Riceviamo e pubblichiamo dall’Associazione Ricchizza di Pietrapaola (CS) una lettera che mette in evidenza le incongruenze del trasporto pubblico e le criticità della mobilità tra i piccoli centri. È un dibattito che merita attenzione e il contributo di amministratori e lettori cui daremo volentieri spazio adeguato.
Ad intervalli regolari i nostri politici locali e nazionali, continuano a prenderci per i fondelli con promesse tanto roboanti quanto evanescenti. Da decenni ci promettono la realizzazione del ponte sullo stretto e il potenziamento delle infrastrutture a cominciare dai porti e dagli aeroporti. E intanto siamo costretti a sobbarcarci viaggi in auto o in pullman della durata di 10 – 15 o 20 ore, a seconda della località da raggiungere. E lo facciamo abtorto collo per mancanza di alternative e per il forte desiderio di rivedere i nostri cari o per ritornare nei luoghi natii.
Ma come si può pensare di attrarre i turisti? Come si può pensare di incentivare il turismo in queste condizioni? Come si può pensare che chi non ha legami di affetto o validi motivi di lavoro, affronti la fatica e i rischi di un viaggio in automobile o in pullman di migliaia di km per raggiungere le nostre rinomate località?
Per attrarre i turisti sono necessarie molte cose a cominciare dalla funzionalità, dalla celerità e dal costo dei mezzi di trasposto che vanno riorganizzati privilegiando quelli più vantaggiosi per l’utente.
È giunto il momento di rendere la Calabria accessibile a chi desidera farlo, utilizzando le risorse che saranno messe a disposizioni nei prossimi anni. È giunto il momento di operare delle scelte a favore degli aeroporti e dei viaggi in aereo anziché in autobus. È Giunto il momento di eliminare alcune migliaia di autobus che partono giornalmente dalla Calabria per raggiungere le città del nord “a spese dei contribuenti”. È giunto il momento di riorganizzare la rete dei trasporti a cominciare dai singoli paesi, sostituendo gli autobus, che ormai non li utilizza più nessuno, con delle navette più piccole e meno costose.
In altri termini, serve una rete di trasporto pubblico da e verso gli aeroporti che garantisca di prendere le coincidenze dei voli al servizio di chi utilizza questi vettori; Pertanto non sono necessari altri aeroporti ma dei collegamenti funzionali fra gli aeroporti e i singoli borghi per fare in modo che il turista, una volta poggiato il piede sulla nostra terra, possa trovare a sua disposizione dei mezzi celeri e confortevoli che gli consentano di raggiungere la sua destinazione. È assurdo che da Milano a Lamezia è sufficiente un’ora e mezza di aereo e poi da Lamezia per raggiungere i comuni dell’Alto Jonio ne occorrano tre o quattro con la macchina e sei o sette con il treno!
Associazione Ricchizza Pietrapaola
di FRANCO BARTUCCI – Le inversioni di marcia dichiarate dall’assessore regionale alle infrastrutture, Domenica Catalfamo (vedi Calabria.Live del 30 dicembre), rispetto al resoconto della programmazione del trasporto pubblico calabrese per il 2020 non possono essere condivise in quanto frutto di una programmazione del governo regionale precedente, guidato dal presidente Mario Oliverio, con il supporto del suo collega alle infrastrutture, prof. Roberto Musmanno. Peraltro con fondi ministeriali scaturiti anche per effetto della programmazione anti Covid-19 che hanno portato al rinnovamento del parco macchine autobus ed all’incremento dei servizi erogati sia da Trenitalia che da Ferrovie della Calabria.
Altrettanto apprezzabili sono poi l’entrata in funzione dei 4 treni Pop che hanno consentito l’ampliamento di altre 14 corse diurne e notturne da Reggio Calabria a Rosarno, da Lamezia a Rosarno, da Lamezia a Praia a Mare, da Reggio Calabria a Melito di Porto Salvo, per non parlare del rinnovo del contributo a Trenitalia per mantenere anche durante il 2021 la Frecciargento Sibari/Bolzano, definito come servizio strategico per la valorizzazione della costa jonica. Tutto questo frutto dell’impegno e intuito avuto dall’assessore che lo ha preceduto, prof. Roberto Musmanno, sostenuto dal presidente Mario Oliverio.
Ciò che non ha detto l’assessore Catalfamo è la situazione di realizzazione della stazione ferroviaria in località Settimo di Montalto Uffugo, che prevedeva una fermata della Frecciargento, a partire dalla fine dello scorso anno 2019, grazie alla realizzazione di una piattaforma di sosta, già finanziata dal precedente governo regionale. Una piattaforma di sosta e una stazione di servizio utile anche all’Università della Calabria, già programmata nell’ambito del progetto di realizzazione delle strutture universitarie elaborate nel 1974 dal progettista arch. Vittorio Gregotti.
Ciò che non ha detto ancora l’assessore Catalfamo è la situazione del progetto di realizzazione della metropolitana leggera con il nuovo tracciato disegnato dalla programmazione dell’Assessore Musmanno, che partiva proprio dalla stazione di Settimo di Montalto Uffugo per collegarsi con Castiglione Cosentino, snodo della porta sud d’ingresso dell’Università della Calabria.
Sappiamo, invece, ma nulla è stato detto, che il Consiglio regionale ha stabilito di utilizzare i fondi previsti e giacenti per la realizzazione del progetto della metropolitana leggera Cosenza-Rende –UniCal per finanziare azioni di contrasto all’emergenza Covid, così come ha chiesto con diverse interrogazioni la parlamentare europea di Cinque Stelle, Laura Ferrara. Fondi che facevano parte per un importo di 160 milioni di euro del Feser 2014/2020. Secondo il deliberato del Consiglio Regionale l’opera per l’intero impegno di spesa – 156 milioni di euro- dovranno passare sul prossimo Fondo Sviluppo e Coesione 2021/2027, con un’avvertenza che suona come la fine di un sogno, ch’era quasi una meta raggiunta dopo quasi cinquant’anni di attesa: «È nell’intenzione dell’amministrazione regionale – si legge nell’allegato alla delibera del Consiglio – procedere alla verifica della fattibilità tecnica e della sostenibilità economico-finanziaria del progetto per le successive valutazioni di merito».
Peccato che non si abbia consapevolezza dell’importanza di questo progetto per l’Università della Calabria, il quale ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un’opera vitale per lo sviluppo dell’area di competenza. Questo tanto più oggi, a fronte dello stato economico e sociale del Paese ed a seguito dei riflessi creatisi anche nella nostra Regione con lo stato delle cose maturate con la pandemia Covid-19, che hanno portato l’Unione Europea ad intervenire con la programmazione Recovery Fund, dal quale dovrà uscire il Recovery Plan a sostegno dello stato economico, sociale e dello sviluppo del nostro Paese, per finire ad una rivalutazione del sistema sanitario, che soprattutto in Calabria necessita di interventi strutturali ed organici medici infermieristici di consistenza e qualità. Proprio questo ne rappresenta una grande opportunità di realizzazione.
A seguito della pandemia la Regione ha pensato malamente di rimodulare 500 milioni di euro di fondi Por, inserendovi pure quelli giacenti per la metropolitana Cosenza-UniCal , passandoli sul Fondo Sviluppo e Coesione, per essere utilizzati nelle azioni di contrasto all’emergenza Covid. Tutto ciò nella segretezza più totale, tranne che nella trattazione che si trova nel sito della regione stessa, dimenticando, comunque, che l’opera per contratto sottoscritto, tra la Regione Calabria e la Società vincitrice dell’appalto (Cooperativa Muratori&Cementisti CMC di Ravenna Società Coop con sede a Ravenna, in qualità di mandataria dell’ATI, costituita con la “Construcciones Auxiliar de Ferrocarriles S.A”, con sede legale in Besain -Spagna), ha come tempi di realizzazione 39 mesi, a partire dall’apertura del cantiere avvenuta il 29 settembre 2018, con scadenza di consegna della stessa al 31 marzo 2023. Se questa è trasparenza si può dire che ci si trova ampiamente lontani da quelle certezze di reale diritto d’informazione al cittadino e di trasparenza totale del buon governo dell’Ente Regione, se tale si può definire in questa circostanza.
Lo spostamento di realizzazione dell’opera è stato inserito comunque nel prossimo Fondo Sviluppo e Coesione 2021/2027, che non dà certezze del prosieguo dell’opera anche per effetto di contrapposizioni maturate nell’arco degli ultimi tre anni ad opera delle azioni politiche del parlamentare europeo, Laura Ferrara. La quale, come è noto, si è più volte rivolta all’apposita commissione europea chiedendone l’annullamento del finanziamento per essere utilizzato, in base all’ultima interrogazione, per l’acquisto di mezzi di collegamento alternativi ecosostenibili, tipo i bus elettrici, come per le spese sanitarie, al sostegno dei regimi di riduzione dell’orario lavorativo, nonché per il sostegno al capitale circolante delle piccole e medie imprese. Per non parlare infine dell’associazione “No Metro”, sorta per motivi strumentali, convinti del concetto che trattasi di un’opera inutile ed antieconomica non tenendo in considerazione le motivazioni storiche che altri negli anni settanta/novanta ne hanno fatto oggetto di lotta ed impegno pratico nel promuoverne la realizzazione quale mezzo necessario di collegamento tra l’Università della Calabria e la città di Cosenza per dare spazio alla nascita di una “Grande Cosenza”, almeno tale veniva definita nel 1971 con la nascita del campus universitario di Arcavacata.
La realizzazione della stazione ferroviaria di Settimo in collegamento alle strutture dell’Università della Calabria, da portare a termine, rappresenta con la metro il punto di partenza ed il cuore pulsante della nuova grande città dell’area metropolitana Montalto/Rende/Cosenza/Castrolibero ed attiguo hinterland. (fb)
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