Biondo (Uil Calabria): Stop all’edizione notturna Tgr è gravissimo

Santo Biondo, segretario generale della Uil Calabria, ha ribadito che «in Calabria non sono accettabili riduzioni di un servizio pubblico qual è quello rappresentato dal Tg regionale. Lo stop all’edizione notturna del Tgr è gravissimo. Nella nostra regione la redazione calabrese della Rai, da sempre, rappresenta un presidio sul territorio».

«La pandemia da Covid-19, poi – ha aggiunto – ha confermato l’importanza del servizio fornito ai cittadini calabresi dai grandi professionisti che operano nella redazione del Tgr Calabria. Donne e uomini che, con il loro lavoro di inchiesta ed approfondimento, hanno offerto uno spaccato imprescindibile di quello che per noi deve essere il servizio pubblico».

«Siamo convinti che, nel tempo delle false verità – ha proseguito – sia necessario aumentare gli spazi dell’informazione regionale e dell’attività giornalistica ad essa legata, così come sia indispensabile potenziare queste redazioni che, soprattutto in territori difficili qual è quello calabrese, rappresentano un avamposto di legalità».

«Non vorremmo, infine – ha concluso – che questa scelta anacronistica – assunta in una fase politica, economica e sociale estremamente delicata e particolare per meri calcoli ragionieristici – possa nascondere la volontà di smantellare, un pezzo alla volta, il servizio pubblico regionale. Se così fosse, nel sostenere la mobilitazione dei giornalisti della redazione calabrese della Rai, già da subito diciamo che siamo pronti ad affrontare quella che è una battaglia per la democrazia».

Sul caso è intervenuto anche Tonino Russo, segretario generale Cisl Calabria, ha definito «inaspettata e incomprensibile la scelta della Rai di cancellarla dal palinsesto, una decisione che penalizza i cittadini privandoli di un servizio importante e apprezzato, confinando l’impegno professionale della redazione entro una fascia oraria che di fatto esclude chi può seguire il TGR solo a tarda sera».

«Ci auguriamo, perciò – ha concluso – che la più importante azienda culturale e di informazione del Paese ritorni sui suoi passi. Sarebbe senza dubbio conclude Russo un segnale importante di attenzione ad un’utenza che rimane legata alla Rai anche per la capillarità della sua presenza in tutti i territori». (rrm)