IL RACCONTO / Frank Gagliardi: La Trebbiatura

di FRANK GAGLIARDI –  Al termine della mietitura del grano le donne raccoglievano i covoni che venivano portati sull’aia dove si costruiva “la timugna”. Sul tetto veniva posta una croce fatta di spighe di grano a guardia del grano. L’attesa della trebbiatura era uno dei momenti più carichi d’ansia perché era forte il timore che potesse piovere, grandinare o che potesse sprigionarsi un incendio.

La pioggia e la grandine avrebbero danneggiato i covoni, l’incendio avrebbe distrutto tutto il raccolto. Prima dell’uso della trebbiatrice i covoni di grano venivano sparsi sull’aia e su di essi veniva fatta passare una grossa pietra “la triglia” tirata da due grossi e robusti buoi in un continuo movimento circolare per fare uscire i chicchi di grano dalla spiga. Gli uomini, poi, con forconi di legno “tridenti” sollevavano la paglia che col vento veniva separata dai chicchi, i quali, venivano raccolti, questa volta dalle donne, in grandi cesti (crivi) e così il grano “cernuto” veniva separato dalla pula.

La paglia veniva raccolta e usata principalmente come foraggio per il bestiame o messa nei porcili. La trebbiatrice da noi arrivò negli anni Cinquanta. La introdusse mio cognato mastro Eduardo Perri. Una sola volta, nell’immediato dopoguerra, venne da noi una grande e rossa trebbiatrice. Era di proprietà di Francesco Socievole. Si fermò a trebbiare il grano in contrada Vallone ai lati della provinciale Cosenza – Amantea, vicino l’abitazione di zio Antonio Gagliardi.

Fu una grande festa non solo per il vicinato ma per tutta la popolazione sampietrese. Era la prima volta che vedevamo una grande macchina di colore rosso  tirata da un grande trattore che trebbiava il grano. Le donne che lanciavano i covoni, gli uomini addetti alla trebbiatura che li spingevano all’interno della trebbiatrice senza che qualche spiga fuoriuscisse. Che spettacolo! Da una parte usciva la paglia, da un’altra la pula, da un’altra parte i chicchi di grano che andavano a finire nei sacchi di juta che venivano subito chiusi e legati con lo spago e portati via dalle donne nei granai che poi erano grandi “casciuni” che si trovavano nei nostri scantinati o magazzini.

Giugno, la falce in pugno. Così recita un antico proverbio contadino. Vuol dire che la mietitura del grano doveva avvenire nel mese di giugno, quando cioè il grano era completamente maturo e le spighe si ripiegavano sotto il loro peso. Le piantine del grano venivano tagliate, da uomini esperti, con una grande falce e poi riunite in fasci. Le donne poi facevano i covoni per comporre le gregne. Per incominciare a mietere il grano si aspettava quando il sole era alto e si lavorava fino all’imbrunire, prima della umidità della sera. La falce era ed è uno strumento a mano d’uso antichissimo formata di un corto manico al quale è unita una lama curva avente un lembo dentato.

Si operava con la mano destra mentre con la sinistra, le cui dita erano protette da “cannuoli” di canna, s’isolava il manipolo da tagliare per poi depositarlo a terra e farne dei fasci. La falciatura e la trebbiatura del grano sono solo il momento finale della raccolta del grano. Bisognava prima preparare il terreno. Si partiva nel mese di luglio e agosto col dissodare il terreno e poi a novembre si seminava il grano. La sera prima della semina il grano veniva mischiato con una soluzione di acqua e “pietra turchina” (minerale a base di rame) perché impediva al grano di diventare nero quindi inutilizzabile al fine della semina. A marzo venivano tolte dal campo seminato le erbacce cattive. Seguiva la sarchiatura. Questa operazione era eseguita per lo più dalle donne utilizzando come attrezzo “u zappuniellu”, attrezzo molto piccolo e meno pesante della zappa che veniva usata dagli uomini robusti.

L’operazione consisteva non solo nel distruggere le erbe infestanti ma per favorire principalmente la circolazione dell’aria nel terreno rimescolando lo strato superficiale. A giugno poteva iniziare la mietitura e poi la trebbiatura, lavoro molto duro, però erano una festa per tutta la famiglia che coronava un lungo periodo di lavoro. Le macchine per la mietitura del grano da noi non sono mai arrivate. Non erano adatte a causa del terreno scosceso e collinare del nostro territorio. Però, in seguito alla meccanizzazione agricola la mietitura manuale è oggi scomparsa.

Ricordo una poesia che la mia maestra di quinta elementare, la cara e indimenticabile Lillina Luciani, mi ha fatto imparare a memoria che serviva per farmi ricordare i mesi dell’anno e le loro caratteristiche: Gennaio mette ai monti la parrucca……/ Luglio falcia le messi al solleone / Agosto, avido ansando le ripone.

RENDE: OGGI SI FESTEGGIANO I 20 ANNI DI A’ TIMUGNA

21 luglio – Oggi, a Rende, alle 19.30, presso l’ex Scalo ferroviario, si festeggia il ventesimo anniversario dell’Associazione Culturale “A’ Timugna”.
Per l’occasione, l’Associazione ha organizzato un evento di due giorni dal titolo “Gli antichi mestieri nella Civiltà contadina”, che comincerà alle 19.30 con l’inaugurazione della mostra degli antichi mestieri nella civiltà contadina.
A seguire, alle 20.00, si svolgerà un convegno-dibattito “1998-2018, vent’anni di attività”, a cui seguirà, alle 21.00, la trebbiatura in diretta sull’aia.
La prima giornata si concluderà con uno spettacolo musicale.
Domani, l’evento proseguirà alle 20.00, con la mostra degli antichi mestieri nella civiltà contadina”, a cui seguirà la trebbiatura. Alle 22.00, uno spettacolo musicale concluderà questa due giorni di festeggiamenti. (rcs)

GERACE: OGGI LA FESTA DELLA TREBBIATURA

21 luglio – Si svolge oggi, a Gerace, presso l’Agriturismo “Modi”, la nona edizione della “Festa della Trebbiatura”.
La manifestazione, organizzata dall’Azienda Agricola “Barone Marcì”, e patrocinata dal Comune di Gerace e dalle aziende De Masi e Grena, ha l’obiettivo di far riscoprire e conoscere l’attività della tradizione contadina, la trebbiatura, svolta come un tempo, caratterizzata dall’operosità di tutti, per poi concludersi con musica, balli e canti per tutti coloro che avevano lavorato nell’arco della giornata.
Si parte alle 16.00 con i giochi tradizionali, a cui seguirà, alle 19.30, la trebbiatura. Alle 21.30, la manifestazione si concluderà con il concerto live dei “Behike Moro”. (rrc)