rizzuto. Il Comune ha voluto ringraziare le “anime nobili”, ossia tutte le associazioni di Volontariato che hanno preso parte, e ancora continuano a lavorare, alle fase di soccorso e recupero corpi in mare in seguito al tragico evento del 26 febbraio.

Una cerimonia voluta fortemente dal sindaco, Maria Grazia Vittimberga e andata in scena all’interno del Cinema Teatro Eraclea, un bene confiscato alla criminalità. Presenti le maggiori autorità istituzionali, tra cui il Presidente della Regione Roberto Occhiuto, il Presidente della Provincia Sergio Ferrari e tantissimi del comprensorio.

Dopo l’Inno di Mameli eseguito dal giovane Emmanuele Martino della Società Beethoven Acam, l’evento è proseguito con la proiezione di un video con i momenti salienti di questi giorni e il via ai saluti istituzionali moderati dalla giornalista Francesca Caiazzo. A prendere per prima la parola, appunto, il Sindaco padrone di casa Maria Grazia Vittimberga che ha letto una commovente lettera dedicata ai volontari e ha sottolineato come «Isola Capo Rizzuto è il luogo simbolo di accoglienza in Calabria da oltre 30 anni e lo dimostra anche la presenza del Cara e l’integrazione di tanti cittadini extracomunitari, ma un ringraziamento va a tutte le associazioni calabresi che hanno operato in questi giorni, alle organizzazioni e alle forze dell’ordine tutte».

Poi sul palco sono saliti il Presidente della Provincia Sergio Ferrari, il Sindaco di Cutro Antonio Ceraso, e l’Assessore del comune di Crotone Filly Pollinzi, tutti e tre hanno elogiato il lavoro dei volontari e sottolineando la sofferenza dei migranti che tante volte hanno la sola scelta di partire mettendo a rischio la loro vita. In seguito spazio alle testimonianze di chi ha operato sul campo, come il pescatore Vincenzo Luciano, l’autista soccorritore del 118 Francesco Greco, il direttore generale della Protezione Civile Domenico Costarella e la Presidente dell’associazione Sabir Manuelita Scigliano. Questo è stato sicuramente il momento più toccante della serata, soprattutto con i racconti di Greco e Luciano che hanno vissuto i primi momenti dello sbarco: “Appena arrivati con l’ambulanza i naufraghi arrivati sulla terra ferma hanno abbracciato il motore del mezzo per riscaldarsi – ha raccontato Francesco Greco –  in acqua tanti corpi galleggianti e quando ci siamo tuffati ci venivano addosso».

Lo stesso Greco è stato poi costretto al ricovero per aver ingerito kerosene. Infine, prima di dare inizio alla fase di Premiazione, è salito sul palco il governatore della Regione Calabria Roberto Occhiuto: «Di solito parlo alla fine perché sono la massima autorità presente, ma oggi in mezzo a tutti voi – rivolgendosi ai volontari – mi sento molto piccolo ed a voi tutti voglio dire grazie per aver fatto conoscere al mondo intero il cuore grande dei calabresi».

«Mi rivolgo soprattutto ai cittadini della Provincia di Crotone, una provincia spesso in fondo alle classifiche nazionali – ha concluso – ma ora tutta Italia sa che siete i primi in termine di umanità e da Presidente mi sento orgoglioso di rappresentarvi». (rkr)

La reliquia del Mantello di S. Francesco a Steccato di Cutro

La reliquia del Mantello di San Francesco di Paola è arrivato a Steccato di Cutro.

Rivolto esclusivamente ai Frati del Santuario e ai membri dell’amministrazione comunale di Paola, la manifestazione vuole essere foriera di vicinanza e di solidarietà ai superstiti del naufragio e ai familiari delle vittime che da diversi giorni, assieme alla popolazione cutronese, assistono inermi alla tragedia dei Migranti che perdono la vita in mare. Si renderà un solenne omaggio anche alle tante vittime del naufragio.

La reliquia del Mantello non richiama solo il Patronato di s. Francesco sulla Regione Calabria (1962) ma anche quello che egli esercita ab immemorabili sulla Gente di Mare italiana. Fu papa Pio XII a dichiararne ufficialmente il patronato nel 1943.

«Intendiamo portare il Mantello di s. Francesco – sottolinea Il Provinciale dei Minimi, P. Francesco Trebisonda – per pregare insieme ai cutronesi e affidare all’intercessione del Patrono tutte le vittime del mare e nello specifico quelle innocenti di questa immane tragedia. Vogliamo essere l’immagine vivente di s. Francesco che sulla spiaggia presta soccorso ai tanti disperati. Se lui fosse qui presente, certamente lo farebbe. S. Francesco vuole benedire il suo mare e proteggere i tanti infelici, in fuga dai loro paesi per inseguire un futuro migliore».

La reliquia che nel 1464 vide s. Francesco attraversare miracolosamente lo Stretto di Messina partirà dal Santuario di Paola il prossimo 18 marzo alle ore 7.30, accompagnata dalla delegazione municipale della Città e dai Frati del Santuario; giunta a Steccato di Cutro intorno alle ore 10.30, sarà accolta presso la Parrocchia “Cristo Risorto” dal parroco don Pasquale Squillacioti e dai fedeli; seguiranno un breve momento di preghiera e i saluti istituzionali, alla presenza del Sindaco del Comune di Cutro, dott. Antonio Ceraso; successivamente, assieme al Mantello si uscirà in processione per raggiungere la spiaggia dei Migranti, ove si svolgerà un altro momento suggestivo che vedrà la benedizione del Mare, la preghiera a s. Francesco della Gente di mare italiana, il suono del “silenzio” e il lancio della Corona di alloro in memoria delle tante vittime della strage ancora in corso; Quindi, subito dopo le ore 12, è previsto il rientro a Paola.

«Saremo sulla spiaggia insieme al Mantello di S. Francesco – dichiara il Sindaco di Paola Giovanni Politano – con i frati del Santuario, con la mia Amministrazione per unirci al Sindaco di Cutro, alla sua comunità, al Parroco ai familiari delle vittime, affidando al mare non sempre amico una corona di fiori portando sulla spiaggia la nostra testimonianza e la nostra vicinanza, volendo essere presenti donando la nostra umanità a chi la insegue, la speranza a chi la cerca, il futuro a chi lo desidera».
Per la circostanza, i Frati Minimi a ricordo della storica visita del Mantello a Cutro hanno voluto creare il logo dell’evento, ritraente la Croce del Naufragio che emerge vittoriosa dai flutti del mare assieme al Mantello di s. Francesco.

Domani a Cutro la manifestazione nazionale per «fermare la strage subito»

L’appuntamento è per domani, alle 14.30, su quella spiaggia in cui hanno perso la vita 72 persone a Steccato di Cutro.

L’obiettivo è uno solo: «fermare la strage». Un appello che è anche lo slogan a cui ha aderito tutta Italia.

«La strage di Cutro non è stato un incidente imprevedibile – si legge in una nota della Rete 26 febbraio, a cui hanno aderito 295 realtà –. È solo l’ultima di una lunghissima serie di tragedie che si dovevano e si potevano evitare».

«Le persone che partono dalla Turchia, dalla Libia o dalla Tunisia – si legge – sono obbligate a farlo rischiando la vita a causa dell’assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo. I governi hanno concentrato i loro sforzi solo sull’obiettivo di impedire le partenze, obbligando chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rivolgersi ai trafficanti.

Se le persone morte nel mare davanti a Cutro avessero potuto chiedere e ottenere un visto umanitario non avrebbero rischiato la vita».

«Se ci fosse stato un programma di ricerca e salvataggio europeo o italiano – quel terribile naufragio si sarebbe potuto evitare.

Sulle responsabilità delle autorità competenti indagherà la magistratura.Ma chi ha responsabilità politiche, in primo luogo il governo, non può ribaltare la realtà e scaricare sulle vittime il peso di una strage che ha visto la perdita di 70 esseri umani che si potevano e si dovevano salvare».

«È arrivato il momento – viene evidenziato – di dire basta e di fermare le stragi. Chiediamo un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo. Chiediamo di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di frontiera. Chiediamo di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio in tutto il Mediterraneo, e sollecitiamo il governo italiano a chiedere agli altri Stati membri di implementare questo programma».

«Chiediamo di attivare i visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti, consentendo così alle persone in fuga da guerre e violenze l’attraversamento delle frontiere europee in sicurezza e legalità».

«Chiediamo – continua la Rete 26 febbraio – di attivare ogni via d’accesso complementare, a partire dai reinsediamenti, dai corridoi e da altre forme di sponsorship e di ampliare i canali regolari di ingresso, senza usare questi strumenti per giustificare politiche di chiusura e respingimenti delegati a governi non Ue. Chiediamo di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori».

«È il momento di dire basta ad ogni forma di strumentalizzazione politica e di fermare le stragi – viene evidenziato dalla Rete –. Lo faremo andando sulla spiaggia di Cutro per esprimere la nostra indignazione e la solidarietà con le vittime e le loro famiglie con una marcia silenziosa».

«La manifestazione di Cutro – conclude la nota – è il primo importante appuntamento nazionale di un percorso di iniziative e mobilitazioni che le reti che la promuovono intendono organizzare affinché queste politiche “invertano rotta”.  A chi non potrà essere a Steccato di Cutro chiediamo di mobilitarsi online scattandosi una foto con la fascia bianca al braccio e pubblicarla sui social con l’hashtag #fermarelastrage».

Le adesioni

I parlamentari e consiglieri regionali calabresi del M5S hanno annunciato la propria adesione all’iniziativa della Rete del 26 febbraio.

«La Calabria – hanno detto – è terra di accoglienza così come dimostrato dai crotonesi e dai calabresi che in questi giorni hanno offerto sostegno e ospitalità ai migranti sopravvissuti ed ai loro parenti nonché grande partecipazione per la insopportabile perdita di uomini, donne e bambini in cerca, semplicemente, di un futuro migliore».

«È assolutamente necessario – hanno proseguito – fare chiarezza su quanto accaduto e comprendere appieno i meccanismi perversi che hanno impedito il salvataggio dell’imbarcazione spezzatasi di fronte le coste calabresi».

«Il rispetto verso la memoria di chi non c’è più – prosegue la nota – e dei loro cari che oggi piangono, l’idea stessa che abbiamo di Paese civile e solidale, cristallizzata dalla nostra Carta costituzionale, impongono la ricerca di verità e giustizia».

«Saremo a Cutro – hanno concluso i pentastellati –per ricordarlo a chi ha responsabilità nel merito e per esprimere al contempo vicinanza e ringraziamento ai cittadini, alle associazioni ed alle istituzioni locali che hanno mostrato il volto migliore della nostra terra in un avvenimento così drammatico».

«Per queste ragioni – hanno concluso – gli esponenti pentastellati – invitiamo a nostra volta a partecipare all’evento tutti i calabresi augurandoci di non dover assistere mai più ad una tragedia simile».

Ci saranno anche Libera Calabria e il Gruppo Abele, alla manifestazione nazionale

«Saremo a Cutro – hanno dichiarato nella nota Libera e Gruppo Abele – insieme alle tante associazioni per  chiedere verità e giustizia per quanto accaduto sulle coste calabresi. Per fermare le deportazioni  indotte chiamate “migrazioni” non basta stabilire accordi economici con Paesi di provenienza il più  delle volte complici o addirittura agenti della logica di sfruttamento occidentale».

«Occorre ripartire  dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti umani” – viene evidenziato – occorre ripartire dal valore inviolabile della  persona, dal suo diritto a una vita dignitosa, libera e anche liberamente nomade: nomadismo del  sentirsi ovunque a casa su una Terra dove abbiamo davvero imparato tutti a sentirci e ad agire  come passeggeri di un’unica barca che procede verso il bene comune, a cominciare da quello di  chi, ancora naufrago, chiede di essere riconosciuto e accolto come persona».

Presente anche Legambiente, con una fascia bianca al braccio. L’associazione tornerà a ribadire la sua indignazione per l’ennesima strage di migranti che si è consumata sulle coste italiane e ad esprimere la sua vicinanza alle famiglie delle vittime, perché quanto accaduto è qualcosa di vergognoso. Ogni Paese industrializzato è responsabile di queste migrazioni causate sempre più da tensioni e conflitti per l’accaparramento di materie prime o risorse energetiche dalla crisi climatica che rende invivibili le terre di queste persone.

«Non si può rimanere indifferenti di fronte a quanto sta accadendo sulle coste italiane, né continuare a perpetuare politiche disumane che alimentano tragedie che non vorremmo vedere più nel mar Mediterraneo, come nel resto del mondo»,hanno commentato il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e la presidente di Legambiente Calabria Anna Parretta.

«Occorre fermare questa emorragia di umanità – hanno concluso – e dare l’esempio affinché tragedie simili non accadano più. Per questo insieme alle tante associazioni e ai rappresentati della società civile che sabato manifesteranno a Cutro, chiediamo in particolare un’indagine seria per fare chiarezza su quanto è accaduto garantendo verità e giustizia».

Cgil Calabria parteciperà alla manifestazione.

«Un momento di commemorazione ma anche di riflessione per ragionare, a partire dalla tragedia accaduta, sulle politiche dell’immigrazione e non solo – si legge in una nota –. Sarà una marcia silenziosa per esprimere il nostro cordoglio e la nostra indignazione, ma anche l’inizio di un percorso per tenere i riflettori accesi sui migranti, a partire dalle discutibili dichiarazioni di esponenti del governo». (rrm)

La Calabria in lutto per la tragedia dei migranti a Steccato di Cutro (KR)

La Calabria è in lutto: la tragedia dei migranti (il numero dei morti cresce continuamente) naufragati al largo di Cutro (KR) ha colpito tutto il Paese. Forse erano 250 su un barcone in arrivo da Iran, Pakistan e Afghanistan, che ne avrebbe potuti ospitare a malapena una quarantina.  In salvo un’ottantina di migranti, le vittime sicuramente supereranno le 100 unità, tra cui moltissimi bambini e minori.

La Calabria è una terra ospitale e accogliente: la solidarietà i calabresi ce l’hanno nel dna e ai soccorsi delle forze dell’ordine, come accade sempre in casi come questi, si sono uniti lo slancio dei volontari, gli aiuti della gente del posto, si è materializzato un dolore profondo, soprattutto pensando ai tanti bambini che erano nell’imbarcazione che il mare ha distrutto.

Il Presidente della Regione Roberto Occhiuto, affranto, è andato subito sul luogo del disastro, dove è stato raggiunto dal mistro dell’Interno Piantedosi. 

«Un barcone che trasportava migranti – ha detto Occhiuto – si è spezzato, a causa del mare in tempesta, davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a una trentina di chilometri da Crotone.

Decine e decine di morti annegati, tra di loro anche bambini, tanti i dispersi.

La Calabria è in lutto per questa immane tragedia. La Giunta regionale esprime sincero cordoglio per le vittime di questo naufragio.

Ringrazio coloro che si stanno adoperando per tentare di trovare dei superstiti e per assistere i sopravvissuti, condotti nei vicini presidi ospedalieri e nel Cara di Isola di Capo Rizzuto.

In queste ore sono in campo i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di finanza, la Guardia costiera, i Vigili del fuoco, la Croce Rossa, la Capitaneria di porto, la Protezione Civile.

In Calabria nel 2022 sono arrivati circa 18mila immigrati clandestini, la stragrande maggioranza dei quali a Roccella Jonica, un Comune in provincia di Reggio Calabria diventato ormai punto di approdo delle rotte illegali dei mercanti di esseri umani.

I calabresi – un popolo che ha conosciuto il dramma dell’emigrazione – hanno accolto questi migranti, senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile.

Cosa ha fatto l’Unione europea in tutti questi anni? Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti? 

Tutte domande che, purtroppo, ad oggi non hanno alcuna risposta. 

E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti”.

«L’Europa batta un colpo. – ha detto Occhiuto – Nel 2022 abbiamo accolto 18mila migranti senza fare polemiche, perché la nostra è una Regione solidale, ma tragedie come questa – dovuta al fatto che negli ultimi anni si è consolidata nell’indifferenza generale una nuova rotta dell’immigrazione tra la Turchia e la Calabria – dovrebbero essere evitate il giorno prima, anziché essere ampiamente commentate il giorno dopo.

La Ue non può delegare fenomeno a sindaci e prefetti, serve contributo dell’Europa.

«È inconcepibile che la rotta tra la Turchia e la Calabria si sia consolidata negli ultimi anni nell’indifferenza generale. 

La nostra Regione non può essere lasciata da sola. 

«Chiedo al governo nazionale di continuare a fare quello che sta facendo, vale a dire di chiedere all’Ue di rendersi conto che il nostro Paese è il confine dell’Europa con 7mila chilometri di costa, e la Calabria è un pezzo importante di questo confine».

LE REAZIONI IN ITALIA E IN CALABRIA

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il proprio «dolore per il naufragio avanti alle coste crotonesi, nella quale hanno perso la vita decine persone e tra queste alcuni bambini.

Molti tra questi migranti provenivano dall’Afghanistan e dall’Iran, fuggendo da condizioni di grande difficoltà.

È una ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente».

Nell’esprimere il cordoglio per le vittime, la vicinanza ai naufraghi – cui va assicurata un’adeguata accoglienza – e il ringraziamento ai soccorritori, il Presidente della Repubblica sollecita un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico.

È altrettanto indispensabile che l’Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni  ha espresso «il suo profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. È criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. È disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto’ da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro. Il Governo è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole»

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Il naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi mi addolora profondamente e ci impone innanzitutto il profondo cordoglio per le vite umane spezzate. È una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive. È fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze e che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi».

Il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro ha espresso la sua rabbia e il suo dolore: «È una tragedia di dimensioni immani quella che si è consumata lungo la costa della Calabria, dove il naufragio del peschereccio su cui hanno attraversato il Mediterraneo è costato la vita a decine di migranti, molti bambini, un neonato di pochi mesi. È un giorno di profondo dolore, ma c’è anche tanta rabbia perché la morte di queste donne, di questi uomini, di questi bambini, è una tragedia annunciata. L’unico modo per impedire davvero di mettere a rischio migliaia di vite umane è impedire che queste maledette carrette del mare continuino a partire dalle coste dell’Africa. Bisogna fermare i trafficanti che continuano a sfruttare la disperazione e le speranze di queste persone, mettendole in mare con imbarcazioni sempre più inadeguate. Siamo impegnati quotidianamente a salvare naufraghi nel Mediterraneo con le nostre unità militari, ma anche a contrastare con ogni mezzo l’immigrazione clandestina, anche attraverso accordi internazionali con i paesi di partenza, e garantire il diritto di asilo con corridoi umanitari legali e sicuri. Voglio intanto ringraziare tutti coloro che sono impegnati in queste ore a soccorrere i sopravvissuti e ricercare i dispersi, dalla Guardia Costiera, ai Vigili del Fuoco, alla Polizia, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, a tutto il personale sanitario e della Protezione civile, ai volontari». 

Il leader della Lega Matteo Salvini così su Instagram: «Una tragedia. Ormai gli scafisti mettono in mare ‘barchini’ sempre meno sicuri e malandati incassando, sulla pelle di queste persone, milioni di dollari reinvestiti in armi e droga. Fermare i trafficanti di esseri umani è un dovere morale di tutti, soprattutto per salvare vite innocenti. Una preghiera per questi poveri morti».

Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: «Decine di morti, anche bambini. Vite ingiustamente spezzate, il Mediterraneo che si macchia ancora di sangue. Ora serve mettere da parte gli slogan e far sì che l’Europa sia davvero presente, solidale e compatta nel gestire e controllare i flussi migratori. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri valori, alla speranza che era negli occhi di chi oggi ha trovato la morte».

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha scritto sui social: «Ancora una strage di migranti in mare. E ancora una strage di bambini. Lo abbiamo detto anche questa settimana in Senato: vanno bloccati i trafficanti di uomini, non le Ong e i volontari che provano a salvare vite. Un dolore indicibile». 

La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen su Twitter: «Sono profondamente addolorata per il terribile naufragio al largo delle coste calabresi. La conseguente perdita di vite umane di migranti innocenti è una tragedia. Tutti insieme, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per il Patto sulla migrazione e l’asilo e per il Piano d’azione sul Mediterraneo centrale».

L’europarlamentare Denis Nesci: «Una tragedia senza fine. Le immagini dei corpi di migranti, tra cui quello di un neonato, rinvenuti sulle coste calabresi, sono davvero strazianti.  L’Europa continua a fallire nell’individuazione di una politica dell’immigrazione adeguata a scongiurare drammi come quello avvenuto a largo di Crotone. Non ci sono più preghiere o attestati di cordoglio che possano contenere la dimensione di tanto dolore».

Il segretario della Sinistra Italiana Nicola Fratoianni su Twitter: «Un carico residuale in fondo al mare, vero eh? Se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso forse potevano essere salvati. Per ora 50 morti ma potrebbero essere almeno il doppio. Un ‘carico residuale’ vero governo Meloni? Evidentemente se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso potevano forse essere salvati». 

Papa Francesco: «Stamattina ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati 40 morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi, per gli altri migranti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza . La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle».

Mons. Gian Carlo Perego presidente della Fondazione Migrantes: «Mentre i rami del Parlamento approvano un urgente e straordinario decreto per regolare i flussi migratori, che di urgente e straordinario ha solo l’ennesima operazione ideologica, indebolendo in realtà le azioni di salvataggio in mare delle navi Ong, un barcone spezzato dalla burrasca della notte, che portava almeno 150 migranti, si è inabissato nel Mediterraneo, al largo delle coste calabre crotonesi. Sono 33 i morti accertati, tra cui un neonato, almeno 100 i dispersi, che vanno ad aumentare le migliaia di morti e di tombe anonime nel cimitero del Mediterraneo.

Un nuovo drammatico segnale sulla disperazione di chi si mette in fuga da situazioni disumane di sfruttamento, violenza, miseria e di chi è indifferente politicamente a questo dramma. Un nuovo drammatico segnale che indebolisce la Democrazia, perché indebolisce la tutela dei diritti umani: dal diritto alla vita al diritto di migrare, al diritto di protezione internazionale. 

Mentre queste morti non possono che generare vergogna, chiedono un impegno europeo per un’operazione Mare nostrum, che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la società civile europea rappresentata dalle Ong. 

La collaborazione con i Paesi del Nord Africa non può limitarsi a interessi energetici o a sostegni per impedire i viaggi della speranza, ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l’Europa. Chi arrivando in Europa avrà diritto a una protezione vedrà salvaguardato tale diritto; chi non ne avrà diritto sarà rimpatriato. 

È chiaro che questo esame, solo nella terra europea, dovrà essere agile, organizzato, alla presenza di diverse figure – dai mediatori, dalle forze di polizia forze internazionali, da osservatori dell’Unhcr, da operatori sociali … – perché il minore non accompagnato sia tutelato come la vittima di tratta, o chi viene da una drammatica situazione sanitaria o da una guerra o disastro ambientale. 

Le risorse vanno investite nella tutela della vita – conclude Perego -, nell’accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani. La vita e il futuro dell’Europa dipende da come si accoglie, tutela, promuove e integra le persone in cammino».

Medici Senza Frontiere: «Nel Mediterraneo si continua a morire in modo incessante in un desolante vuoto di capacità di soccorso. A poche decine di chilometri dalle coste italiane, quando la meta era davanti agli occhi, è annegato il futuro di decine di persone che cercavano una vita più sicura in Europa. È umanamente inaccettabile e incomprensibile perché siamo sempre qui ad assistere a tragedie evitabili. È un pugno sullo stomaco, non ci sono altre parole».

Il Presidente della Croce Rossa Rosario Valastro ha scritto su Twitter: “È un brutto risveglio che deve destare la comunità affinché simili tragedie non accadano. I nostri volontari sono impegnati per soccorrere i superstiti e per recuperare le vittime».

Filippo Ungaro responsabile Comunicazione di Save the Children: «Ancora una volta, l’ennesima, ci troviamo a piangere la morte ingiusta di chi cerca un futuro migliore in fuga da guerre e povertà. Mentre la politica, in Italia e in Europa, pensa di risolvere con muri e restrizioni per le Ong».

Andrea Iacomini portavoce Unicef Italia: «Non è questo il momento dei mai più né il momento di battersi il petto. Le immagini di questi corpi e di queste donne ci rimandano a Aylan e a tutto quello che è successo negli ultimi dieci anni. Tutti quelli che oggi si stupiscono o si indignano le hanno già viste tragedie simili. Il nostro, il mio personale dolore oggi è un invito a non dividersi più. Non è più il tempo dell’indifferenza. La politica deve fare un salto di qualità e non salire su queste vicende, chi prime e chi dopo, per contrastarsi. Ci vuole buon senso e dialogo e speriamo che gli impegni che stiamo ascoltando in questi momenti e dettati dal dolore proseguano perché altrimenti domani mattina il rischio è che tutto questo torni nell’indifferenza. La domanda che mi pongo è: di nuovo abbiamo dovuto vedere i corpi dei bambini morti e delle mamme morte per poterci indignare? Non c’era bastato Aylan? Basta mai più, adesso bsogna trovare soluzioni, lo si può fare, la politica lo può fare».

Il segretario generale della CISL Luigi Sbarra su Twitter: «La terribile tragedia dei migranti sulle coste del Crotonese ci lascia sgomenti. L’Europa deve fare molto di più per coordinare i soccorsi, bloccare il traffico di vite umane, evitare che il Mediterraneo diventi un ‘freddo cimitero senza lapidi ‘ come ha detto Papa Francesco».

La candidata alla segreteria del Pd Elly Schlein: «Un’altra tragedia pesantissima che coinvolge molti bambini, non è accettabile che il Mediterraneo sia diventato un grande cimitero a cielo aperto: questo fa capire quanto sia disumano e contro ogni diritto fondamentale fare dei decreti che hanno il solo scopo di rendere più difficile salvare le vite in mare. Ci vorrebbe una grande missione europea umanitaria di ricerca e soccorso in mare perché dove non arrivano la guardia costiera e le ong assistiamo a delle tragedie che sono inaccettabili. Dobbiamo continuare a batterci perché non accadano più».

Il candidato alla segreteria PD Stefano Bonaccini ha affidato ai social il suo pensiero: «Cara presidente Meloni, nessuna polemica mentre ci sono morti e dispersi in mare. Ma visto che lei entra nel merito, ribadisco quel che penso: fermare gli scafisti è una priorità, come priorità assoluta deve essere salvare le vite in mare. La guerra alle Ong scatenata dal Governo non solo è priva di senso, ma è anche una contraddizione in termini rispetto a questi principi, che dovrebbero vedere unita la politica. Così come fermare le partenze: è necessario e possibile nella misura in cui si aprono canali umanitari sicuri (quelli sì radicalmente alternativi alle rotte degli scafisti) e si verifica con rigore il rispetto dei diritti umani. Altrimenti è propaganda e disumanità, come ci dice il numero degli arrivi e la tragica contabilità dei morti in mare».

Il Garante per l’Infanzia della Regione Calabria Antonio Marziale: «La colpa è dell’Unione Europea e sfido chiunque a dimostrare il contrario in qualsiasi sede-

Fanno presto lor signori a darci indicazioni e a pontificare sul senso dell’accoglienza quando non abbiamo strutture idonee di accoglienza, quando come istituzioni locali ci riuniamo nelle prefetture per ricercare disperatamente soluzioni dignitose e poi siamo costretti a rinchiudere bambini e adulti nello stesso luogo e far finta di nulla, ben sapendo che anche tanti di questi minori scappano appena sbarcati e chissà in che mani finiscono. Fanno presto i governanti dell’UE a porgere le condoglianze quando molte di queste imbarcazioni si spezzano seminando uomini, donne e bambini come pesci in mare e a dirci che dobbiamo fare di più. Loro devono fare di più, proprio loro.

La soluzione deve essere politica e deve riguardare anche le modalità di emigrazione. Vogliamo dare una possibilità a questi disperati? Bene, allora li andiamo a prendere noi con mezzi sicuri e ce li portiamo in Europa, senza che passino da un inferno all’altro o muoiano inghiottiti dal mare e non serve a niente arrestare i barconisti per dare in pasto all’opinione pubblica che le istituzioni ci sono.

I bambini sono cittadini del mondo e devono essere accolti in ogni angolo della terra ma loro deve essere garantito un percorso in totale sicurezza. Quello dell’immigrazione è ad oggi un’opportunità di mercato a tratti legale e a più ampi tratti illegale e l’Unione Europea ne è nel bene e nel male la responsabile. Di questi morti, di quelli del recente passato e di quelli del futuro, finché le condizioni saranno così, hanno un responsabile: l’Unione Europea».

Carmelo Versace sindaco ff della MetroCity di Reggio Calabria: «L’ennesima tragedia avvenuta a Crotone ci richiama al dramma dell’immigrazione sul quale non è più possibile rinviare decisioni. Occorre assumere serie e coscienziose politiche di coordinamento internazionale affinché il Mediterraneo smetta di essere un mare cimitero e diventi invece il mare del dialogo e della pace, come tutti auspichiamo.

Il tema dell’integrazione deve essere al centro dell’agenda politica regionale e nazionale, non possiamo più attendere oltre o assistere ad emanazione di decreti che pregiudicano la vita di questa povera gente che fugge dalla propria terra per fame o disperazione. Da anni assistiamo a soluzioni tampone, che però non riescono ad affrontare la questione in maniera netta, ma continuano a rinviare il problema attraverso scelte poco coraggiose che spesso appesantiscono il nostro sistema Paese, ma senza mai risolvere definitivamente il dramma di migliaia di persone che ogni anno attraversano il Mediterraneo in condizioni disumane». 

ALTRE REAZIONI IN CALABRIA

Costernazione, dolore e rabbia: esponenti politici, amministratori, esponenti del mondo del lavoro e del sociale hanno espresso un unanime sentimento di fronte ai poveri morti del naufragio di Steccato di Cutro. Ecco una panoramica (parziale) delle dichiarazioni pervenute in redazione:

Il senatore Ernesto Rapani (FdI): Tristezza, sgomento, rabbia e dolore per le vite di oltre sessanta migranti e una ventina  bambini spezzate da scafisti criminali e senza scrupoli nel mar Ionio a largo di Crotone, morti mentre inseguivano il sogno di una vita migliore. I fatti di oggi rattristano ancor di più se pensiamo a quanto poteva essere e non è stato fatto dai governi precedenti. Una tragedia che si è consumata proprio nei giorni della conversione del decreto 1/23 sulla gestione dei flussi migratori, in cui il governo Meloni ha messo mano al cosiddetto “Decreto Ong”: regolamentare le attività di quelle imbarcazioni significa ridurre le possibilità che scafisti criminali le utilizzino come taxi del mare, speculando sulla pelle dei migranti. È questa una delle vie per arginare il business dell’immigrazione che, d’altro canto, può essere subìta o governata. L’Italia ha deciso di farsi ascoltare e di gestire il fenomeno migratorio, al contrario di quanto fatto dai governi di sinistra negli ultimi dieci anni. L’obiettivo primario, per Fratelli d’Italia e per il governo è quello di arginare le partenze e di interrompere le tratte di vite umane. Stiamo lavorando a progetti utili a fermare gli affari del mare ed i fenomeni migratori direttamente alla fonte, aiutando quei Paesi a progettare lavoro ed una qualità della vita migliore. Tutto quel circuito illegale che alimenta il traffico di esseri umani sia colpito da pene severissime e lunghe, senza sé e senza ma. E quell’Europa ambigua multilingua e multicultura che abbandona l’Italia nella gestione dei fenomeni migratori, assicuri aiuti veri e solidali»

Il Presidente del Consiglio regionale Calabria Filippo Mancuso: E«sprimo i sentimenti di profondo cordoglio del Consiglio regionale della Calabria, per l’ennesima strage di migranti alla ricerca disperata di condizioni di vita dignitose, per sé e i propri figli, e che, invece, stavolta al largo di Crotone, s’imbattono in una morte terribile.

Questa ennesima, drammatica, perdita di tante vite umane, colpevoli di non rassegnarsi a un’esistenza di privazioni nei loro Paesi, c’è da sperare che rimuova tatticismi e cinismi, indifferenze ed egoismi di un’Europa che  predica bene e razzola malissimo.

Ogni volta, si è indotti a credere che l’Europa si occuperà – finalmente dotandosi di una strategia univoca e condivisa -,  delle cause che provocano l’esplosione epocale di migranti. Purtroppo, dinanzi al susseguirsi delle tragedie che tingono di  sangue il Mediterraneo, si constata che si continua nell’indignazione rituale, per il dolore dei profughi lasciati alla mercè dei trafficanti di esseri umani e per un sistema dell’accoglienza che oscilla tra improvvisazione e precarietà».

Amalia Bruni, consigliera regionale, capo del gruppo Misto in Consiglio regionale: «Ancora una strage degli innocenti che si consuma nel nostro territorio, al largo delle nostre coste, sulle nostre spiagge. Un barcone della speranza carico di 250 persone, comprese donne, anziani e bambini si è spezzato in due per le condizioni avverse del mare facendo naufragio. Ci sono già 40 vittime ma il bilancio è destinato ad aumentare. Tante sono state recuperate in mare, altre  ritrovate sulla spiaggia di Curto, in località Stellato. Tra loro un bambino di tre anni, uno di sette e un neonato. Persone che cercano di sfuggire alle torture in patria, a guerre ingiuste e a persecuzioni, hanno  trovato una morte orribile lontano da casa. Non è il momento di fare polemica ma un governo di un Paese civile dovrebbe cercare, insieme all’Unione Europea, un modo per alleviare queste sofferenze e trovare un sistema perché non si ripetano tragedie così. Al di là della tristezza per le tante vite spezzate, voglio ringraziare personalmente chi, tra enormi difficoltà e sacrifici, quotidianamente butta il cuore oltre l’ostacolo per tutelare una vita, dalle Forze dell’Ordine, alla Capitaneria di Porto, ai medici, ai volontari. Salvare un essere umano è come salvare il mondo e mai come oggi ne abbiamo tutti davvero bisogno».

Giacomo Francesco Saccomanno, commissario regionale Lega Calabria: «Il naufragio di migranti a Crotone, con tanti morti, compresi tanti bambini, dimostra che questo traffico di essere umani deve essere bloccato. Non è possibile fare finta di nulla, voltarsi dall’altra parte. Un massacro che si sta ripetendo giorno dopo giorno! Non è possibile stare fermi. Bisogna intervenire immediatamente. Un dolore profondo che deve far riflettere. Un pensiero alle tante vittime ed ai loro cari. Queste persone che cercano una nuova vita non possono essere consegnati a squadre di criminali che pur di guadagnare qualche migliaia di euro mettono in mare imbarcazioni carrette con il pericolo di certi naufragi. La Lega farà di tutto per cercare di evitare queste morti di tanti innocenti».

Il Presidente dell’Ammnistrazione Provinciale di Crotone Sergio Ferrari: «Profondo dolore, rabbia e tristezza sono i sentimenti che pervadono in queste ore i cuori di tutti noi. Il naufragio dell’imbarcazione con a bordo oltre 180 persone, uomini, donne e bambini ed un bilancio, provvisorio, di oltre 40 vittime, tra cui  neonati e bambini, ed un centinaio di dispersi, ci restituisce la portata di un’immensa e straziante tragedia. 

Uomini e donne, bambini che affidano al mare ed ai rischi di un lungo viaggio la speranza di un futuro migliore, e che quella speranza di una vita diversa hanno visto morire nelle fredde acque di un Paese che oggi deve fare ancora una volta i conti con queste morti, con queste vittime. Queste sono ore difficili, in cui il dolore, lo sgomento e anche la rabbia sono forti, ma forte è anche lo spirito di abnegazione di chi, senza sosta, da questa notte sta lavorando per strappare alla morte i dispersi, chi sta lottando contro il mare in tempesta per salvare una vita, chi si sta occupando in queste prime ore dei soccorsi. Siamo stanchi di raccontare tragedie! 

Ora occupiamoci dell’emergenza e proviamo a gestire ancora una volta questa immane tragedia! Ma subito dopo ognuno deve fare la propria parte ed ognuno deve essere richiamato alle proprie responsabilità!

Il Sindaco di Crotone Vincenzo Voce: «Quello che è avvenuto al largo di Steccato di Cutro è una tragedia. Mentre mentre si stanno ancora raccogliendo aggiornamenti, le notizie che sono già pervenute sono drammatiche.

Avvertiamo un profondo dolore che in questo momento accomuna tutta la comunità cittadina. Ci siamo immediatamente attivati attraverso il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile per dare il nostro supporto alle Forze dell’Ordine, ai Vigili del Fuoco, alla Croce Rossa e a tutti coloro che in queste ore sono impegnati sul posto della tragedia».

Il Presidente di Unicef Calabria Giuseppe Raiola: «Una distesa di lenzuola bianche sulle spiagge della nostra costa, simbolo del fallimento di una umanità che non sa accogliere e aiutare, e non riesce più a proteggere gli essere più fragili: i bambini. Aggrappati al seno delle mamme, strappati alle braccia dei papà, anche oggi è morta l’innocenza tra le decine di migranti che hanno perso la vita scappando da miseria, guerra e violenza, mentre cercavano un futuro migliore e invece hanno trovato la morte. Non ci sono parole per esprimere il dolore e il cordoglio per questa tragedia.

Dovremmo solo imparare dal silenzio, e sostituire i proclami con le azioni.  La rotta del Mediterraneo centrale – intrapresa ogni anno da decine di migliaia di donne, uomini e bambini in cerca di salvezza a bordo di barche fatiscenti – è diventata sempre più pericolosa e contraddistinta da un alto tasso di mortalità. Le persone in fuga da guerre, persecuzioni e carestie che tentano la traversata di questo mare sono sempre più esposte al rischio di morte a causa della progressiva scomparsa di entità – internazionali, governative e non governative – dedite al soccorso in mare. Questo è il momento del dolore, e proprio davanti a questa tragedia i Governi e l’Unione europea devono assumersi la responsabilità politica di agire affinché non si contino più i morti della migrazione, e soprattutto che tra questi non ci siano bambini, che continuano a pagare il prezzo più alto dell’incoscienza e della cattiveria degli adulti».

Il Presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia Pietro Falbo: «Esprimo il mio più profondo cordoglio per le vittime del tragico naufragio che si è consumato al largo delle coste crotonesi. È questa una giornata di lutto per la Calabria e per Crotone, divenuta meta dei fenomeni migratori ma da sempre terra solidale e accogliente. Un ringraziamento va alle forze dell’ordine, ai volontari e a tutti coloro i quali si stanno adoperando a salvare i dispersi in mare. Profondo cordoglio per le vittime, purtroppo tante e tra cui anche molti bambini, i cui sogni di una vita migliore si sono spezzati a pochi metri dalle nostre coste».

Francesco Napoli, presidente Confapi Calabria: «Al largo delle coste di Crotone, questa mattina, a causa di un naufragio hanno perso la vita decine di migranti, soprattutto donne e bambini, tra cui un neonato.  Una notizia sconvolgente, una tragedia che colpisce i nostri cuori in una domenica piovosa. La nostra terra accogliente, si è trasformata, suo malgrado, in un teatro di morte. 

Le ultime notizie non sono confortanti ma preghiamo affinché i numeri di questo orrore non continuino a crescere. 

Confapi Calabria si appella a tutte le Istituzioni governative, regionali, nazionali ed europee affinché si attivino concretamente per evitare simili tragedie».

Il deputato Francesco Furgiuele (Lega Salvini): «“Rabbia e profonda tristezza si agitano nel mio cuore per questa ennesima sciagura del mare. Non possiamo più tollerare scafisti disonesti e imperiti che spacciano morte a migliaia di disperati. Non è giusto. Oggi più che mai, continua l’impegno della Lega per la legalità affinché non ci siano più tragedie nelle nostre acque».

L’assessore regionale alle Politiche Sociali Emma Staine: «Sono profondamente addolorata per la tragedia che ha visto morire in mare numerosi migranti, tra cui molte donne e bambini, a largo di Crotone. Un triste fatto che ci mette di fronte ad una umanità che continua a chiedere aiuto a trafficanti senza scrupoli, mentre l’Europa è ancora lontana dal trovare una soluzione che preveda l’aiuto nei paesi d’origine e la fine, così, di un fenomeno senza regole che ha costi umani elevatissimi e che continua a favorire le mafie legate ad esso».

Francesco De Nisi consigliere regionale: «Il bilancio della tragedia davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro aumenta di ora in ora, tra morti annegati e dispersi. Il mio pensiero va alle vittime, a quegli uomini, a quelle donne e ai tanti bambini che, confidando in un futuro migliore, hanno vissuto una tragedia incommensurabile. È davvero giunta l’ora in cui la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza per evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi.

Quella di oggi è soltanto l’ultima delle tragedie che hanno segnato negli ultimi anni i “viaggi della speranza” degli immigrati e la conta dei morti in mare.  Ritengo irrimandabile il momento in cui il governo regionale e soprattutto quello nazionale, intervengano con la dovuta fermezza nei confronti dell’Unione Europea affinché quest’ultima, assumendosi le proprie responsabilità, non lasci più sola la Calabria e intervenga con mezzi e risorse adeguati ad impedire che tragedie di tali proporzioni si possano ripetere in futuro. 

Le persone che si trovano in mare in situazioni di emergenza vanno salvate a tutti i costi, ma la strage va fermata prima possibile con le adeguate iniziative a tutti i livelli istituzionali.  Un plauso a tutte le forze che in queste ore stanno operando in Calabria per le ricerche e per aiutare i sopravvissuti».

Davide Tavernise consigliere regionale capogruppo M5S: «Solo ieri celebravamo a Sibari la bellezza della Calabria. Oggi invece vestiamo la nostra regione a lutto. Mentre i calabresi scappano in cerca di una vita migliore, la nostra regione si fa terra di approdo per chi vuole un futuro diverso. È un paradosso che si fa Stato. Da tanto, troppo tempo infatti la nostra regione registra un numero elevato di sbarchi. Ma quello di oggi è un bilancio pesante, troppo pesante per poter continuare a trattare questa problematica con vuoti slogan propagandistici. 

Quella di Cutro è una tragedia che segna un punto di non ritorno nella questione migratoria del Mediterraneo. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete al fenomeno che da troppo tempo è all’attenzione della politica nazionale ed europea senza alcuna valida conclusione. 

Lo sdegno e il cordoglio di queste ore siano un input per una narrazione reale e per una presa di posizione corale, fuori dai nazionalismi, verso un aiuto concreto dell’Europa all’Italia e dell’Europa a chi sfugge da guerre, carestie e persecuzioni politiche. L’Europa sia unita intorno a quella solidarietà che è valore condiviso da tutte le istituzioni democratiche».

Antonio Lo Schiavo, consigliere regionale (Gruppo Misto): «Ancora una tragedia della disperazione e della speranza. Questa volta così vicina alle nostre vite da lasciarci ancor più increduli e sgomenti. Quante morti innocenti serviranno ancora perché i Governi nazionali e l’Unione europea comprendano che non si può gestire un fenomeno di dimensioni umane, sociali e politiche così imponenti, con misure esclusivamente repressive ed egoistiche? Serve un’azione comune tra gli Stati, improntata alla responsabilità e all’umanità, che faccia in modo di evitare simili tragedie. Ma serve anche, da parte del Governo italiano, che sta facendo di tutto per limitare gli interventi di salvataggio in mare, un atto di consapevolezza rispetto a drammi che causano un immane dolore. Il mio pensiero va alle vittime e ai superstiti di questa ennesima strage, con un ringraziamento a chi, in queste ore, si sta spendendo senza sosta per soccorrere i naufraghi e fornire loro assistenza».

Il Vescovo di Crotone mons. Raffaele Angelo Panzetta: «Le uniche parole di fronte a questa tragedia sono di dolore e preghiera. Ma anche e indignazione per le cause che hanno prodotto tutto questo, tra le quali ci siamo anche noi. 

Dio ama la vita e per queste persone avrà un posto speciale, visto che noi non siamo riusciti a darglielo. Questa tragedia può diventare scuola. Porti chiusi? Non si tratta solo del nostro Paese. È il mondo che è un crocevia di egoismi e di porte chiuse».

Maria Grazia Vititmberga sindaco di Isola Capo Rizzuto: «Ancora una volta ci troviamo a piangere una tragedia del mare, un viaggio della speranza finito male. Non ci sono parole per descrivere la sofferenza che ha colpito questa povera gente che si è messa su una barca in cerca di un lembo di terra che potesse assicurargli un futuro diverso, senza le atrocità che subiscono nei loro paesi: invece hanno trovato la morte. 

Da mamma è ancora più forte il dolore nello scoprire che tra le vittime ci sono tanti bambini. A nome dell’intera Amministrazione Comunale e dalla comunità di Isola Capo Rizzuto ci stringiamo forte al dolore dei familiari e ci mettiamo a disposizione per qualsiasi forma di aiuto. 

Intanto, abbiamo già comunicato la messa a disposizione di alcuni loculi per dare una degna sepoltura a questa povera gente».

Aldo Ferrara presidente Unindustria Calabria: «L’immane tragedia di questa mattina ha profondamente scosso tutto il Paese e il mondo imprenditoriale calabrese non è indifferente davanti a un dramma umano di enormi proporzioni