Il PD Calabria interroga Occhiuto per la paventata chiusura della Jonio-Tirreno

Il Pd Calabria ha presentato una interrogazione, a risposta scritta, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per sapere come la Giunta regionale intende affrontare e gestire la paventata chiusura della Jonio-Tirreno, la strada di collegamento tra le due relative coste del territorio provinciale di Reggio Calabria, comprendente 42 Comuni.

L’iniziativa del gruppo dem arriva dopo settimane di assiduo confronto con gli amministratori del territorio e dopo l’ultima iniziativa pubblica organizzata dal Pd regionale, alla presenza di Marco Simiani e Nicola Irto, che ha avuto luogo a Cittanova.

In particolare i consiglieri dem con l’interrogazione depositata a palazzo Campanella, primo firmatario il capogruppo Mimmo Bevacqua, chiedono al presidente Occhiuto «quali iniziative intende intraprendere verso il Governo nazionale per richiamare la necessaria attenzione e sollecitare le adeguate risposte e nei confronti di Anas al fine di far conoscere agli amministratori locali e ai cittadini gli interventi da realizzare e al fine di garantire la certezza dei tempi di chiusura dell’arteria; se si è attivato per programmare valide e sicure alternative al percorso inibito; se sono previsti interventi di messa in sicurezza e riqualificazione della SP 5 Limina-Mammola e della SP 1 Cittanova-Locri».

Infine, qualora la chiusura fosse indispensabile, il gruppo del Pd chiede al governo regionale  «se intende prendere in considerazione la possibilità di riconoscere ristori economici agli operatori economici che, irrimediabilmente, subiranno contraccolpi negativi dalla chiusura della strada». (rrc)

Cinquefrondi, Conia e Cordiano chiedono certezze sulla Jonio-Tirreno

Il sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia e il presidente del Consiglio comunale, Fausto Cordiano, chiedono certezze sulla Jonio-Tirreno, a partire dai lavori al percorso alternativo fino alla presenza di eventuali materiali radioattivi.

«Abbiamo già da tempo alzato il grido di allarme per una strada che ha avuto, in questi anni – hanno detto –, il pregio di unire territori, economie ed insieme il merito di accomunare identità tanto diverse nello stesso senso di comune appartenenza. Lo abbiamo fatto anche con grande senso di responsabilità capendone i rischi, le criticità, le necessità di renderla sempre più sicura e fruibile. Ricordiamo, perché ora restano più attuali e affrontabili le nostre battaglie più volte aperte in merito alla conoscenza di eventuali scorie che in corso di costruzione sono state interrate».

«Vogliamo ricordare, a tale proposito – hanno proseguito – che ci sono state anche due inchieste giornalistiche di stampo nazionale abbastanza preoccupanti per le notizie ed i dubbi che mettevano in luce la presenza di affari illeciti perpetrati ai danni del nostro territorio e della salute dei nostri cittadini, senza che nessuna istituzione abbia mai fornito spiegazioni adeguate. Oggi alziamo ulteriormente l’attenzione sperando che su questo fronte siano date risposte definitive ad una popolazione che da anni le chiede. Oggi perché è una buona occasione, considerati i lavori straordinari di messa in sicurezza che si rendono necessari ma siamo anche preoccupati per il notevole disagio che la chiusura della galleria della Limina comporterà in termini di gravi diseconomie, di diminuzione di un apporto turistico che oggi appare in aumento, del rapporto tra strutture sanitarie del territorio e dello stesso scambio umano e culturale che sarà interrotto per un periodo lunghissimo».

«Il territorio del Comune di Cinquefrondi – hanno spiegato – sarà il territorio che pagherà molto più di altri il disagio che una chiusura così lunga provocherà e, nonostante ciò, allo stato ci appare molto grave che né il presidente del Consiglio del Comune né il sindaco siano stati informati, attraverso i canali istituzionali, ed in maniera precisa sui tempi e sugli interventi che si renderanno necessari anche per restituire una viabilità alternativa sicura e confortevole. Apprendere dai social della chiusura di tale arteria ci pare quanto mai singolare se non irrispettosa e offensiva prima dei cittadini e poi dei rappresentanti istituzionalmente deputati al controllo e al rispetto del territorio. Per tale motivo, insieme alle amministrazioni e alla popolazione, stiamo chiedendo con forza la messa a norma di una viabilità alternativa per anni dimenticata».

«Continueremo a chiedere con ogni mezzo che siano garantiti, ai cittadini, libertà di scambio, mobilità sicura e certezza – hanno detto ancora – di vivere un territorio bellissimo e libero da qualsiasi dubbio di presenza di elementi dannosi per la salute. Tali criticità riteniamo vadano affrontate con il rispetto integrale dei territori che vivranno un periodo di gravissimo disagio; Che vadano affrontati attraverso un tavolo comune che sia a conoscenza e anzi contribuisca, ognuno per le proprie competenze, a lenire ogni ulteriore disagio».

«Siamo disposti a fare sacrifici per il bene della sicurezza – hanno concluso – sapendo però che solo affrontando, in maniera sinergica a tutte le istituzioni tale grave problema, non ci saranno ulteriori ritardi della messa a norma di tale arteria e potranno essere date quelle risposte che sono state volutamente dimenticate. Vigileremo comunque con la stessa forza di sempre per liberare definitivamente i nostri territori». (rrc)