dalla REDAZIONE ROMANA – Tante, troppe dichiarazioni e promesse sono state fatte ai calabresi e alla Calabria sull’alta velocità e, nonostante ciò, non è ancora chiaro quali siano davvero i piani e, soprattutto, cosa davvero sarà realizzato a livello ferroviario in Calabria con i fondi del Pnrr.
Una vera incognita, i cui nodi dovrebbero essere sciolti attraverso un incontro urgente con i vertici, come ha suggerito il consigliere regionale del PD, Domenico Bevacqua, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto e all’assessore alle Infrastrutture, Mauro Dolce, proprio per capire cosa si intende realizzare con quei preziosi fondi che scadranno nel 2026.
Una richiesta più che legittima, considerando la necessità urgente di una regione come la nostra di infrastrutture – soprattutto su rotaie – per poter uscire dall’isolamento a cui è “condannato” e essere al passo con i tempi. Una impresa non facile, dato che l’alta velocità in Calabria sembra essere un “miraggio” più che una realtà concreta. Come già rilevato dall’ing. Roberto Di Maria in un suo editoriale sul nostro quotidiano, «Un articolo de L’Espresso del 10 novembre scorso a firma di Gloria Riva ne è un esempio, dato che pone più di un interrogativo sulla ferrovia Salerno-Reggio Calabria in fase di progettazione da parte di RFI, nell’ambito della attuazione del Pnrr. Si scopre che “costerà miliardi” (come se altrove interventi simili costassero spiccioli), e che, inoltre, “non sappiamo quando (e se) sarà completata”. E, ovviamente, si arriva a mettere in dubbio” l’utilità stessa del progetto”».
Secondo Di Maria, infatti, «basta, infatti, dare un’occhiata al tracciato previsto per rimanere quanto meno perplessi» e ciò che ha dichiarato l’ad Fiorani in audizione alla Commissione Trasporti, «confermano questa impressione»: la nuova linea Salerno-Reggio Calabria sarà lunga 30 km in più di quella attuale e, «dopo aver lasciato Battipaglia, anziché dirigersi verso la costa cilentana, si dirige verso il Vallo di Diano, percorrendolo interamente. Ai primi rilievi del Pollino, immediatamente a sud di Buonabitacolo, essa segue un percorso in discesa, per lunghi tratti in galleria, che la conduce sulla costa, a Praia a Mare, pochi chilometri a sud del confine tra Basilicata e Calabria».
Decisioni che sono state assunte per «allontanarsi dalla linea storica perché i lavori interferirebbero con l’esercizio ferroviario» e per «scegliere un tracciato maggiormente accessibile ai territori, con particolare riferimento alla costa ionica calabrese».
Un approccio che all’ing. Di Maria non convince: «la Fiorani ha dimenticato che Rfi sta lavorando ad un altro progetto Av sulla Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto. Un itinerario facilmente raggiungibile dalla valle del Crati e da tutta la costa ionica, senza bisogno di scavare lunghissime gallerie, come quella tra Praia e Tarsia. A condizione, ovviamente, che, insieme alla Tarsia-Cosenza si raddoppi la linea costiera da Tarsia a Metaponto. Ma di questo intervento, nei piani RFI, paradossalmente non c’è traccia».
«Eppure – ha rilevato l’ing. Di Maria – si tratta di un itinerario comunque indispensabile, se si pensa che in Puglia perverrà il corridoio Ten-T Baltico-Adriatico, di cui è già stato chiesto alla UE il prolungamento da Ancona verso sud: una infrastruttura fondamentale per il trasporto merci verso il centro Europa. La sua accessibilità attraverso la linea ionica riqualificata e raddoppiata, insieme al collegamento con la tirrenica tramite la nuova galleria Santomarco, consentirebbe il potenziamento del porto di Gioia Tauro in chiave gateway, ovvero come punto di attracco per le navi portacontainer provenienti dal Far East. In futuro potrebbe peraltro usufruirne anche il porto di Corigliano-Rossano, attualmente pressoché abbandonato; senza contare il traffico che vi potrebbe pervenire dai porti siciliani, a condizione, ovviamente, che si realizzi il Ponte sullo Stretto».
Insomma, un pasticcio su un altro pasticcio: per Bevilacqua, infatti «non è accettabile che Rfi faccia e disfi a proprio piacimento programmi e progetti, senza dover chiedere conto a nessuno», ed è per questo che ritiene indispensabile questo incontro, «magari aperto a tutti i consiglieri regionali».
Ma non è solo l’alta velocità a essere messa sul tavolo: «l’incontro – ha spiegato Bevacqua – dovrà anche essere l’occasione per fare luce sul rispetto del cronoprogramma per l’elettrificazione delle Lamezia Terme-Catanzaro Lido e Catanzaro Lido-Sibari, oggetto di Accordo Quadro firmato tra RFI e Regione Calabria e che indica nel 2022-2023 lo scenario per l’operatività delle due citate linee».
Per il consigliere regionale, infatti, è sacrosanto occuparsi della sanità, ma non c’è solo quella tra le priorità della Calabria su cui intervenire. C’è anche la mobilità e, per Bevacqua, «negare il diritto alla mobilità significherebbe continuare a relegare la Calabria a fanalino di coda della crescita economica e sociale del Paese».
La necessità dell’alta velocità in Calabria è stata ribadita, ancora una volta, dal ministro alle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che ha sottolineato in un’intervista a Marco Esposito (Il Mattino-Il Messaggero) come «fare la Salerno-Reggio Calabria è stata una scelta di questo Governo» e ha spiegato il mancato inserimento di tutta la linea nel Pnrr: «saremmo stati dei folli, perché è impossibile ultimarla nei tempi previsti: per questo, sono inseriti solo i lotti realizzabili e resi fruibili entro il 2026, ma ci sono quasi 10 miliardi sul bilancio dello Stato per proseguire l’opera oltre tale data». (rrm)