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Emilio Errigo

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Quali speranze per la mia Calabria: La cassa sacra

di EMILIO ERRIGO – Che la speranza in linea generale non va mai in pensione è una verità filosofica acclarata. Se poi questo auspicio eterno riguarda la speranza in un futuro migliore e più giusto in Calabria, c’è da ragionare un po’ e cronologicamente quantificare da quanti anni il Popolo della Regione Calabria, aspetta e spera, e spera pure da tanto tempo, che le cose cambino in meglio in questa dimenticata terra di conquiste , terremoti e bellezze uniche al mondo.
In Calabria, partendo dai presupposti essenziali di un territorio, c’è tutto quello che serve per vivere e vivere benissimo e pure oltre i cento anni di vita. Acqua purissima, cibo incontaminato, aria respirabile a polmoni pieni, ospitalità a costo zero, bellezze umane e ambientali in enorme quantità da valorizzare, intelligenze creative considerate di pregio internazionale, mare e monti che costituiscono le più grandi e inesauribili risorse che Dio Padre ha voluto donare alla terra di Calabria.
Allora perché occorre ancora sperare in un futuro migliore, se il presente è già colmo di beni naturali e umani, tanto decantati da scrittori e viaggiatori provenienti da tutto il mondo?
Non vi pare che sia giunta l’ora di rimboccarsi le maniche, sollecitare i muscoli, svegliare la mente creativa e iniziare a cooperare costruttivamente per il bene della nostra amata Calabria?
Non occorre attendere ne le distruttive e nefaste alluvioni, né tanto meno, l’arrivo di altri disastrosi e mortali terremoti, per chiedere la ri-costituzione della storica “Cassa Sacra” ben narrata e rappresentata, dal nostro illustre Archivista di Catanzaro, Achille Grimaldi, in un dettagliato memorabile testo titolato La cassa sacra, sottotitolato (ovvero) La soppressione delle manimorte in Calabria, pubblicato nel 1863, dalla Stamperia Dell’Iride di Napoli.
Allora per risollevare le tristi sorti della nostra dimenticata e distrutta Calabria, una volta denominata “Italia” (del Sud) e i suoi abitanti chiamati gli ” Itali” della Magna Grecia, si costituì una cassa sacra, una vera Banca dei Poveri, con fondi e beni ecclesiastici, prelevati o meglio dire sottratti (manu reali) ai numerosi ordini religiosi che allora come adesso abbondano in Calabria.
Ora mi chiedo e richiedo la presenza concreta e fisica, di Papa Francesco, perché la Calabria e i Calabresi è bene che tutti sappiano, hanno soccorso, salvato e accolto, oltre 200.000 migranti, centomila dei quali vivono così come possono, in Calabria. Credo che in tal senso la Calabria e i Calabresi, hanno dato prova del loro coraggiosa umanità, cristianità e solidarietà, tanto da meritare ampiamente la presenza e l’amore fraterno di Papa Francesco.

Poi se la Santa Romana Chiesa, intendesse destinare ai migranti e agli ultimi uomini, donne e bambini, che sopravvivono con molte difficoltà in Calabria, un po’ di risorse economiche e beni ecclesiastici inutilizzati, estrapolando dalla “cvassa sacra dello Stato del Vaticano, quel tanto o quel poco, delle tantissime risorse finanziarie disponibili, che il buon cuore del Papa, ritiene destinandoli a favore dei 100.000 migranti presenti in Calabria, sono ben accettati con cuore nobile e accogliente dai Calabresi e Migranti tutti. (er)
[Emilio Errigo è nato in Calabria, Docente universitario di Diritto Internazionale e del Mare, e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate]