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TUTTI A MONASTERACE AD AMMIRARE IL MOSAICO DEL DRAGO

1° agosto – Un’opportunità straordinaria e a non perdere: oggi e domani al Parco archeologico di Kaulonia (a Monasterace – RC -, contrada Runci ) apertura eccezionale del mosaico pavimentale della Sala dei draghi e dei delfini. Con il richiamo del mosaico sarà possibile scoprire un’area archeologica di grandissimo valore, fino ad oggi – immeritatamente – trascurata dal turismo culturale,
L’iniziativa è del Polo Museale della Calabria, guidato da Angela Acordon, e del direttore del Parco e Museo di Kaulonia Rossella Agostino, con l’obiettivo di offrire al pubblico un’ulteriore l’occasione per prendere visione di manufatti di particolare fascino e suggestione archeologica, ma anche di ricordare la valenza del patrimonio storico-archeologico del territorio calabrese e reggino in particolare. Dopo quest’esposizione eccezionale,il mosaico andrà in prestito al Museo archeologico nazionale di Reggio.
Per la realizzazione dell’iniziativa hanno collaborato a Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Reggio Calabria e della provincia di Vibo Valentia, del Comune di Monasterace, dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Roccella Jonica e della Delegazione di Spiaggia di Monasterace, della Cooperativa Vivikaulon-Servizi aggiuntivi Museo archeologico di Kaulonía. L’apertura eccezionaledel mosaico è stata possibile anche grazie alla sponsorizzazione di Restauro opere d’arte Giuseppe Mantella e della Ditta Falcomar.


Il mosaico della cosiddetta Sala dei Draghi e dei Delfini, realizzato con tessere policrome, di particolare interesse scientifico per la sua fattura, per la ricercatezza del tema figurativo e per le dimensioni, è da considerarsi tra le testimonianze più significative riconducibili al centro magno-greco di Kaulonía, identificato dall’archeologo Paolo Orsi agli inizi del Novecento e localizzato nell’odierna cittadina di Monasterace Marina. Testimonianze oggi conservate nell’area del Parco archeologico dedicato allo stesso centro e situato in contrada Runci, lungo la Strada Statale 106, nel comune di Monasterace ai piedi della suggestiva Collina del Faro.
Dopo la scoperta, a cura della Soprintendenza Archeologica della Calabria, nel 2012, nell’ambito delle attività di ricerca condotte nel sito di Kaulonia, il mosaico ad oggi ricordato come uno dei più importanti e dei più antichi ritrovati in Magna Grecia, è stato ricoperto per una sua opportuna tutela e conservazione, dopo un intervento di restauro conservativo finalizzato alla messa in sicurezza delle parti più deteriorate.


Il mosaico, di circa 30 mq e databile tra fine IV-inizio III secolo a C., costituisce il piano pavimentale centrale di un lungo vano con piscina per il bagno caldo di un edificio termale, eretto su un edificio pubblico già esistente, munito di ambienti di rappresentanza e di servizio. Colpisce la particolare ricchezza dei motivi e dei soggetti decorativi scelti – delfini, draghi, ippocampi – e la loro composizione armoniosa con particolari tecnici quali l’uso di lamine in piombo per delineare i profili dei delfini. Lo schema compositivo del mosaico – realizzato con tessere policrome in pietra naturale, ceramica e terracotta di varie forme e dimensioni – pone al centro sei medaglioni con motivi floreali, delimitati da più listelli colorati, la cui particolare composizione dà luogo a una visione prospettica, mentre sul lato occidentale e meridionale sono disposti stretti e lunghi pannelli con figure di animali marini (draghi, delfini e ippocampo) affrontati per coppie. Un particolare decorativo è costituito inoltre, in prossimità dell’accesso alla sala, da una rosetta circolare a 12 petali.

Angela Acordon, direttore del Polo Museale della Calabria
Angela Acordon, direttore del Polo Museale della Calabria

Il prestito del mosaico al Museo di Reggio (da cui si avrà in cambio in prestito una sfinge) ha suscitato particolari timori su un eventuale mancato ritorno alla sua sede naturale. La direttrice del Polo Museale della Calabria, Angela Acordon, a questo proposito ha scritto una lettera aperta dove si legge: «Per chi non riuscisse a immaginarlo, il Museo non è solo ciò che espone, ma è anche un insieme di grane (impianti malfunzionanti da sostituire, manutenzioni del verde e dei servizi, edificio – di proprietà comunale – in certe parti quasi fatiscente e chi ne ha più ne metta). Al Polo stiamo lavorando da soli per risolvere i problemi e offrire al pubblico uno spazio decente, pulito, senza rischi…
Il Museo, dunque, non è solo il mosaico del Drago. E seppur ne è il simbolo, il Museo non è solo il Drago anche dal punto di vista dei reperti, che offrono la possibilità di una visita ugualmente elevata. Non ha perciò senso, anche se ne comprendo la logica provocatoria, dire che senza quel mosaico il Museo di Kaulonia può anche essere chiuso. Se per qualche mese il Drago si sposta entrando a far parte di una mostra che inanella una sequenza di capolavori provenienti dai più importanti Musei archeologici d’Italia, non credo che ciò venga a detrimento del Museo dal quale il Drago proviene, ma penso anzi che esso venga ancor più valorizzato e che venga aumentata la diffusione della sua conoscenza, portando  in futuro più persone a cercarlo nel Museo della cittadina di Monasterace.
Sono convinta che questa operazione non darà lustro esclusivo alla mostra organizzata dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, ma che ne deriveranno benefici notevoli anche per il Museo di Kaulonia, per una sua immagine più dinamica e vivace. Tanto più che da oltre un mese il Museo di Reggio Calabria ha accolto la proposta avanzata dal Polo Museale di avere in cambio, per lo stesso periodo, la testa in terracotta proveniente dal tempio della Passoliera e provo particolare orgoglio ad aver saputo leggere nella mente di Francesco Cuteri, che qualche giorno fa, schierandosi contro la partenza del Drago, ha affermato che, se davvero dovesse partire, avrebbe voluto in cambio proprio questo bene.
Uno scambio temporaneo di opere – comunicato alla Direzione Generale Musei, che nulla ha eccepito – che in altra circostanza non ha trovato né intoppi, né critiche. Mi riferisco alla preziosa Laminetta orfica del Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, simbolo di quest’ultimo Museo come il mosaico del Drago lo è di quello di Monasterace, partita per un’importante mostra a Paestum e sostituita dalla magnifica e problematica testa bronzea “del Sele”. Lo scambio è iniziato a maggio e durerà fino al 7 ottobre (dunque durerà per tutta l’estate).
Caro Sindaco, cari archeologi, cari cittadini di Monasterace, cari amici – protettori veri, ma per cortesia sempre, non solo in questa occasione! – del Museo di Kaulonia, non dovete temere – come avete scritto – che il Drago possa non ritornare: non lo farebbe il Direttore del Museo di Reggio, non lo farei io, ma soprattutto non ce lo permetterebbe la Direzione Generale Musei. In ogni caso vi offro la mia parola, che per chi mi conosce è più di una garanzia, che questo non accadrà».