La deputata di Fratelli d’Italia Wanda Ferro ha presentato un ordine del giorno, approvato, con il quale «il governo si è impegnato a destinare adeguati ristori ai produttori e organizzatori dei grandi festival sulla base dell’ultima graduatoria del bando triennale».
«Un settore – ha spiegato l’on. Ferro – che trascina con sé la promozione culturale e turistica dei territori, e risulta uno dei più colpiti dalla pandemia e dalle relative misure di contenimento del contagio. In particolare è stato penalizzato il comparto dei Grandi Eventi, cioè dei principali Festival dello Spettacolo dal vivo, come quelli che si svolgono in Calabria, già vincitori negli anni scorsi di ogni bando regionale a tema e, nel 2017, del bando triennale per Grandi Festival Storicizzati Nazionali e Internazionali.
«Il collasso di imprese, associazioni e operatori professionali – ha aggiunto la deputata – peraltro riconosciuti da Agis, Assomusica, dallo stesso Mibact e da altre associazioni di categoria, che ideano, scrivono e producono grandi eventi, festival e rassegne, rappresenterebbe anche un duro colpo all’occupazione, soprattutto giovanile, essendo un comparto che impiega professionalità ad alta specializzazione in vari ruoli, con un indotto enorme e ricadute in diversi settori, dai servizi, alla comunicazione, dalla ricettività, alle forniture di vario genere. I bandi pubblicati, tra Grandi Eventi e Cultura, ad oggi non sono arrivati a conclusione nonostante le graduatorie fossero state annunciate per fine agosto; tant’è che alcuni festival hanno realizzato in parte il loro programma, approfittando della temporanea riapertura dei teatri durante la stagione estiva, seppure con penalizzanti limiti di capienza: i danni accumulati sono ingentissimi, con fatturati azzerati e nuove spese sostenute».
Wanda Ferro ha quindi ricordato che «in altri paesi europei, i settori della cultura e dello spettacolo sono stati posti al centro delle misure di rilancio, con tassazione agevolata e accesso facilitato a contributi statali e altre misure, mentre in Italia, dove è mancata un’analisi specifica della filiera produttiva, le misure adottate appaiono del tutto inadeguate».