LA LETTERA / Giuseppe Falduto: Sindaco Falcomatà, ritiri il ricorso al Tar contro il Ponte

Caro Giuseppe, o se preferisci Signor Sindaco Giuseppe Falcomatà,
Il sottoscritto, Pino Falduto, o se preferisci l’imprenditore Falduto, ti scrive questa lettera aperta perché non ho mai avuto altro modo di dialogare con te.
In tutti questi anni hai sempre ignorato ogni mio tentativo di confronto, nonostante i rapporti personali tra le nostre famiglie e il mio ruolo di imprenditore che opera nella città di cui sei il Sindaco.
Ti scrivo per chiederti di ritirare il ricorso che hai presentato al Tar del Lazio per cercare di ritardare la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Capisco che gli ordini di partito spesso prevalgano, soprattutto per chi costruisce il proprio percorso politico sotto la loro egida. Tuttavia, il ruolo che ricopri richiede una visione più alta, che metta al centro il bene della città e della comunità che rappresenti.
Il Ponte sullo Stretto non è solo un’infrastruttura: è una possibilità storica per rilanciare l’intero territorio dal punto di vista economico, sociale e culturale. Invece di opporsi a questo progetto, sarebbe più utile impiegare il tempo e le risorse per chiedere opere compensative fondamentali per lo sviluppo di Reggio Calabria. Infrastrutture strategiche come un sistema di trasporti intermodale, il potenziamento della rete viaria e ferroviaria, e la valorizzazione delle aree urbane e costiere potrebbero rappresentare una svolta per la nostra città.
È tempo di agire con responsabilità, andando oltre le logiche di partito e pensando a ciò che è meglio per la nostra comunità. I cittadini hanno bisogno di azioni concrete e lungimiranti, non di ostacoli e rallentamenti che penalizzano il territorio.
Le luci che hai fatto installare nel centro città sono belle, certo, ma non rappresentano la risposta alle vere esigenze di Reggio. La città ha bisogno di infrastrutture, sviluppo e opportunità, non di interventi che, per quanto gradevoli, non cambiano la realtà quotidiana di chi vive in questo territorio.
Confido che tu possa riflettere su queste parole e scegliere di agire nell’interesse di Reggio e della sua gente, perché il futuro di questa città dipende anche da decisioni come questa.
Con l’occasione, ti porgo i miei più sinceri auguri di un sereno Natale e di un felice anno nuovo. Mi auguro che il 2025 possa portare alla nostra città nuove opportunità, maggiore unità e quella visione di sviluppo che tutti auspichiamo.

Il sindaco di Cassano Papasso: Tar ha legittimato sgombero dei locali del Centro Servizi di Sibari

Il sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, ha reso noto che il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria ha dato ragione al Comune di Cassano: lo sgombero dei locali ubicati nel centro servizi di Sibari occupati abusivamente è legittimo.

A confermarlo sono due ordinanze con le quali i giudici amministrativi hanno rigettato altrettanti ricorsi presentati dai privati per bloccare l’ordinanza di sgombero emanata dall’area Urbanistica dell’ente sibarita ed eseguita nella prima decade di dicembre.

I fatti risalgono proprio a inizio dicembre quando era stata messa in atto l’azione di forza da parte dello Stato. Il Comune di Cassano, in collaborazione con gli uffici e il supporto della squadra interforze di polizia, coordinata dalla Questura di Cosenza, era intervenuto per eseguire un’ordinanza di sgombero nei confronti dell’occupazione abusiva dell’ex Chiesa di Sant’Eusebio e degli spazi circostanti.

Un atto al quale alcuni privati si erano opposti ricorrendo al Tribunale amministrativo regionale della Calabria che, in questi giorni, ha esaminato il dettaglio del caso decidendo a favore dell’Ente sibarita e dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Papasso. Un ricorso bocciato in toto tanto che la parte ricorrente è stata anche condannata al pagamento delle spese di giudizio.

«Non abbiamo mai avuto dubbi sulla legittimità del lavoro di uffici, squadra manutenzione e forze dell’ordine – ha commentato il sindaco Papasso – e le pronunce del Tar lo dimostrano a pieno. Esprimo viva soddisfazione per il risultato acquisito: la riconsegna alla città di qualcosa che era pubblico ed era stata occupata abusivamente dal privato è un atto legittimo. Ringrazio gli uffici, la squadra manutenzione, le forze di polizia e faccio un plauso all’avvocato Vittorio Cavalcanti che ha difeso il comune. Andiamo avanti nel progetto di restituire questi immobili alla collettività».

L’obiettivo dell’amministrazione Papasso, infatti, è quello di realizzare nell’area, in maniera fissa, il pluripremiato Presepe vivente di Sibari così come gli altri locali in corso di recupero saranno destinati ad attività culturali e sociali. Nell’area retrostante, poi, si interverrà anche con un progetto già appaltato col Pnrr per realizzare un grande parco e questi locali saranno annessi al parco e torneranno a disposizione dell’intera comunità di Sibari. (rcs)

Il Comune di Cz promuove ricorso al Tar contro dimensionamento scolastico

La Giunta comunale di Catanzaro ha promosso un ricorso al Tar Calabria per ottenere l’annullamento del Piano di dimensionamento scolastico, programmazione dell’offerta formativa e riorganizzazione della rete scolastica della Provincia di Catanzaro – Triennio 2024/2025 – 2026/2027.

Una iniziativa che «completa il percorso di questa Amministrazione contro la posizione assunta dalla Provincia di Catanzaro  di accorpare gli istituti scolastici cittadini senza tenere conto delle loro peculiarità e della loro storia, oltre che in spregio dei criteri individuati nelle linee guida generali proposte dalla Regione», ha commentato la consigliera comunale, Daniela Palaia.

«La decisione dell’esecutivo Fiorita – ha spiegato – arriva in accoglimento del pronunciamento già espresso dal Consiglio comunale sul medesimo tema. In quella sede, ho portato alla discussione dell’aula (che votò la mozione quasi all’unanimità) la necessità di cassare e prendere le distanze da un progetto che, già allora, appariva illegittimo e palesemente lesivo dei diritti e degli interessi della popolazione studentesca della città di Catanzaro nel senso dell’impedimento della realizzazione e del perseguimento degli obiettivi di formazione ed istruzione degli studenti catanzaresi».

1Un piano, peraltro, adottato dall’Ente intermedio – ha proseguito – senza tenere in alcuna considerazione le osservazioni e le obiezioni pur argomentate dal sindaco della città di Catanzaro, dall’assessore alla Pubblica istruzione, dai dirigenti scolastici e dai Consigli d’istituto. Un piano che, infine, comprometterebbe, se attuato, istituzioni scolastiche cittadine di lunga tradizione mettendone a serio rischio la qualità».

«Ed allora, non resta che auspicare, nell’interesse superiore del sistema scuola nel Capoluogo, – ha concluso – che la giustizia amministrativa ponga rimedio a tali guasti». (rcz)

Nuovo Ospedale di Cosenza, il Tar riconosce il legittimo interesse su Vaglio Lise

Nuovo ospedale, un punto in favore dell’amministrazione guidata da Franz Caruso. Il Tar riconosce il legittimo interesse del Comune di Cosenza sul sito di Vagliolise per la realizzazione del nuovo ospedale. Infatti, con sentenza pubblicata in data odierna il Tar di Catanzaro – nel decidere il ricorso proposto dal Comune di Cosenza avente ad oggetto l’annullamento del decreto dirigenziale n. 9088 del 27 giugno 2023 con cui la Regione Calabria ha indetto la procedura di affidamento dei servizi tecnici per la redazione del Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DocFap) del Nuovo Ospedale di Cosenza -, pur avendo pronunciato una sentenza di natura processuale, rilevando la non attualità dell’interesse all’impugnativa, ha evidenziato aspetti molto importanti della complessa vicenda.

Innanzitutto, il Giudice amministrativo ha riconosciuto in capo al Comune ricorrente la sussistenza della legittimazione ad agire «quale ente esponenziale, dedito alla cura dell’interesse collettivo a mantenere nell’ambito del territorio comunale del capoluogo di provincia un ospedale sede di Dea di II Livello».

Ha, poi, affermato che – poiché, al momento, l’area di “Vaglio Lise” non risulta affatto esclusa – l’interesse del Comune sarà attuale «solo con la successiva e futura adozione di un nuovo progetto di fattibilità tecnica ed economica (Pfte), ex d.lgs. n. 50/2016 applicabile “pro tempore, eventualmente riguardante altra area”.
Quanto all’interesse partecipativo, il Tar ha dato atto che, “riguardo alla precedente fase di stesura del documento nel 2017, la partecipazione del Comune era stata disposta dopo che lo Studio di Fattibilità era stato consegnato in data 14 luglio 2017, attraverso la successiva costituzione di un tavolo tecnico tra Regione Calabria, Comune di Cosenza e Azienda Ospedaliera».

Conseguentemente, secondo il Giudice amministrativo, la partecipazione del Comune potrà avvenire nella fase successiva alla stesura del “DocFap”. E, a conferma di ciò, rileva anche quanto dichiarato dalla Regione nelle memorie difensive prodotte in giudizio, ove è stato assunto l’impegno di coinvolgere il Comune di Cosenza, analogamente a quanto avvenuto con riferimento allo Studio di Fattibilità del 2017, nella fase di valutazione a seguito della redazione del nuovo Documento di fattibilità.

Il Tar non ha, poi, perso l’occasione per rivolgere un preciso monito alla Regione Calabria affinché proceda «senza ulteriori indugi alla conclusione della procedura aperta, come bandita», sottolineando, altresì, la necessità di una motivazione adeguata «in ipotesi di conclusione negativa e di scelta di altra allocazione».

Da ultimo, il Collegio, sebbene potesse esimersi da qualsiasi puntualizzazione in merito, ha ritenuto di rimarcare che «su eventuali dissipazioni di risorse economiche dovute al rinnovo della procedura» sia la Corte dei conti a dover decidere. (rcs)

Il 25 ottobre l’udienza al Tar per il nuovo Ospedale di Cosenza

Il prossimo 25 ottobre è in programma l’udienza pubblica nel corso della quale sarà discusso nel merito il ricorso presentato dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Franz Caruso, contro il decreto della Regione Calabria per il nuovo ospedale di Cosenza.

Il decreto impugnato dall’Amministrazione comunale di Cosenza è il decreto a contrarre, ai sensi dell’art. 32, comma 2, del d.lgs. 50/2016, per l’affidamento dei servizi tecnici per la redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali. La tutela delle ragioni dell’Amministrazione comunale è stata, come è noto, affidata, nel ricorso presentato davanti al Tar, al prof. Angelo Piazza. Il prof. Piazza aveva ricevuto mandato dal Comune di Cosenza a difesa dell’autorevolezza e della bontà delle decisioni assunte dal Consiglio Comunale di Palazzo dei Bruzi che aveva indicato il sito di Vaglio Lise come quello più idoneo per la definitiva allocazione del nuovo ospedale Hub di Cosenza.

Le ragioni prospettate dal Comune di Cosenza nel ricorso presentato dal prof.Piazza e che sarà discusso nel merito, davanti al Tar Calabria, nell’udienza del prossimo 25 ottobre, muovono dal presupposto che il decreto della Regione Calabria, attraverso la valutazione di altri due siti alternativi a quello indicato dal Consiglio comunale della città di Cosenza (Vaglio Lise) cancella  il complesso procedimento che aveva impegnato, nelle sue diverse fasi, la responsabilità politica degli organi istituzionali della Regione e dell’Ente comunale e, nello stesso tempo, rappresenta una vera e propria mortificazione per Cosenza deprivandola, rispetto ad una scelta così importante come quella della localizzazione del nuovo Ospedale Hub, del suo ruolo di capoluogo di provincia. (rcs)

Reggina, il sindaco di Reggio Brunetti e il delegato Latella: Sentenza del Tar un colpo mortale

Il sindaco f.f. del Comune di Reggio, Paolo Brunetti e il delegato allo Sport, Giovanni Latella, hanno commentato la sentenza del Tar come «un colpo mortale all’intero movimento calcistico reggino».

«Una condizione inaccettabile – hanno aggiunto – che penalizza in maniera pesantissima un intero territorio. La nostra comunità paga incolpevolmente una vicenda che di sportivo non ha proprio nulla e che di fatto ha prodotto l’espulsione della nostra Reggina dal sistema calcio professionistico. Un fatto gravissimo, con pesanti ricadute anche sotto l’aspetto economico, sociale ed occupazionale, sul quale chiederemo vengano pienamente accertate tutte le responsabilità, a partire da quelle societarie».

«Da parte nostra – hanno proseguito – da istituzioni responsabili, abbiamo il dovere di tutelare i colori amaranto e l’intero movimento sportivo reggino. Abbiamo già attivato tutte le procedure previste dal diritto sportivo per fare in modo che la squadra della nostra città possa essere iscritta ad un campionato di rilevanza nazionale. E proseguiremo su questo indirizzo con l’obiettivo di tutelare la maglia amaranto a prescindere dalla categoria, nel rispetto dei tifosi e di tutti gli sportivi reggini». (rrc)

Divieto transito a Vibo Marina, Tar sospende ordinanza ma conferma esigenze di sicurezza

Il Tribunale amministrativo regionale della Calabria, sospendendo l’ordinanza sindacale n. 891, ha di fatto confermato la fondatezza delle esigenze di sicurezza palesate dall’amministrazione comunale di Vibo Valentia. È quanto ha spiegato la sindaca di Vibo, Maria Limardo, aggiungendo che «il Comune era ed è aperto a tutti i correttivi del caso, tant’è che fino a questa mattina siamo rimasti invano in attesa della formalizzazione delle proposte illustrate dagli stessi nell’incontro di ieri».

Nella sospensiva il Tar dichiara infatti che bisogna «individuare un punto di contemperamento e di equilibrio con la necessità di decongestionare per quanto possibile i percorsi viari indicati nell’atto impugnato – anche a beneficio dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco – quanto meno per il periodo, coincidente in linea di massima col corrente mese di agosto, caratterizzato da maggiore affluenza turistica e incremento di traffico veicolare nella zona della frazione Marina di Vibo».

«Tutto questo – ha concluso il primo cittadino – conferma la bontà della ratio del provvedimento sindacale posto che i giudici amministrativi espressamente invitano la Meridionale Petroli ad interloquire con l’amministrazione comunale per la ricerca di un ‘equo contemperamento e di un punto di equilibrio’, ciò che finora non è avvenuto nonostante le interlocuzioni precedenti e successive all’ordinanza». (rvv)

CATANZARO – Il Tar Calabria cerca una nuova sede sul territorio

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria, sede di Catanzaro, avvia un’indagine di mercato esplorativa finalizzata ad individuare un immobile nel Comune di Catanzaro, da acquistare o locare, per stabilirvi la propria sede istituzionale.

L’immobile per il quale si attiva la ricerca dovrà avere una superficie compresa tra mq 2.000 e mq 2.500 circa, consistente in una soluzione edilizia indipendente o in una porzione di edificio, purché dotata di autonomia funzionale. Saranno considerate ammissibili proposte di immobili o porzioni di immobili da ristrutturare, per i quali la proprietà si impegna a realizzare, a propria cura e spese, le opere necessarie a rendere l’immobile conforme alle disposizioni di legge e alle esigenze del Tar. Le proposte dovranno essere presentate alla Segreteria del Tar entro e non oltre le ore 12.00 del 20 settembre 2023.

L’Avviso di indagine è consultabile sul seguente sito: https://www.giustizia-amministrativa.it, nella sezione dedicata al Tar Catanzaro, nella sezione Avvisi e nella sezione Amministrazione Trasparente. (rcz)

Marcello Manna in libertà: il Tar annulla gli arresti

Marcello Manna torna libero. Il Tar, infatti, ha annullato l’ordinanza a carico del sindaco di Rende e presidente di Anci Calabria, che era agli arresti domiciliari.

Lo ha dichiarato all’Ansa Nicola Carratelli, difensore insieme all’avvocato Gian Domenico Caiazza, spiegando che «dalla cancelleria ci risulta l’annullamento dell’ordinanza, ma al momento nulla è stato ancora notificato».

Il primo cittadino è coinvolto nell’inchiesta “Reset”, coordinata dal Dda di Catanzaro, dove è stato accusato di aver tenuto rapporti con esponenti della ‘ndrangheta, soprattutto alle elezioni comunali del 2019. (rcs)

Il 22 giugno il Tar si esprimerà sulla vertenza delle Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI – È caduta la maschera bonaria, decisa ed efficiente del presidente f.f. Nino Spirlì, nel prendere di petto la questione dei lavoratori delle Terme Luigiane, per assicurare loro il lavoro con la continuità funzionale della nuova stagione termale che sarebbe dovuta partire dal 1° luglio, come stabilito dai provvedimenti governativi, nonché  la tutela di tutte quelle persone che annualmente hanno sempre affollato le strutture termali luigiane per sottoporsi alle varie sedute curative.

Una folta delegazione di lavoratori ha occupato stamani la sede della Cittadella regionale, decisi ad ottenere dal presidente Spirlì un’assunzione di responsabilità per come aveva già indicato, ed invitato i due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, con la lettera  inviata loro lo scorso 16 maggio, nella quale si chiedeva la presentazione di un Report entro il 21 maggio, in cui dovevano essere illustrati con chiarezza lo stato del bene, indicando  le attività manutentive azionate nel periodo di interruzione e, soprattutto, un cronoprogramma nel quale dovevano essere evidenziate con chiarezza tempi e modalità delle attività di sfruttamento delle acque, al fine di salvaguardarne la imminente stagione termale, pena il ritiro della concessione affidata ai due Comuni.

Terme Luigiane
Occupazione dei lavoratori in Cittadella Regionale

Nulla di tutto questo è avvenuto, se non la presentazione di una nuova proposta da parte della Sateca, ancora disponibile ad aprire la nuova stagione con l’assunzione dei lavoratori, rigettata dai due Sindaci con una controproposta economica ed organizzativa a dir poco scandalosa nei termini dei tempi e della retribuzione finanziaria.

I lavoratori, stamani, lo hanno gridato ad alta voce al presidente Spirlì negli ambienti degli uffici regionali, che il tempo è scaduto e bisogna intervenire con urgenza nella risoluzione del contratto di concessione affidato nel 2015 dalla Regione ai due Comuni. A un certo punto, i lavoratori, per ragioni di sicurezza, sono stati invitati a fare fuori del palazzo le loro dimostranze, pur accettando di far rimanere dentro una delegazione di cinque di loro in attesa di avere un confronto diretto con il presidente Spirlì, pur trovandosi fuori dalla sede regionale.

Il pensiero del Presidente Spirlì arriva ai lavoratori dentro e fuori il palazzo regionale tramite una nota diramata dall’ufficio stampa regionale, nel quale si riconosce che esistono posizioni molto distanti tra le due proposte avanzate dalla Sateca e dai due Comuni e dichiara di essere pronto ad intervenire.

«Tutelerò l’interesse generale», afferma nella nota stampa. «Pur compenetrandomi nelle preoccupazioni e nelle ansie dei dipendenti, e pur riconoscendo il loro sacrosanto diritto al lavoro, così come, allo stesso modo, riconosco il diritto alle terapie per tutti coloro i quali, negli anni, si sono affidati alle cure delle Terme Luigiane, non posso che prendere atto – dice nella nota stampa il presidente Spirlì – delle incolmabili distanze tra le parti interessate al contenzioso relativo alla concessione e all’uso delle acque».

«Sono dispiaciuto di non riuscire a incontrare le rappresentanze dei lavoratori delle Terme, in una giornata già fitta di impegni istituzionali dai quali non posso esimermi. Continuo ad assicurare, tuttavia – aggiunge Spirlì – la mia piena disponibilità alla mediazione. A tal proposito, non posso che sperare nel buonsenso di chi, in questo momento così difficile, deve decidere a cosa rinunciare e cosa far nascere. Il bene della Calabria, il bene dei calabresi – afferma ancora il presidente –, lo costruiscono i costruttori; chi costruttore non è, diventa un fabbricatore di quel male che le nostre genti, purtroppo, conoscono da troppo tempo. Ecco perché, nel caso in cui dovessero perdurare, senza giustificazione, queste distanze, in qualità di presidente della Giunta regionale coinvolgerò gli assessori in una decisione netta e definitiva, a tutela dell’interesse generale».

I lavoratori, a caldo, informati della nota stampa del presidente Spirlì, non hanno preso bene le sue dichiarazioni in quanto molto fumose e non decise, come loro si aspettavano in base ai pensieri e atteggiamenti assunti nelle varie occasioni d’incontro che si sono avuti nell’ultimo mese, a partire dalla visita che il 4 maggio, festa di San Francesco, lo stesso presidente fece ai lavoratori presso lo stabilimento Terme Novae. 

Nel tardo pomeriggio, la delegazione dei lavoratori all’interno del palazzo regionale ha avuto modo, presente il consigliere regionale, Pietro Molinaro, di avere un duro confronto con l’assessore Fausto Orsomarso, che ha solo prodotto delle posizioni nette di contrapposizione sulla interpretazione della proposta avanzata dai due sindaci, circa il pagamento del canone dell’acqua, che secondo l’assessore dovrebbe essere aggiornato ed elevato tenendo conto dei costi di mercato e secondo anche le situazioni esistenti in altri stabilimenti termali nazionali. A nulla è valsa la posizione spiegata dai lavoratori circa i costi fissati nella proposta dei sindaci per il pagamento del canone, le cui tariffe sono state redatte non in riferimento alle acque termali curative, bensì a quelle minerali d’imbottigliamento e commercializzazione.

Un incontro che ha messo a nudo il pensiero dell’Assessore Orsomarso, che dovrebbe – secondo i lavoratori – essere assistito in questa vicenda da professionisti e studiosi del settore, in modo che sappia fare le giuste scelte immediate di  funzionalità delle Terme Luigiane, dove nel frattempo le acque termali, di proprietà della Regione, sono state deviate nel ruscello “Bagni” nella indifferenza più totale sia dell’amministrazione regionale che di quella provinciale di controllo.

«Presidente Spirlì – dicono i lavoratori – se ha riconosciuto le posizioni molto distanti esistenti tra i due Sindaci e la Sateca intervenga subito e convochi gli assessori, per come ha dichiarato,  per assumere la decisione netta e definitiva, a tutela dell’interesse generale, sia dei lavoratori che dei curanti. Non c’è tempo da perdere per salvare la stagione termale. Tenga conto che solo per preparare i fanghi occorre un periodo d un mese e mezzo di maturazione».

La formula del buon governo della Pubblica Amministrazione EEPT (Efficienza, Efficacia, Produttività e Trasparenza) non è di casa per questa vicenda alla Regione Calabria.

Si è appreso, intanto, che per il prossimo 22 giugno – e i lavoratori alla luce di quanto accaduto ieri in Regione vi confidano molto – è attesa la sentenza del Tar, che dovrà giudicare quanto accaduto sulla vicenda a partire dal regolamento di distribuzione delle acque termali approvato dai consiglieri di maggioranza dei due Consigli Comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese.

Come pure è attesa da parte dei due Comuni, a norma della legge sulla trasparenza, tanto invocata e proclamata dai due Sindaci  in varie circostanze, la pubblicizzazione del risultato ottenuto con l’avviso pubblico finalizzato a cercare manifestazioni d’interesse per l’espletamento del bando di concorso utile alla ricerca del nuovo sub concessionario, i cui termini sono scaduti alle ore 12,00 dello scorso 14 dicembre. (fb)