Greco (Unimpresa Sanità): Autonomia è condanna a emigrazione sanitaria

Per Giancarlo Greco, presidente di Unimpresa Sanità, l’autonomia «è una condanna all’emigrazione sanitaria». Per questo «ci appelliamo al Capo dello Stato e alle forze oneste e sane del Sud: occorre difendere la dignità dei meridionali».

Con l’autonomia «le regioni amministrate meglio negli anni, quelle in cui la politica ha speso bene e con lungimiranza le risorse in sanità, avranno un grande vantaggio. Le regioni che, al contrario, sono state saccheggiate dalla politica cialtrona e clientelare, dove si è mercanteggiato per anni il voto di scambio sulla pelle dei pazienti e nelle corsie di ospedale, le stesse che hanno visto via via distruggere il servizio sanitario, riceveranno meno dallo Stato centrale».

Secondo Greco «gli imprenditori del Sud e del comparto sanità non staranno a guardare. Nondimeno, ci auguriamo, staranno a guardare i cittadini del Mezzogiorno privati della loro dignità di pazienti dalla stessa classe politica che oggi vota l’autonomia differenziata. Pazienti del Sud condannati ormai irrimediabilmente a curarsi in altri angoli del Paese, migranti della salute».

«La notte della Repubblica italiana è arrivata – ha concluso –. Prevedibilissima, prevista, banale, ma gravissima è arrivata». (rrm)

Greco (Unimpresa) replica a Bevacqua: «Nessun euro in più alla Sanità privata»

di FRANCO BARTUCCI – Il presidente di Unimpresa sanità nazionale e calabrese, Giancarlo Greco, riprende duramente il consigliere capogruppo Pd alla Regione Calabria, Mimmo Bevaqua che su Rai Tre Calabria, intervenendo in materia di sanità, a suo dire «Sarebbe stato implementato il budget complessivo a favore della sanità privata accreditata e questa sarebbe la principale causa dei mali della sanità cosiddetta pubblica».

Una dichiarazione che non è piaciuta al presidente di Unimpresa sanità che ha subito risposto dichiarando: «Nulla di più palesemente falso, e lo sanno tutti. Al settore della sanità privata accreditata non è stato concesso un euro in più rispetto al passato, tanto per cominciare. Semmai la continua e fuorviante contrapposizione ideologica tra settore pubblico e privato accreditato confina con l’infantilismo politico. La sanità privata convenzionata con il servizio pubblico, lo ribadiamo ancora una volta a Bevacqua consapevoli che prima o poi ci faremo comprendere, per come è cristallizzato nel D.Lgs. n. 502 del 1992, è solo una “gamba” del più complesso sistema sanitario regionale e nazionale. Agisce di concerto e in sinergia con la sanità cosiddetta pubblica. L’una non può fare a meno dell’altra e insieme, alle stesse condizioni, erogano prestazioni per la salute del cittadino-paziente. Io stesso – ha precisato il presidente Giancarlo Greco – ho partecipato, a tavoli nazionali per la razionalizzazione e ottimizzazione dell’offerta sanitaria complessiva e sinergica nel Paese, pubblica e privata accreditata, “per come previsto dalla legge”. Salutiamo favorevolmente l’iniziativa del Pd a Vibo a favore del nuovo ospedale pubblico. A Vibo, come altrove, l’impegno a favore degli ospedali pubblici deve essere totale da parte di tutti. Non esisterebbe, del resto, futuro per la sanità privata accreditata senza un buon servizio pubblico né quest’ultimo trarrebbe alcun vantaggio dall’affossamento di quella privata accreditata».

«A noi operatori del settore privato accreditato – ha continuato nel suo intervento il presidente nazionale e calabrese di Unimpresa, Giancarlo Greco – sta a cuore la salute e la cura del cittadino e poco importa se questa avviene in un settore o in un altro. Si lavora necessariamente in sinergia. Quanto poi alle cause della grande crisi della sanità cosiddetta pubblica consigliamo un viaggio a ritroso al capogruppo Pd Bevacqua. Nella pessima attività della politica e dei partiti, tutti, compreso il suo, troverà la genesi dello spreco di denaro pubblico e di tanto altro nel rapporto incestuoso tra il potere politico e la sanità. È ora di dire basta alla sterile propaganda politica sulla pelle dei calabresi e tutto questo solo per raccattare qualche voto o sperare di conservare quelli acchiappati con la scusa della difesa della sanità pubblica. Se davvero si ha a cuore la sanità pubblica si agisca, si trovino soluzioni, gli alibi stanno a zero. Non serve a niente sparare sulla sanità privata accreditata, che è essenziale al sistema sanitario. Che facciamo, l’aboliamo? Il servizio pubblico sarebbe in grado di fare da solo? O la migrazione sanitaria schizzerebbe da 300 a 600 milioni di euro? Non scherziamo sulla pelle dei pazienti, siamo tutti in prima linea per il miglioramento della sanità pubblica e per far curare i calabresi in Calabria ed evitare loro i viaggi della speranza. La politica si è mai interrogata sul perché la sanità è ridotta così? Bevacqua se lo è chiesto?». (fb)

Greco (Unimpresa): Aiuti sanità solo ad aziende di Treno e Bolzano

Giancarlo Greco, vicepresidente nazionale di Unimpresa Sanità, ha denunciato come nel Decreto Aiuti Ter è presente un «contributo ‘una tantum’ per la sanità privata accreditata, ma soltanto per le province autonome di Trento e Bolzano».  

«Bene per loro, siamo contenti. Ma il resto del Paese? Che fa il governo per tutte le altre aziende che agiscono nell’universo fondamentale della sanità privata accreditata? Ospedali e cliniche private convenzionate sono destinate solo a chiudere?», ha chiesto Greco, sottolineando come «nel disastro annunciato del caro energia ora ci mancavano le sofferenze di ‘serie A’ e quelle di serie inferiore. Le discriminazioni, le assurde e ingiustificate preferenze».

«È sconcertante che il Governo abbia deciso di sostenere solo le imprese sanitarie che insistono nelle Province autonome di Trento e Bolzano – ha evidenziato –. Un ‘contributo una tantum a valere sulle nuove risorse stanziate, in proporzione al costo complessivo sostenuto nel 2022 per utenze di energia elettrica e gas, a fronte di apposita rendicontazione da parte della struttura interessata e ferma restando la garanzia dell’equilibrio economico del Servizio sanitario regionale’. Tradotto, le Province autonome di Trento e Bolzano possono riconoscere un contributo alle imprese sanitarie sulle spese energetiche del 2022, spesa coperta dal governo con il dl Aiuti Ter e che tiene conto dell’equilibrio dei conti della Regione. Ma perché non si è previsto lo stesso intervento anche per le altre aree del Paese?».

«Chi vive in regioni con disequilibri economici del sistema sanitario – ha proseguito – deve subire anche il rischio che le imprese private accreditate possano chiudere da un giorno all’altro? È solo il caso di ricordare che il sistema sanitario privato accreditato eroga servizi essenziali per il sistema sanitario nazionale. L’insostenibile rincaro delle bollette, fino a 4 o 5 volte più del passato, è un costo che le imprese non possono far ricadere sull’utenza per la semplice ragione che le prestazioni sono comprate dallo Stato, dalle Asp a costo fisso. Chi paga quindi questi rincari folli? Gli imprenditori del settore, che ormai sono allo stremo?».

«Chiediamo, quindi, ancora una volta a Mario Draghi di intervenire prontamente – ha concluso – riconoscendo almeno come credito d’imposta l’aumento dell’energia che le imprese, tanto più quelle essenziali per la società come quelle sanitarie private accreditate, sostengono già da inizio anno. Stendiamo invece un ‘velo’ sul silenzio assordante che in materia esibisce l’intero arco della politica impegnata in una surreale campagna elettorale». (rrm)