Il Garante dei Detenuti di Crotone, Federico Ferraro, insieme al personale della Polizia Penitenziaria in servizio, ha fatto un sopralluogo nelle camere di sicurezza per il ricovero dei detenuti, che si trovano nell’Ospedale Civile San Giovanni di Dio.
A seguito dell’effettuazione della visita di monitoraggio è dovere del autorità comunale amministrativa indipendente segnalare una rilevante preoccupazione per le condizioni igienico-sanitarie dei locali visitati, risultanti carenti sia per quanto concerne la situazione impiantistica elettrica, con rilievo alla copertura delle canaline contenenti i cavi elettrici attivi, sia per quanto concerne lo stato di conservazione della pavimentazione, che appare parzialmente compromessa nell’area dei WC.
La struttura destinata nel seminterrato come area per degenza dei detenuti, per esigenze sanitarie, non risulta pienamente idonea alla destinazione ed occorre anzi al più presto rintracciare altri locali maggiormente idonei in osservanza della normativa vigente.
Si è provveduto a notificare le opportune segnalazioni alle autorità territorialmente competenti in ambito sanitario ed istituzionale.
Nei giorni scorsi si sono concluse le visite istituzionali con il Questore di Crotone dott. Marco Giambra, con il presidente della Provincia di Crotone dott. Sergio Ferrari ed infine con il nuovo Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Crotone Col. Luigi Smurra.
Il garante comunale ha riscontrato, come di consueto, una grande attenzione e sensibilità nei confronti delle tematiche carcerarie da parte delle locali istituzioni, in particolare per quanto concerne la già nota tematica delle carenze di idonee camere di sicurezza che siano a norma presso i presidi di Polizia, al fine di consentire la permanenza dei soggetti temporaneamente sottoposti a provvedimenti di restrizione della libertà personale.
Importante è stato l’incontro con il neo Presidente della Provincia con il quale si sono condivise le esigenze del mondo carcere, anche alla luce della necessità di avviare adeguate modalità di collegamento tra istituto di pena e l’hinterland cittadino, come servizio per familiari e dunque rivolto ad una porzione rilevante della popolazione locale. (rkr)