Le “Donne iraniane” di Umberto Falvo spopolano a Roma

Ci sono tanti modi per protestare contro la dura repressione iraniana sui diritti delle donne, ma l’arte è sicuramente una delle leve più potenti. E così tantissima gente, con presenze molto significative del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’arte, si è riversata a Roma in via Margutta per ammirare venti opere selezionate in tutta Italia per celebrare la “resistenza” delle donne iraniane. Tra queste, una delle più significative è quella creata dall’artista catanzarese Umberto Falvo, non nuovo alla vetrina artistica della Capitale, che ha voluto dimostrare così il suo grande impegno civile.

La mostra, intitolata Women life freedom, è stata inaugurata in uno spazio molto prestigioso, l’Area Contesa Arte, nel cuore di quella viene comunemente conosciuta come la “strada degli artisti”, a pochi passi da piazza di Spagna. È stata curata dalla storica dell’arte Sabina Fattibene, ma l’idea è partita dalla popolare attrice e conduttrice Marisa Laurito.

L’opera di Falvo è stata tra quelle che più hanno suscitato l’attenzione dei visitatori dell’esposizione che resterà aperta fino al 19 marzo. Si tratta di un lavoro, se vogliamo, non molto usuale nella tecnica pittorica dell’artista catanzarese, in quanto associa due immagini digitali speculari di una donna che si taglia i capelli per protesta su uno sfondo con un’esplosione di colori, quasi a significare la forza della rivoluzione in atto in Iran. Si potrebbe parlare di una riproposizione con il digitale della tecnica di Mimmo Rotella che utilizzava le immagini dei manifesti strappati per realizzare opere innovative grazie ai suoi interventi con il colore.

Una ennesima consacrazione del talento di Umberto Falvo e della sua capacità di passare dalla pittura classicheggiante a forme di espressione moderne e in sintonia con la rivoluzione tecnologica. (rrm)

Venerdì l’omaggio del Maestro catanzarese Falvo alle donne iraniane

Venerdì 10 marzo, il maestro catanzarese Umberto Falbo, esporrà una sua opera alla mostra ideata da Marisa Laurito, presso la prestigiosa Galleria di Roma “Area Contesa Arte” situata in via Margutta, dal titolo Women life freedom curata dalla storica dell’arte Sabina Fattibene.

La mostra ospiterà solo venti opere di artisti provenienti da ogni parte d’Italia. Il Maestro Falvo per l’occasione esporrà un’opera realizzata digitalmente per rappresentare il dramma vissuto dalle donne Iraniane, che combattono e rischiano  la vita per un briciolo di libertà.
Falvo è molto apprezzato nelle innumerevoli mostre a cui partecipa. Nella neve i colori di Falvo è il titolo di una recensione di Luigi Stanizzi dalla quale traspare la finezza delle sue opere: «Chiamano  coltre bianca  quella che qui è semplicemente neve. In Sila. Tutto bianco, come in un sogno senza sonno. E il verde del lago, dei pini, l’azzurro del cielo di montagna. Gli stessi colori racchiusi nei quadri di Umberto Falvo esposti sulle rive del lago Ampollino, increspato come mare. Al teatro tenda. La cultura viene dal mare e la montagna, nei colori, è come se si fosse inginocchiata a questa verità».
«Qui – sono sempre le parole del giornalista Luigi Stanizzi – in queste foreste sfruttate tanto dai Greci che dai Latini per costruire navi e templi, sono apparse immagini di mito, simboli, essenza filosofica e di pensiero. C’è grecità nelle opere di Umberto Falvo, come  asserisce Francesco Grisi. La grecità giunta con la mostra che ha rotto il silenzio fatato della Sila nel discorso tra l’artista e un crotonese: Pitagora o Alcmeone, Aristotele… In un luogo dove non c’è segno di civiltà, solo natura, opere che stimolano più domande che risposte, in una giornata di neve colorata dal pennello di Dio… e di Falvo. Tutto sul bianco vergine del paesaggio; e della tela. Ci sono due letture nelle opere di Falvo, e forse in tutti i quadri. Quella dell’artista: è la rappresentazione di un pensiero o di un  concetto tradotto in colori, segni, figure. Quella di chi guarda, inizialmente spiazzato di fronte all’opera».
«Non sa se si trova di fronte alla vita o alla morte – ha proseguito Stanizzi –. Si sofferma, entra nel quadro, chiede aiuto al pittore. Ma il soccorso per comprenderlo arriva solo dalla cultura; per gli altri spettatori sono solo belli.  “Non ho mai costruito un quadro banale, l’opera nasce da una frase, da una immagine scippata (a chi sa chi ndr) modificata e manipolata per creare una nuova immagine e una nuova storia”, dice Umberto Falvo mentre guarda dritto negli occhi, credendoci».
«Senza protervia – puntualizza Luigi Stanizzi, vicepreside del Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria avviandosi a conclusione – Sergio Paolo Foresta, vicino e lontano dalla Sila e dal Mar Jonio, mentre il pendolo scandisce il tempo che non esiste, spara, con la pipa fra le labbra, un libro fra le mani, sdraiato sulla poltrona grande: In genere, l’espressione artistica è una trasfigurazione, trasposizione delle immagini dell’infanzia. Dal fantastico, onirico, sedimentato dentro».
Un testo di critica artistica che risale al 3 maggio 2001. Profetico. Perché per Falvo, e per la Città di Catanzaro, c’è un altro grande motivo di orgoglio e soddisfazione: la commissione dell’Accademia Italiana d’Arte e Letteratura ha deliberato l’ammissione del Maestro Umberto Falvo quale Membro dell’Accademia Italiana d’Arte e Letteratura. La proclamazione avverrà venerdì 12 maggio 2023,  alle 11, a Roma, presso la Gangemi editore ubicata in via Giulia 142.
Per l’occasione un numero limitato e selezionato di artisti esporranno un’opera. Il maestro Falvo esporrà un tecnica mista (smalto, olio, acrilico, su intonaco a fresco) dal titolo Tempio Egizio. Il maestro Falvo esprime, infine, compiacimento per questo importante riconoscimento, che si aggiunge ai tanti altri anche a livello internazionale, soprattutto per veicolare un’immagine positiva della sua città, Catanzaro, capoluogo della Calabria. (rrm)