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Palazzo Campanella

13 Associazioni Culturali calabresi si appellano a Mattarella: le elezioni siano un appuntamento decisivo e non occasione di conquista

Sono 13 le Associazioni calabresi che hanno rivolto un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista delle elezioni regionali in Calabria, in programma per il 14 febbraio 2021.

L’appello, fatto dal Circolo Culturale Rhegium Julii, presieduto da Pino Bova, dalla bFondazione Mediterranea, guidata da Vincenzo Vitale, dall’Associazione Anassilaos, guidata da Stefano IorfidaAssociazione Culturale Nicola Spadaro, guidato da Franco PalumboAssociazione Italia Brasile, guidata da Antonio VitaleAssociazione Calabria Spagna, guidata da Rosa Fontana,  Associazione Città della Piana, guidata da Armando FociAccademia del Tempo Libero, guidata da Silvana VelonàCentro Internazionale Scrittori della Calabria, guidata da Loreley Rosita BorrutoComunità Competente, guidata da Rubens CuriaAmici Casa della Cultura Leonida Repaci, guidata da Rocco MilitanoTouring Club Reggio Calabria, guidata da Domenico CappellanoClub Unesco Domenico A. Cardone, guidato da Marisa Militano, hanno chiesto al presidente Mattarella di «far pervenire, sin da subito, ai partiti politici ed ai loro responsabili nazionali  – nelle forme e con le modalità che riterrà più opportune – un invito a considerare l’appuntamento delle prossime elezioni regionali della Calabria, non un’occasione di “conquista” da far pesare negli equilibri di potere, ma un appuntamento decisivo per esprimere programmi e candidati all’altezza del governo di una comunità regionale che vuole recuperare al più presto condizioni di normalità e fornire, grazie alle proprie risorse umane e materiali ed alla sua centralità nel Mediterraneo, un autonomo contributo allo sviluppo dell’intero Paese».

Le Associazioni, infatti, si sono rivolte al Presidente in quanto «grande consigliere, magistrato di persuasione e di influenza, veste con cui Meuccio Ruini nei lavori preparatori della Costituente definì la figura del Capo dello Stato, nell’ambito della prerogativa, fondante la nostra Repubblica, di rappresentare l’unità nazionale. Un’unità nazionale che i nostri Padri Costituenti hanno basato su alcuni principi che, per l’inedito momento che il mondo intero e il nostro Paese stanno attraversando, acquistano grande rilevanza e straordinaria attualità e che, dunque, giova richiamare: il lavoro, i diritti individuali e i doveri di solidarietà politica, economica e sociale, la pari dignità, l’uguaglianza difronte alla legge, la tutela della salute come diritto dell’individuo e interesse della collettività, la libertà dell’arte e della scienza».

«Ci rivolgiamo a Lei, donne e uomini liberi della Calabria – si legge in una nota – impegnati a promuovere e diffondere i valori universali della cultura, dell’arte e della solidarietà sociale, consapevoli che l’unità del Paese, affermata sulla Carta Costituzionale, vada resa tangibile oggi da un’adeguata azione delle Istituzioni democratiche e dalla partecipazione attiva di ogni cittadino alla vita della propria comunità. La pandemia da Covid 19 ha messo a dura prova il sistema sanitario nazionale, ma la Calabria è divenuta inizialmente zona rossa (Dpcm del 5 novembre 2020) non per la diffusione dei contagi, bensì per le mancanze strutturali dei propri servizi sanitari già collassati dopo oltre dieci anni di gestione dei commissari governativi. Riteniamo importante sottolineare come la crisi sanitaria calabrese non è casuale».

«È, innanzitutto – continua la nota – l’esito di politiche volte al progressivo “smantellamento” dei presidi sanitari territoriali pur dotati di eccellenti professionalità mediche; è anche conseguenza di una cattiva gestione strutturale e amministrativa, ma si configura oggi – cosa più grave – come il paradigma di un rapporto tra lo Stato, la Calabria e il Sud d’Italia più in generale che si è manifestato inadeguato e spesso punitivo. Tale situazione è divenuta ormai insostenibile ed esige oggi una decisa inversione di tendenza per assicurare una più giusta valorizzazione delle risorse e delle capacità di questi territori e, soprattutto, per mettere fine alle generalizzate diseguaglianze regionali, a partire dalla attuale, iniqua, ripartizione della spesa pubblica tra regioni del Paese, che la stessa Commissione Europea ha di recente dichiarato inaccettabili».

«Ella sa, Signor Presidente – prosegue la nota – da italiano di origini siciliane, che la Questione Meridionale non può essere assimilata ad una questione criminale, dal momento che la necessaria azione di prevenzione e contrasto della criminalità organizzata non può avere successo se non viene accompagnata da adeguate politiche di sostegno delle tante intraprese produttive, culturali e formative che hanno resistito all’urto del malgoverno e della corruzione guardando oltre, in direzione del Mediterraneo e dell’Europa. E sa che la riqualificazione e il potenziamento delle reti infrastrutturali e il sostegno all’ innovazione e alla modernizzazione sono indispensabili per arrestare la diaspora dei nostri giovani, in gran parte laureati, e porre un argine al pericoloso aumento della povertà della popolazione residente, in particolare nelle aree urbane».

«In un contesto siffatto – prosegue la nota delle Associazioni – i calabresi saranno chiamati a rinnovare il proprio Consiglio Regionale e ad eleggere il Presidente della Giunta. A nessuno può sfuggire l’importanza di questo passaggio, in un momento così complesso ed impegnativo della vita sociale. Tutti siamo interessati a far emergere, attraverso il libero confronto tra forze politiche ed attraverso il voto, le migliori capacità di autogoverno e, anche per questa via, assicurare e rinnovare la “sovranità democratica” della Repubblica in Calabria».

«Ma i calabresi – continua la nota – si apprestano a votare in periodo di pandemia e di difficoltà diffuse che si stanno progressivamente aggravando, con la metà dei giovani (15-30 anni) che non lavora, con un indice complessivo della disoccupazione del 21% (tra i più alti delle regioni europee) e con un astensionismo registrato nelle elezioni regionali del 2019 pari al 56% degli aventi diritto al voto. Una combinazione di fattori critici che rischia di allontanare ulteriori fasce di popolazione dalla partecipazione democratica e favorire la pratica inaccettabile del voto di scambio. Diventa, dunque, cruciale la funzione dei partiti politici nella selezione dei candidati. Essi dispongono di norme, come il codice di autoregolamentazione sulle liste dei candidati recentemente aggiornato dalla Commissione parlamentare antimafia, volte a tutelare il profilo etico delle proprie rappresentanze. Ma ciò non basta. Chi sarà chiamato a governare questa regione dovrà affrontare ataviche emergenze strutturali e, al tempo stesso, dovrà proporre soluzioni per uscire dall’emergenza con il pensiero rivolto al futuro».

«C’è bisogno allora di competenze – continua la nota – di condivisione d’intenti, di solidarietà, di rispetto dei ruoli e delle differenze di opinione, di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali e di un forte richiamo ad un rinnovato spirito di unità democratica».

«Siamo parte – concludono le Associazioni – di una realtà regionale che esprime grandi fermenti culturali, notevoli livelli di professionalità, importanti doti di solidarietà ed altruismo. Confidiamo nella Sua sensibilità democratica e nella Sua attenzione verso i calabresi». (rrm)