L’OPINIONE / Franco Cimino: La sera dei miracoli e della poesia

di FRANCO CIMINO – No, non è stata una partita. Neppure“ la partita”. Non è neanche quella partita. La più attesa. La più inquieta. La più appassionante. No, non è stata una competizione calcistica. Quel che abbiamo visto al Ceravolo non ha nulla a che vedere con il calcio. Con lo sport epico forse sì. Ma non col campionato. È accaduta una cosa stranissima, che richiama la magia o la religione. Se non corriamo il rischio di blasfemia, diciamo si tratti o di un un rituale di dominio degli accadimenti o di un miracolo. La divisione in due metà esatte di un qualcosa che mentre scrivo non so. La magnificenza si rivela in esse, metà combattimento, metà poesia. E i trenta in campo? Per metà guerrieri, per metà sacerdoti.

Per metà santi e per metà cattivi. E gli arbitri? Per metà dio, per metà diavoli. Ma la magia-miracolo più grande è stata la stretta correlazione tra guerrieri-santi-diavoli-sacerdoti e quella sorta di generale o Caronte, quella doppia metà di un Napoleone e un Garibaldi, che sono in un solo corpo l’allenatore e il presidente. E non è finita ancora. C’è il protagonista della serata. Viene da lontano, ha corso molto, gridato e cantato tantissimo. E non è mai stanco. Porta un nome che altrove si chiama pubblico o tifosi. Qui, invece, gente, popolo, cittadini, appartenenza, comunità, identità. La forza magnifica che fa di questo combattimento, di questa impresa sportiva, una festa. Una forza, che si spera si trasformi, nella spontanea meccanica stretta tra i due elementi di una comune appartenenza, la gente sugli spalti e quella nelle case e nelle strade, in una nuova forza civica che faccia di questa energia e di quella speranza inattiva, la nuova cittadinanza per la crescita complessiva della città.

Finalmente, tifosi e cittadini, nello stesso impegno per far crescere il capoluogo da tempo fermo al punto in cui sostanza e delusione, errori e proposte, proponimenti e inganni, la nostra realtà è stata lasciata. Catanzaro e il Catanzaro, Comune e Società, finalmente una sola forza. Una sola entità. La bandiera e il gonfalone. Le due aquile reali in una sola che sia imperiale. Non per conquiste territoriali, ma per l’unità delle tante Calabrie. Una volta divise in tanti campanili. Poi, in tante province. Oggi in tante squadre di calcio in odio tra loro. Stasera il colore giallo e rosso, il colore giallorosso dei mitici giallorossi, è diventato un altro colore. Un colore che non so. So solo che questa squadra di molti banditi e di altrettanti santi, ha preso anche me, con il nasino sempre all’insù, un po’ snob nei confronti di queste passioni minori, intendendo per maggiori quelle per la Politica e la Filosofia. Con in mezzo sempre la Poesia, che tutto lega col filo d’oro dell’Amore.

Stasera (sabato ndr) che politica, poesia, amore, si sono abbracciati su un rettangolo di gioco, la musica cambia. E io la suono con il mio cuore. Cuore antico, perché oggi il miracolo della magia, che si muove su poesia e filosofia, su quei due colori, che dai colli scendono per risplendere d’azzurro, sul mare quieto, mi portano lontano nel tempo. Quello in cui mio padre portava me bambino ai distinti. Mi riporta a quell’uomo, poi troppo fiaccato nelle fatiche sui suoi anni fragili, che seguiva il suo Catanzaro dalla radiolina sul comodino della sua stanza da letto chiusa. Mi riporta al suo pianto di quella prima conquista della serie A.

Quando neppure allora si giocò una partita di pallone. E neppure si vinse una guerra. Si scrisse solo Poesia. Che ancora resta. In tredicimila l’abbiamo declamata questa sera. Sera magica. Sera dei miracoli. (fc)

Orgoglio giallorosso: il Catanzaro torna in serie B, dopo 17 anni

È stata una cavalcata imperiale quella del Catanzaro che ha saputo portare a termine un progetto ambizioso (e realizzabile, come si è visto): il ritorno alla serie cadetta dopo 17 anni di serie C, dopo i fasti, lontani, della serie A di Ceravolo. Seguita da quasi 9 mila tifosi a Salerno, allo Stadio Arechi la squadra ha conquistato con cinque giornate di anticipo il titolo, con 16 punti di distacco dagli altri. Grandi festeggiamenti in città e soddisfazione piena per i tifosi che ci hanno creduto sin dall’inizio del campionato.

Orgoglio di tutta la Calabria: il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso (catanzarese doc)  ha parlato di «un risultato prestigioso per tutta la Calabria sportiva». Secondo Mancuso, «“I meriti vanno alla proprietà, alla famiglia Noto, che in questi sei anni ha investito sui colori giallorossi per riportare il Catanzaro ed i suoi appassionati tifosi dove meritano. Solidità economica e competenze manageriali hanno consentito al club giallorosso di crescere, anno dopo anno, in campo e fuori, avvalendosi anche delle molteplici iniziative solidali che hanno permesso di ricreare quell’empatia mancata per troppo tempo tra la città ed i suoi tifosi».

Determinante – ha detto Mancuso – « in questo percorso di crescita coronato con un campionato entusiasmante, il lavoro fatto da dirigenza e staff tecnico. A mister Vivarini ed ai suoi calciatori le mie più sincere congratulazioni, per aver centrato, attraverso un gioco brillante ed uno spirito di squadra incredibile, l’obiettivo che avevano in mente sin dall’inizio della stagione. E per aver riportato la gente allo stadio, quei tifosi che sono parte integrante di questo successo. Quella Catanzaro sportiva che presto avrà lo stadio ‘Nicola Ceravolo’ riqualificato e a norma, per giocare le partite casalinghe nel prossimo campionato di serie B, grazie all’impegno finanziario assicurato dalla Regione». (rcz)

CATANZARO – “La leggenda del Catanzaro”, il libro di Sergio Dragone

Questo pomeriggio alle 17.30 alla Casa delle Culture (Palazzo della Provincia) di Catanzaro, la presentazione del libro La leggenda del Catanzaro del giornalista e scrittore Sergio Dragone (edizioni Media&Books). Presenta la giornalista Stefania Scarfò, partecipano con l’autore il presidente del Catanzaro Floriano Noto, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri, uno storico protagonista del Catanzaro Tato Sabatini, l’attore Enzo Colacino e il giornalista Santo Strati, direttore editoriale di Media&Books. Sarà anche presente una delegazione di tecnici e calciatori dell’Us Catanzaro in un evento dove, evidentemente, il tifo la farà da padrone.

In 70 quadri d’autore, il libro racconta la storia del Catanzaro attraverso i suoi presidenti, i giocatori più significativi, le partite più importanti. È una formula originale questa adottata da Sergio Dragone che fornisce una narrazione inedita e avvincente dei destini di una grande squadra di calcio, assurta alla gloria della serie A e protagonista di molteplici vicende che la vedono ora nella serie C. Immutati sono, però, rimasti l’entusiasmo e la passione dei tifosi che attraverso questo magnifico racconto sulla squadra del cuore rivivranno emozioni e sensazioni indimenticabili. È un libro pensato anche e soprattutto per i giovani che conoscono poco del passato del Catanzaro che, ricordiamolo, quest’anno compie novant’anni. Un compleanno particolare, che meriterebbe la promozione alla serie cadetta, per far ripercorrere i fasti di un passato neanche tanto lontano.

Il libro raccoglie anche diverse immagini del Catanzaro di ieri e dei suoi protagonisti: è una carrellata di ricordi e di emozioni, di personaggi e di risultati strepitosi (da sola la tripletta di Palanca alla Roma), di grandi e indimenticabili protagonisti e di indiscussi mister che hanno fatto una grande carriera (basti pensare a Claudio Ranieri). Un libro che si legge tutto d’un fiato, ma che costringerà a sfogliare di continuo molte pagine di protagonisti che hanno fatto grande il Catanzaro.

Il libro, edito da Media&Books (304 pagg. 19 euro) è disponibile su Amazon, nelle principali librerie del Capoluogo e sugli stores digitali delle più importanti librerie italiane, oltre che naturalmente presso l’editore (libri@mediabooks.it). In copertina presenta una rielaborazione grafica di una famosa copertina del settimanale per ragazzi Intrepido del 1969 dedicata a Gianni Bui, in questo caso, ovviamente, “rivestito” in giallorosso. (rcz)