Armonie d’arte propone Capossela a Sibari e Daniele Silvestri a Serra San Bruno

Si apre un’altra ricca e importante settimana nella programmazione di Armonie d’Arte Festival. Arriva in Calabria mercoledì 2 agosto Vinicio Capossela a presentare in esclusiva regionale il suo nuovo disco, “Tredici canzoni urgenti”, vincitore della Targa Tenco 2023 come miglior album in assoluto.

Il Parco Archeologico di Sibari, ancora oggi luogo evocativo e denso di immaginario, di racconti, di valorialità, è tra le nuove location che si sono aggiunte quest’anno al cartellone del festival. E proprio qui Armonie d’Arte, in collaborazione con la Direzione Generale Musei Calabria, nella persona del direttore regionale Filippo Demma, e con il Pas – Parco Archeologico di Sibari, istituto autonomo del Ministero della cultura dotato di autonomia speciale, sceglie di ospitare la data di Vinicio Capossela.

L’ultimo lavoro discografico del cantautore, polistrumentista e scrittore italiano affronta le problematiche di attualità che attanagliano la contemporaneità e un’umanità troppo stanca per vedere, sentire e capire. E quali sono gli approdi ora necessari, in questo momento condensato dall’urgenza di interpretare e dare voce ai problemi più stringenti del momento storico che stiamo vivendo? È da questa domanda che si parte per inserire lo show dell’artista – unico nel suo genere – nel calendario del Festival.

Quelle scritte da Capossela sono tredici canzoni composte tra febbraio e giugno del 2022 e raccontano un mondo in cui ogni cosa, compresa l’emozione, è stata domiciliarizzata e su cui si va abbattendo la peggiore delle catastrofi: la guerra. Una sciagura che si porta dietro tutto il corollario di avvelenamento, di semplificazione, di inflazione e di vanificazione di ogni sforzo “culturale”. Il cantautore sente l’urgenza di testimoniare, di affrontare, di ricordare e di urlare: la sua è un’urgenza etica, educativa, esistenziale. L’urgenza di un nuovo umanesimo egualitario. L’album musicalmente si presenta in perfetto stile Capossela: polimorfo e collettivo. Si va dalle ballate, al waltz, al jive fino al cha cha cha. Le canzoni “urgenti” sono costruite grazie a molti strumenti, musicisti e ospiti. Alcuni, però, sono solo presenze immaginarie: come Bertold Brecht o Ludovico Ariosto. I biglietti sono disponibili al link: www.ticketone.it/event/vinicio-capossela-tredici-canzoni-urgenti-parco-archeologico-di-sibari-17273863/

Il 3 agosto a Serra San Bruno (VV), nel Bosco di Santa Maria, Daniele Silvestri, una delle migliori espressioni contemporanee del cantautorato italiano, porta in scena “Estate X”, lo spettacolo che nasce dall’album di inediti “Disco X”. L’artista questa estate ritorna live outdoor dopo un lungo tour nei teatri e, appunto, un nuovo lavoro discografico. In effetti è proprio dall’esperienza teatrale che “Disco X” è nato. Un album particolare, sui generis, venuto fuori da un’esperienza collettiva che ha coinvolto il pubblico di Silvestri.

«Durante la scorsa tournée nei teatri – racconta il cantautore – avevo chiesto al pubblico di raccontarmi delle storie, delle loro storie, di vario tipo. Me ne sono arrivate tante, e su queste volevo scrivere delle canzoni e farlo durante i concerti, dove avevamo ricreato l’atmosfera e lo spazio di uno studio di registrazione: in alcune date si costruiva da zero una canzone, abbiamo quindi portato in scena il processo creativo».

Quello di Daniele Silvestri è un approdo artistico in quanto egli riesce a coniugare la ricerca di una nuova canzone d’autore con il riscontro del grande pubblico, mescolando talento e tradizione, leggerezza espressiva e impegno civile. Dall’incontro con le storie dei fan sono nate ad esempio “Tutta”, “Il talento dei gabbiani” e “Scrupoli”, ma la scaletta proposta in “Estate X” unisce questa nuova esperienza artistica ai cavalli di battaglia del cantautore. Nello spettacolo, infatti, trovano spazio anche alcuni dei suoi più grandi successi e hit: “Le cose in comune”, “Occhi da Orientale”, “Testardo”, “Salirò”, “La Paranza”. Non nuovo ad arguti giochi di parole, Daniele Silvestri, aiutato dalla sua sorprendente ed eclettica band, cambierà ancora una volta atmosfera e narrazione, ritrovando le amate chitarre elettriche e il suo spirito scanzonato e offrendo al pubblico uno show unico e indimenticabile. I biglietti sono disponibili al link: www.ticketone.it/event/daniele-silvestri-estate-x-bosco-di-santa-maria-17274733/. (rcs)

L’incanto di Vinicio Capossela conquista Catanzaro

di BRUNELLA GIACOBBE – Oratorio dei folli e santi innocenti” è l’inedito concerto che Vinicio Capossela ha dedicato il 28 dicembre alla città di Catanzaro, nel solenne scenario della Basilica dell’Immacolata, in occasione della rassegna A farla amare comincia tu diretta artisticamente da Antonio Pascuzzo.

La rassegna che in questo Natale 2022 brinda alla sua terza edizione, dopo quelle del 2015 e del 2016, e che accompagnerà fino al 30 gennaio le festività catanzaresi con concerti nel centro storico e nei luoghi di culto della città, offrendo una serie di selezionati concerti ed eventi gratuiti. 

Dall’introduzione di Antonio Pascuzzo si apprende che “il 28 dicembre in tanti posti di lingua ispanica si festeggia la particolarissima Festa dei Santi Innocenti”. Ulteriore prova, se ce ne fosse bisogno, della contaminazione di musiche diverse per genere, strumenti e continenti che il cantautore opera continuamente su di sé e di conseguenza sulla propria offerta musicale al pubblico. La musica del cantautore nato in Germania, ma proveniente dall’Irpinia, arriva con un’armonia di suoni, di strumenti antichi e moderni, nonché di melodie che insieme alle poetiche parole riesce a comporre scenari interiori altamente suggestivi, perché un continuo gentile invito a guardarsi dentro per guardarsi meglio intorno. Non stupisce che il pubblico che in occasione del gustoso concerto era lì in prossimità di Piazza Prefettura già a partire dal pomeriggio e che alle 20 circa avrebbe raggiunto una fila di alcune centinaia di persone, tutte con ingresso gratuito su prenotazione, che attendevano l’apertura dei cancelli.

Con la partecipazione in alcuni brani dei Totarella – gruppo che ricerca e propone i suoni della musica tradizionale popolare, al completo comprende sette musicisti originari di Terranova di Pollino (Pz), Alessandria del Carretto (Cs) e Canna (Cs) – Vinicio Capossela ha saputo emozionare, far ridere e sorridere, riflettere e commuovere con gran disinvoltura. 

«Con il termine di “Feste dei Folli” – spiega Capossela – si designa un insieme di celebrazioni che si svolgevano nei giorni successivi al Natale (come Santo Stefano, il 26 Dicembre, San Giovanni Apostolo, il 27 Dicembre, o i Santi Innocenti, il 28 Dicembre), a carattere burlesco e canzonatorio, che si configuravano come una vera e propria anticipazione del periodo carnevalesco. Il 28 Dicembre, per chi festeggia i Santi Innocenti, è il giorno delle burle e del sovvertimento dell’ordine. Una antica tradizione che parte dai Saturnali romani ne faceva nel medioevo, il giorno della Festa dei folli, o festa asinaria. L’asino si introduceva in chiesa e veniva fatto re, e il bambino che gli stava in groppa proclamato Vescovo”. 

I Totarella hanno suonato anche uno “strumento” di antica tradizione, come omaggio alla creatura, vale a dire ossa di asino del Pollino, più precisamente le mascelle d’asino erano percossa da altre ossa producendo un suono che viene dalla terra e che tocca corde profonde.

«Sempre i riferimento alle feste dei folli “musica e baccanale – aggiunge Capossela – accompagnavano questa specie di anticipazione del carnevale, in tempo di Natale. 

Così faremo noi onorando l’invito del festival “A Farla Amare comincia tu” nella Basilica dell’Immacolata, con questo concerto inedito che ha visto oltre alla presenza di insigni musicisti di musica antica quali Giovannangelo De Gennaro alla voce, viella, bombarda, aulofoni e zampogna, Raffele Tiseo al violino e viola d’amore, Vincenzo Vasi alle diavolerie elettromagnetiche e tamburo, Andrea Lamacchia al contrabbasso».

E menziona anche gli innovativamente radicati musicisti e le straordinarie voci dei Totarella (Paolo Napoli, Saverio Marino e Rocco Adduci), che hanno portato la grande tradizione del Pollino a mezzo di quell’antico strumento che è la zampogna. Difatti Totarella, detta anche ciaramella, è il nome di uno strumento che nelle zone montane al confine fra Calabria e Basilicata accompagna le tipiche zampogne a chiave del territorio. 

Gira voce tra i pastori del vallo di Diano che “quando il Patraterno e il Diavolo si affrontarono, il primo si prese la zampogna e il secondo il tamburo”. Come da intenti condivisi con lo staff di produzione e l’ufficio stampa della rassegna Capossela ha portanto nel religioso contesto della Basilica dell’Immacolata entrambi, sia Dio che il Diavolo – «in una data che rimanda a una ritualità antica, in quel non-tempo che era chiamato delle “dodici notti”, tempo di prodigi, di sospensione dell’ordine temporale e della divisione tra uomo e animale, tra vivi e morti. Il repertorio offerto, e quindi “offertorio”, sarà scelto tra quei brani più adatti al passaggio di stato e di tempo. E che la Follia che dilaga sulla terra, (e ne fa un mondo al rovescio), per una sera, abbia la sana voce dell’infanzia del mondo, che è in fondo il fascino ultimo del Natale».

In una Basilica? Sì perché non c’è offesa e non c’è blasfemia. Al contrario ogni pezzo è un omaggio a colui che per i cattolici è il Creatore di tutto e di ogni cosa, un inno a Dio ed un frequente menzionar suo figlio, un omaggio al coraggio di quell’uomo che si è sacrificato per l’Uomo. 

DIAMANTE (CS) – Il concerto di Vinicio Capossela

Questa sera, a Diamante, alle 21.00, al Teatro dei Ruderi, il concerto di Vinicio Capossela.

L’evento è l’unica tappa calabrese dell’artista, e rientra nell’ambito della 34esima edizione di Fatti di Musica, il  Festival del Miglior Live d’Autore ideato e organizzato da Ruggero Pegna.

«Da Pan (tutto), e demonio: tutto demonio, in opposizione a pan theos, tutto Dio – dice l’artista –. Un concertato per tutti i demoni, accompagnato da un insieme di strumenti musicali che evocano il Pandemonium, mitico strumento gigantesco, del tipo dell’organo da fiera, completamente realizzato in metallo. A costruire il “Pandemonium” sembra siano stati i sudditi del re Laurino, esseri di piccola statura, abitanti di un regno sotterraneo in grande confidenza con l’estrazione mineraria. Questa origine ctonia conferirebbe un tono grave allo strumento che tiene a bassa quota lo spirito relegando ritmi e armonie a una dimensione infera, primitiva; i suoni che da esso si propagano non si elevano al cielo, ma sembrano sprofondare nella terra, a tiro del fuoco perenne, in un rimestamento che è lavorio della memoria continuamente sollecitata al fuoco bianco».

Pandemonium è un concerto narrativo con canzoni messe a nudo, scelte liberamente in un repertorio che quest’anno va a compiere i trent’anni dalla data di pubblicazione del primo disco “all’una e trentacinque circa” (1990). (rcs)