La storia dei viaggi di Ulisse, per noi calabresi, ha un fascino straordinario, probabilmente perché i luoghi omerici sono troppo vicini a noi per non riuscire a non coinvolgerci emozionalmente. Il racconto omerico è pieno di riferimenti che si legano allo Stretto di Messina: Scilla e Cariddi, per esempio, ci appartengono per via ancestrale, prima ancora di leggerne sull’Odissea, primo grande testo di memoria che rappresenta la culla della civiltà occidentale.
Il prof. Wolf da oltre cinquant’anni cerca tracce di questa civiltà nell’Italia Meridionale e condivide la sua personale posizione sui viaggi di Ulisse in Italia in questo poderoso volume che si legge con un’avidità di conoscenza e di curiosità che sarebebro proprie dell’eroe omerico.
Il sottotitolo del libro “Sicilia e Calabria negli occhi di Omero” permette di comprendere meglio il senso di quest’opera che, pur nella pesantezza del testo che sa troppo di accademia, riesce ad avvincere il lettore creando una inappagabile curiosità sulle vicende omeriche.
Le dodici tappe del viaggio di Ulisse sono ripercorse da Wolf con una metodica ammirevole: il professore tedesco riassume le varie teorie, ma si ferma più sull’itinerario che sulle avventure. I luoghi omerici dell’Odissea sono al centro degli studi appassionati e, per molti versi, avvincenti di Wolf, così da spingere il lettore a scoprire tante località calabresi come non avrebbe mai immaginato e cominciare a chiedersi se le “fantasie” di Omero nella descrizione dei luoghi in realtà non siano fedeli testimonianze di viaggi effettivamente consumati in lungo e largo per l’Italia e soprattutto in calabria e Sicilia.
La teoria di Wolf è che non ci sia nulla di inventato: il racconto, le descrizioni fedeli non sono frutto di una fertile e creativa immaginazione, bensì la fedele riproposizione di appunti di un viaggiatore curioso che avrebbe poi trasmesso la sua voglia di conoscenza al suo eroe. In buona sostanza, Wolf raccoglie le oltre cento teorie della localizzazione omerica e le mette in discussione, analiticamente, suggerendo un itinerario non fantastico, ma reale e realisticamente vissuto ben tremila anni orsono. Il risultato è che il libro, se pur di non facile lettura, merita attenzione, fornendo interessanti spunti sul mito di Ulisse. (s)
LA SCHEDA
Ulisse in Italia
di Armin Wolf
420 pagg. 10,00 euro
Local Genius Edizioni
ISBN 9788899676049
www.localgenius.eu
L’ AUTORE
Armin Wolf
Professore di Storia medievale all’Università di Heidelberg nonché collaboratore dell’Istituto Max Planck per la Storia Europea del Diritto, è stato affascinato dall’Odissea sin da studente di liceo. Il suo curriculum, con oltre 300 pubblicazioni in nove lingue, spiega il suo metodo di lavoro, di ricercatore pignolo e attento, aperto a nuove scoperte e alla costante acquisizione di nuovi elementi di conoscenza. Il primo libro sull’Odissea, scritto col fratello Hans Helmut, è del 1968.
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Le prime venti righe
Nei 2700 anni che separano i tempi di Omero dai giorni nostri sono sorte più di 100 teorie sui luoghi delle avventure di ulisse. Le tracce di Ulisse sono state ricercate non solo sulle coste della Sicilia e dell’Italia, ma nell’intero Mar Mediterraneo, da Cipro fino a Gibilterra e anch eoltre, ben più lontano, dalla Norvegia all’Africa meridionale, persino dalla Florida alla CIna e dal Polo Nord fino al Polo Sud. Alcuni hanno creduto di torvarle in un luogo, altri in un altro. Secondo due teorie Ulisse ha addirittura circumnavigato la terra, una in direzione ovest, l’altra direzione est.
Le contraddizioni tra le diverse teorie sono evidenti. Perciò l’erudito alessandrino Eratostene già cinque secoli dopo Omero, giunse ad una visione scettica: “tutti coloro che attribuiscono ai luoghi della peregrinazione di Ulisse un fondamento di realtà, vengono confutati già per il fatto che npon concordano tra di loro”. Analogamente il grecista tedesco Alfred Heubeck nel ventesimo secolo con sdegno disse: “Si corre sempre dietro ad un fantasma per poter localizzare le peregrinazioni di Ulisse… A parte il carattere dell’impresa a livello di principio… il fatto che i risultati di tali ricerche raramente concordino tra di loro dovrebbe già suggerire dei dubbi”.
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