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Domenico Tallini

Via la norma dello “scandalo”. Il presidente Mimmo Tallini «Ora operazione verità»

Ha parlato di “cartello degli sciacalli” il presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini, nel suo vigoroso e appassionato intervento che ha accompagnato la cancellazione della norma sul recupero contributivo che ha scatenato l’inferno in mezza Italia. Soprattutto a livello mediatico. Tallini ha detto di dovere «delle scuse ai calabresi», ma non ha nascosto la propria amarezza per come è stata “costruita” la vicenda, per finalità fin troppo ovvie. Il punto però è che la frittata è stata fatta, non bastano i bei discorsi e le spiegazioni per rimediare alla figuraccia derivata dalla vicenda. Il presidente Tallini ha voluto sottolineare che «oggi non cancelliamo nessun “peccato originale” di cui vergognarci, ma prendiamo semplicemente atto con umiltà e senso del dovere dell’enorme responsabilità che abbiamo come Assemblea Legislativa rappresentativa della sovranità popolare». Pare evidente che sia da escludere qualsiasi malafede da parte di tutta l’assemblea, che ha votato all’unanimità il provvedimento che il consigliere Graziano aveva rifiutato di presentare in aula con un«si illustra da sé». «Abbiamo sbagliato tutti» – ha detto il consigliere Mimmo Bevacqua (Pd). Ciò non toglie che esiste un difetto nella comunicazione istituzionale che ha permesso di montare lo “scandalo”. Prima di prendersela con le fake news di qualche quotidiano di opposizione, il Presidente farebbe bene a rivedere e riorganizzare tutto il processo informativo dell’aula. Lo avevamo indicato prima che si svolgessero le elezioni, lo ribadiamo di nuovo: non è possibile che il sito istituzionale del Consiglio regionale ancora oggi sia fermo al 22 maggio con il ricordo della strage di Capaci. Il web è uno strumento importante per la trasparenza e la comunicazione ai cittadini, oltre che per gli addetti ai lavori, i giornalisti, che possono pur non essere amati, ma hanno diritto ad essere informati con tempestività e chiarezza. Una buona comunicazione sull'”errore” dell’aula avrebbe evitato discutibili distinguo e prese di posizioni, spesso imbarazzanti. Qualche volta la toppa è peggio del buco… (s)

La Proposta di Legge n.13/11^ di iniziativa del Consigliere D. TALLINI recante: ” Abrogazione della legge regionale n. 5/2020 (Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012) “   è stata ovviamente approvata.

Ecco l’intervento integrale del presidente Tallini:

«Onorevoli Consiglieri,

mi sono assunto la responsabilità di convocare questo Consiglio Regionale straordinario e d’urgenza per l’annullamento della Legge 5/2020 con cui sono state apportate modifiche alla Legge 13/2019 che regola l’indennità differita e l’indennità di fine mandato spettanti ai Consiglieri regionali.

Questa Presidenza ha verificato la sussistenza di incongruenze sia per quanto riguarda il mancato allineamento alle intese raggiunte sulla materia in sede di Conferenza Stato-Regioni e di Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative, sia per quanto riguarda l’impatto finanziario per l’Ente che si realizzerebbe potenzialmente con l’allargamento della platea dei beneficiari.

Ho anche verificato la volontà unanime dei Gruppi Consiliari che avevano presentato la proposta di legge di procedere all’annullamento della norma approvata.

I profili di formale irregolarità non sono purtroppo emersi con la necessaria chiarezza nell’ultima seduta del Consiglio, anche perché il ricorso all’art. 42 del Regolamento da parte dei Gruppi proponenti – vale a dire l’inserimento di pratiche non contemplate nell’ordine del giorno – ha sostanzialmente ristretto gli spazi per un’analisi più approfondita dell’argomento in discussione, anche a causa di un’inadeguata e insufficiente relazione che questa Presidenza si sente, sia pure a posteriori, di censurare.

La revoca della legge 5/2020 è un atto doveroso e, nello stesso tempo, un atto di responsabile umiltà da parte del Consiglio regionale della Calabria, capace di riconoscere errori di valutazione, errori di analisi, errori di opportunità politica.

Con questo atto che compiamo oggi non cancelliamo nessun “peccato originale” di cui vergognarci, ma prendiamo semplicemente atto con umiltà e senso del dovere dell’enorme responsabilità che abbiamo come Assemblea Legislativa rappresentativa della sovranità popolare.

Una responsabilità così gravosa non ci consente di sbagliare, nemmeno in buona fede.

E proprio perché ogni esperienza, anche negativa, diventa una lezione utile e preziosa, mi sento di raccomandare a tutti i Consiglieri regionali di limitare in futuro quanto più possibile il ricorso all’art.42 del Regolamento, riservandolo solo ai casi che impongono scadenze rigorose o che presentano profili di urgenza.

L’istruttoria in sede di commissioni consiliari dovrà essere sempre e comunque la nostra stella polare, a meno di fattispecie straordinarie che impongano deliberazioni d’urgenza.

Prima di passare all’illustrazione dell’atto di revoca della Legge 5/2020, consentitemi di esprimere tutta la mia indignazione per l’ingiusto attacco concentrico rivolto in questi giorni al Consiglio Regionale e ai suoi componenti, un attacco basato su fake news, su falsità, bugie, inaccettabili forzature e fantasiose ricostruzioni.

La più colossale fake news è il ripristino dei vecchi vitalizi che il Consiglio Regionale avrebbe operato con la legge 5/2020 che stiamo per abrogare.

I vecchi vitalizi sono stati aboliti dal 2011, mentre la legge 13/2019 ha consentito di rideterminare su base contributiva ben 189 assegni vigenti con un risparmio per l’Ente di un milione e 249mila euro all’anno.

Sono questi i dati inoppugnabili che nessuno potrà mai mistificare.

La legge che stiamo per abrogare non incide sull’impianto della normativa esistente, se non per aspetti marginali, anche se dobbiamo avere l’onestà intellettuale di riconoscerne i profili di inopportunità politica e di non aderenza alle intese nella Conferenza Stato-Regioni.

Ma di questo aspetto parlerò più avanti, in maniera più dettagliata, perché oggi più che mai c’è necessità di un’operazione-verità che restituisca dignità al Consiglio regionale della Calabria davanti ad un’opinione pubblica disorientata dal disinvolto uso dell’arma della falsità.

Onorevoli Colleghi,

si è formato in questi giorni un singolare “cartello” che ha utilizzato in perfetta malafede fake news e bugie per demonizzare e infangare il Consiglio regionale della Calabria, senza distinzione tra maggioranza e opposizione.

In questo triste e variopinto “cartello di sciacalli” ci sono paladini dell’antipolitica, nostalgici della Prima Repubblica antimeridionalisti a pagamento, giornalisti che si cimentano in fantasiosi racconti gialli, e anche  candidati alla Presidenza  della Regione, sonoramente bocciati dall’elettorato. Io non credo ai complotti che sono cose serie, organizzate da gente seria. Ma registriamo una singolare convergenza di interessi di soggetti tra loro diversi, ma accomunati tutti da sentimenti di rivalsa e perfino dall’odio, e comunque da obiettivi dai tratti non proprio nobili.

Questo Consiglio Regionale, insediatosi nel momento più drammatico e delicato dell’epidemia, ha risposto con grande senso di responsabilità, licenziando il bilancio e sostenendo direttamente iniziative a favore delle famiglie, come gli stanziamenti per gli studenti universitari fuori sede e per il che, messo alla prova del governo del Paese e di grandi città come Roma, ha dato prova di incultura, ignoranza dei problemi, improvvisazione, dilettantismo, scadendo anche in forme perverse di gestione del potere.

Non mi pare che il “cartello” dei novelli fustigatori del costume politico si sia indignato per la scarcerazione di centinaia di boss mafiosi, mandati ai domiciliari con una superficialità che lascia basiti.

Non ho traccia della loro indignazione per i disinvolti “aiuti di Stato” elargiti anche a chi non ne ha diritto, per un “reddito di cittadinanza” finito nelle tasche di delinquenti e nullafacenti di professione e che ha fa riportato indietro di mezzo secolo il nostro Paese.

Prendo atto dei toni più distesi del ministro Di Maio che ha parzialmente corretto un suo affrettato e disinformato commento su questa vicenda, ma noto con stupore che alcuni leader nazionali, anche della mia parte politica, non hanno sentito l’esigenza di approfondire la questione prima di lanciarsi in giudizi affrettati e carichi di demagogia. Che la Calabria abbia bisogno di treni, ospedali e posti di lavoro lo sanno anche i bambini.

Onorevoli Colleghi,

ho detto sulla stampa che oggi occorre un’operazione-verità che diradi ogni possibile nube su questo Consiglio regionale, che spazzi via le fake news sparse a piene mani dal “cartello degli sciacalli”.

Non sarà un’operazione semplice perché il vento dell’antipolitica ha fatto passare il falso messaggio di un’Assemblea che in piena emergenza sanitaria ripristina privilegi aboliti da tempo.

Ho già detto che le inopportune modifiche introdotte dalla legge 5/2000 che ci apprestiamo a revocare comunque non incidevano sull’impianto della legge n. 23/2019 che ha introdotto, come in quasi tutte le Regioni italiane, il regime dell’”indennità differita” per i Consiglieri regionali, imperniato sul sistema contributivo.

Quell’impianto resta ben saldo. La legge regionale n. 13 del 201 ha previsto l’indennità differita basata sul metodo contributivo previsto dal D.L. 174/2012 al pari delle altre Regioni d’Italia

Il Consiglio regionale della Calabria ha provveduto a dare attuazione alle disposizioni contenute nel Capo I della legge, rideterminando un numero complessivo di 189 vitalizi in erogazione con un risparmio di spesa pari ad euro 1.249.588,00 ogni anno. Il risparmio rilevato dalla contabilità dell’ente ad oggi è in linea con le proiezioni di risparmio di spesa quantificate nella relazione tecnico finanziaria considerato che il risparmio medio mensile rilevato a consuntivo è pari ad € 102.252,54, tenuto conto delle cessazioni del diritto al vitalizio, che ad oggi sono state 4 e che attualmente sono in linea con le previsioni.

L’indennità differita è un istituto introdotto con le disposizioni contenute nel Capo II, espressamente previsto dalla legge dello Stato (Decreto Monti) la cui ratio iuris risiede nel sistema di calcolo contributivo.

I tratti fondamentali dell’istituto prevedono che al compimento del 65° anno di età il Consigliere regionale che abbia versato una contribuzione anche volontaria della durata di 5 anni, può accedere al relativo beneficio.

A titolo esemplificativo un Consigliere regionale versa una contribuzione volontaria in 5 anni quantificata in euro 38.000,00. A fronte di tali versamenti percepisce al compimento dei 65 anni di età un’indennità differita al lordo delle tasse per circa 720,00 mensili.

A tal proposito l’indennità differita è diversa dall’istituto del vitalizio così come disciplinato dalle leggi regionali precedenti. Infatti quest’ultimo era sganciato dalla logica contributiva ed è stato abrogato con la legge regionale 38/2011. A titolo esemplificativo, un consigliere regionale che aveva svolto il mandato per una legislatura e che quindi che aveva versato i contributi per 5 anni, percepiva al raggiungimento dei 60 anni di età un vitalizio pari ad euro 3.745,16 lordi mensili, a fronte dell’importo di 720,00 che il consigliere percepisce in virtù della legge regionale n. 13/2019.

Si è passati, in altre parole, da vitalizi di 3.745 euro al mese ad una “indennità differita” di 720 euro al mese.

L’errore è stato quello di lasciare intendere,con la legge che stiamo per abrogare, che tale beneficio poteva estendersi con la contribuzione volontaria anche ai Consiglieri dichiarati decaduti.E’ stato un errore che il Consiglio regionale riconosce e ripara.

C’è da dire che il Consigliere regionale calabrese percepisce un’indennità differita inferiore a quella dei consiglieri regionali di tutte le altre Regioni d’Italia perché si calcola sull’indennità di carica che risulta più bassa della media delle altre Regioni italiane (5.100 euro contro i 6.400 euro di media).

Onorevoli Colleghi,

dicevo che non sarà facile ripristinare la verità, ma dobbiamo provarci, in tutte le sedi. Così come dovremo, con responsabilità e senza tentazioni demagogiche, intervenire progressivamente sul contenimento dei costi della politica che derivano da normative e scelte del passato.

Un primo passo, molto significativo e che dovremmo maggiormente sottolineare, è la riduzione di ben TRE MILIONI di euro sul bilancio di funzionamento del Consiglio Regionale che abbiamo recentemente approvato. È una cifra importante, significativa, che rappresenta una prima svolta rispetto al passato.

Segnalo con soddisfazione anche la riduzione dei costi dei gruppi consiliari, anche questo testimoniato dalla restituzione di oltre 300mila euro alla fine della scorsa legislatura.

Sono certo – e rivolgo in questo senso una raccomandazione ai Presidenti dei gruppi – che anche in questa legislatura le somme assegnate ai gruppi saranno impiegate con saggezza e moderazione.

Onorevoli Colleghi,

oggi compiamo un dovere, lo facciamo a testa alta, facendo ammenda di un errore di valutazione che ha suscitato reazioni nell’opinione pubblica, ma respingendo con forza e dignità la valanga di ingiuste e false accuse che sono state rivolte all’Istituzione e ai singoli Consiglieri.

Dimostreremo, con la validità del nostro lavoro e con la produzione di leggi che incideranno positivamente sulla vita sociale, economica e culturale della Calabria, che siamo ben degni di rappresentare i cittadini che ci hanno concesso l’alto onore di rappresentarli.

Al “cartello dei falsi indignati” intendo rivolgere una sfida pubblica. Li sfido a dimostrare che con la legge 5/2020, che stiamo per abrogare, sono stati reintrodotti i vecchi vitalizi.

Li sfido a dimostrare che il regime dell’indennità differita con il metodo contributivo è stato adottato solo dalla Regione Calabria.

Li sfido a dimostrare che i Consiglieri regionali della Calabria percepiscono un’indennità di carica superiore a quella dei loro colleghi delle altre Regioni italiane.

Solo ai calabresi dobbiamo delle scuse per l’errore commesso, ai quali però diciamo anche che questa Assemblea Regionale non ha reintrodotto, né reintrodurrà mai, alcun privilegio già abolito.

Il Consiglio regionale della Calabria saprà ben riconquistare la fiducia dei cittadini con le sue condotte e con il suo lavoro.

È con questo auspicio che chiedo a questo Consiglio Regionale di approvare l’abrogazione della legge 5/2020».

Sono seguiti gli interventi del consigliere Filippo Mancuso (Lega Salvini) che ha illustrato il provvedimento, di Mimmo Bevacqua (Pd), Tilde Minasi (Lega), Graziano Di Natale (Io resto in Calabria), Francesco Pitaro (Gruppo Misto), Pietro Molinaro (Lega), Giuseppe Aieta (Dp), Pippo Callipo (Io resto in Calabria), Nicola Irto (Pd), Luigi Tassone (Pd), Baldo Esposito (Casa delle Libertà).

Ecco la sintesi degli interventi fornita dall’Ufficio stampa del Consiglio regionale:

16:19 – Interviene il consigliere Filippo MANCUSO (Lega Salvini). Illustra il provvedimento, ringrazia il Presidente per aver programmato in tempi celeri la seduta straordinaria. Precisa che la legge che si sta per abrogare non avrebbe reintrodotto i vitalizi, ma riguardava il trattamento di fine mandato. Il testo approvato, erroneamente, avrebbe dato la possibilità di versare i contributi previdenziali. Il Consiglio vuole dare risposte concrete ai Calabresi, in piena trasparenza e nel rispetto della legalità. L’obiettivo è pervenire ad una inversione di tendenza rispetto al passato. Considera l’approvazione della legge 5/2020 un incidente di percorso poiché la presente legislatura avrà, tra i suoi obiettivi la razionalizzazione della spesa.

16:27 – Interviene il consigliere Domenico BEVACQUA (Partito Democratico). Esprime delusione per quanto accaduto, peggiore scelta non poteva essere fatta, dichiara, ed è stata data la stura a strumentalizzazioni. La scelta ha instillato in molti il dubbio sulla credibilità del Consiglio, a molti è stata data l’impressione che il Consiglio legiferi a proprio vantaggio e non a favore dei cittadini. In futuro, per ciò che mi riguarda, dichiara, non acconsentirò a simili iniziative. Chiede che vengano elette le Commissioni poiché un simile errore, in presenza delle Commissioni, non sarebbe stato commesso. Il controllo avrebbe dovuto essere più attento, e, dichiara, mi assumo la responsabilità dell’errore fatto e chiedo scusa pubblicamente ai Calabresi, agli elettori del PD ed anche ai consiglieri Callipo e Pitaro Francesco che hanno firmato la proposta sulla scia di quanto fatto dal sottoscritto. Anomala l’assenza del parere del legislativo sulla proposta che, in futuro, non sarà consentito. Il PD non ha presentato una proposta di abrogazione e ha lasciato il compito alla Presidenza del Consiglio in rappresentanza di tutto il Consiglio. Tempi duri e sfide straordinarie ci aspettano, dichiara, e bisognerà dimostrare che la Calabria ha degli amministratori capaci. Bisogna dimostrare che il Consiglio non è la palla al piede di alcuno.

16:38 – Interviene la consigliera Tilde MINASI (Lega Salvini). Gratuite speculazioni sul tema sempre caldo dei vitalizi hanno messo in ombra quanto sin qui di positivo è stato fatto, dichiara. Il messaggio passato è di continuità col passato e non può essere ammesso. Le esperienze pregresse hanno determinato la unanime iniziativa di pervenire all’abrogazione della norma e, soprattutto, di chiedere scusa ai Calabresi. In futuro non dovrà essere dato spazio a fraintendimenti sulla volontà di creare privilegi. La lega non intenderà soprassedere a fattispecie analoghe ed a modalità regolamentari che alimentano equivoci.

16:45 – Interviene il consigliere Graziano DI NATALE (Io Resto in Calabria). Aldilà di quanto fin qui emerso, precisa che aveva presentato la proposta di abrogazione ma l’ha ritirata per consentire la rappresentanza di tutto il Consiglio da parte del presidente Tallini. La legge va abrogata in un clima surreale, che ha generato profondo imbarazzo per quanto avvenuto in un contesto difficile dal punto di vista economico/finanziario e sanitario. In qualità di neoeletto dichiara di volere rappresentare la politica che pensa agli interessi dei Calabresi che non hanno avuto un buon segnale dall’odierna assemblea. Il vulnus dell’assenza delle Commissioni consiliari va colmato, dichiara e le proposte di legge sin qui approvate non sono passate al vaglio delle Commissioni. Annuncia che una simile pratica non sarà più avallata dal gruppo Misto. Non convince, prosegue, neanche il sistema di votazione ed andrebbe attivato il voto elettronico. L’unico privilegio che rivendica è quello di rappresentare i calabresi e chiede l’Assemblea assuma l’autorevolezza del ruolo a rappresentare degnamente i Calabresi e vedere risolti i loro problemi.

Interviene il presidente Tallini. Precisa che quanto sin qui fatto dalla Presidenza risponde al dettato regolamentare.

16:55 – Interviene il consigliere Francesco PITARO (Misto). Annuncia il voto favore all’abrogazione della legge 5/2020. Ammette una certa superficialità sul voto a favore espresso sulla legge abroganda. Ritiene che la proposta sia stata predisposta con l’intenzione di pervenire a quel tipo di legge. Il furfantello deve essere stanato dalla maggioranza, dichiara, ingenuamente ha pensato di poter favorire se stesso senza pensare che la norma non sarebbe passata al vaglio sulla legittimità da parte del Consiglio dei Ministri e sopratutto che sarebbe valsa solo per il futuro. Necessario, per il futuro, non farsi trascinare in simili obbrobri.

17:01 – Interviene il consigliere Pietro MOLINARO (Lega Salvini). Apprezza l’elemento di forte determinazione della Presidenza nel prevedere l’abrogazione tempestiva della legge. Stigmatizza la mancanza di trasparenza e di comunicazione tra i capigruppo ed i consiglieri. Stigmatizza, inoltre, la possibilità di inserire, ai sensi dell’art. 42 del Regolamento interno del Consiglio i provvedimenti in Aula. Ritiene opportuno riprendere la legge 13/2019 e farne la comparazione con la regione più virtuosa.

17:07 – Interviene il consigliere Giuseppe AIETA (Democratici Progressisti – Calabria). Il danno di immagine arrecato all’Assemblea è incalcolabile, anche perchè l’inizio della legislatura è stato un inizio di buon senso. La verità dovrà essere ancora scritta, bisogna spiegare ai cittadini che i consiglieri della legislatura precedente non percepiranno il vitalizio. Con la legge 5/2020 si è data la sensazione di famelicità da parte dei consiglieri. L’errore è ammissibile, ma sarebbe opportuno che si evitassero gli inserimenti dei provvedimenti in Aula e, soprattutto, prevedere la partecipazione dei capostruttura, tecnicamente competenti, in sede di Conferenza dei Capigruppo. Quanto di positivo è stato fatto ad inizio legislatura, in favore dei soggetti più deboli e particolarmenti interessati dalla crisi economica, è stato cancellato. Bisogna assumere l’impegno, di pervenire all’abrogazione del finanziamento dei gruppi consiliari, ciò per farsi perdonare dai Calabresi e dimostrare di volersi spendere per loro e non per mantenere quanto viene percepito come finanziamento della casta.

17:14 – Interviene il consigliere Pippo CALLIPO (Io Resto in Calabria). Oggi, con l’abrogazione della norma, si dà prova di grande forza a scanso di quanto da tanti ciarlatani è stato evidenziato.

17:15 – Interviene il consigliere Nicola IRTO (Partito Democratico). Bene ha fatto la Presidenza a convocare il Consiglio per pervenire all’abrogazione della legge. Rammenta che la legge 13/2019 che si intendeva modificare, ha già portato delle risorse ed è andata ad attaccare i vitalizi passati e garantiti fino alla IX legislatura. 8 milioni di euro dei risparmi della scorsa legislatura sono stati utilizzati per alcuni provvedimenti di aiuto fatti ad inizio XI legislatura. È evidente che sulla Calabria c’è un’aspettativa maggiore e deve fare uno sforzo in più. I Calabresi si aspettano di più e l’odierna legislatura potrebbe intervenire sugli stipendi dei burocrati, sulle strutture speciali e su quanto viene percepito come privilegio.

17:24 – Interviene il Presidente TALLINI Domenico (Forza Italia). Condivide in parte quanto tracciato dal consigliere Irto, rivendica, però, pari trattamento e pari dignità, ritiene che la Calabria debba essere trattata alla stregua delle altre regioni.

17:26 –  Interviene il consigliere Luigi TASSONE (Partito Democratico). Concorda sulla necessità che la norma venga abrogata. Inaccettabile, dichiara, la gogna mediatica cui si è sottoposti, prendendo spunto, tra l’altro, da un’inesattezza sulla percezione dei vitalizi.

17:27 – Interviene il consigliere Baldo ESPOSITO (Casa delle libertà). La legge 5/2020 è stata vista come una difesa della casta. Molto fango è caduto su tutti, nessuno escluso. Ritiene sia partito, da oggi, un nuovo modo di condividere gli errori fatti relativamente alla opportunità politica ed alla mancata comunicazione. Precisa che la legge non ha introdotto i vitalizi, che non esistono dalla X legislatura, ma è stata percepita come la possibilità della loro reintroduzione, opportuno precisare, dichiara, che si tratta di indennità differita. Necessario ripartire e pre farlo non si può tergiversare sulla elezione delle Commissioni nel cui seno bisogna lavorare, partendo dalla modifica del Regolamento interno e, col lavoro, scrollarsi di dosso il fango che, inevitabilmente, ha sporcato ogni consigliere.

17:33 –  Interviene il Presidente Tallini. Tiene a ribadire che la legge che si sta per abrogare non ha previsto l’introduzione dei vitalizi, come facilmente riscontrabile.

Il Presidente pone ai voti gli articoli della proposta di legge di abrogazione della Legge 5/2020, il Consiglio approva.