Care Sorelle e cari Fratelli, il tempo della Quaresima chiama la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo e sua Sposa, a ripercorrere il cammino dello Sposo nel suo itinerario verso la Pasqua che ci ha redenti.
La nostra amata Diocesi di Mileto Nicotera Tropea è chiamata alla conversione e alla preghiera, per riscoprire proprio questa sua vocazione sponsale.
Il primo dei segni che Gesù compì (Gv 2) riguardò proprio uno sposalizio: il Signore intervenne con tempestività, per intercessione di Maria sua madre, cambiando l’acqua in vino e salvando, così, quelle nozze.
Ma come mai i loro nomi non vennero menzionati?
Quelle nozze sono le nostre nozze, quei nomi sono i nostri nomi! L’acqua che Gesù trasforma è la nostra acqua (incolore e insapore) che diventando vino porta gioia e vita alla nostra Alleanza con Dio.
In questi mesi ho pensato spesso a me stesso come quel maestro di tavola di questo episodio evangelico, perché nell’ascolto di tanti confratelli sacerdoti ho sperimentato proprio quello stesso stupore nel vedere la
Grazia di Dio che operava anche nei loro cuori questa trasformazione. E sono loro grato, perché ho visto in loro il vivo desiderio di affidarsi a me come loro pastore e padre, riconoscendo nei loro racconti l’amore che hanno per il Signore e per la Chiesa.
Adesso è tempo di Grazia ulteriore: tutti noi siamo chiamati ora a intraprendere un ulteriore cammino nuziale, fatto di desideri e sogni, di progetti e promesse, di impegni e voti sponsali. Mi riferisco in particolare a coloro che mi aiuteranno in modo più prossimo a servire e sostenere le tante esigenze della nostra Diocesi.
In questi cinque mesi mi sono affidato alla preghiera incessante per essere illuminato e assistito da Dio nel discernere la sua volontà riguardo i sacerdoti che mi ha affidato, convinto che in ciascuno di loro sia presente una perla preziosa e unica, da valorizzare appieno.
Padre Hermes Ronchi, predicando gli esercizi spirituali alla Conferenza Episcopale Calabra ha iniziato rimarcando la differenza tra “ruolo” e
“compito”: il primo rimanda ad una lista di cose da fare, il secondo invece parla di persone da portare al loro pieno compimento!
Ecco cosa desidero per la nostra Diocesi: un presbiterio unito, capace di portare a compimento il progetto che Dio ha su ciascuno di noi! Il senso di questa unione e di questa corresponsabilità sta anche nel numero dei sacerdoti coinvolti in questa riforma della Curia Diocesana: sono più di 70! Molte sono le membra, ma uno solo è il Corpo (cfr. 1Cor 12,12-27) e questo Corpo sarà chiamato a servire i fratelli e camminare nei sentieri tracciati dal Signore per il suo popolo.
Cominciando da Mons. Filippo Ramondino, ringrazio di cuore tutti i vicari, gli addetti e incaricati di Curia che in questi cinque mesi hanno dato prova di pazienza, fedeltà e abnegazione, servendo con dedizione e senso ecclesiale non comuni. Mi hanno aiutato in modo sincero e generoso manifestando amore alla Chiesa e ai fratelli.
Alcuni dei compiti che ho chiesto di svolgere nella nuova Curia Diocesana: ❖ don Nunzio Maccarone come Vicario Generale.
❖ don Roberto Carnovale come Vicario per la Pastorale ❖ don Pasquale Rosano come Vicario per la Cultura
❖ padre Pino Muller come Vicario per la Vita Consacrata ❖ don Francesco Vardè come Vicario Giudiziale
❖ don Giuseppe Fiorillo e don Ignazio Toraldo come Vicari per il Clero ❖ don Sergio Meligrana come Cancelliere
❖ don Tonino Loiacono per l’Ufficio Matrimoni
❖ don Nicola Scordamaglia come Economo e don Rocco Zoccoli come vice
❖ don Antonio Farina Ufficio Tecnico / Beni Culturali. (rvv)