Giovedì 23 giugno, alle 19.30, nella terrazza dell’Hotel Medinblu di Reggio Calabria, la presentazione del libro Il custode delle parole di Gioacchino Criaco.
L’evento è stato organizzato dal Circolo Culturale “G. Calarco”.
Conversano con l’autore Angela Curatola e Simone De Maio, letture a cura di Cinzia Messina.
Il custode delle parole è una storia di identità e radici così forti da sfidare il futuro, richiamandoci alla responsabilità di prenderci cura di ciò a cui sentiamo di appartenere: un amore, una montagna, una storia.
Protagonista del romanzo è il giovane Andrìa, vive ai piedi dell’Aspromonte e trascorre pigramente le sue giornate tra il lavoro in un call center e le gite al mare con la fidanzata Caterina. Non ha ancora trovato la propria strada – la Calabria è una terra che divora i desideri e le aspirazioni –, ma sa di non voler fare il pastore come il nonno, di cui porta il nome.
Nonno Andrìa, custode di un mondo antico e di una lingua, il grecanico, che stanno per sparire ingoiati dalla modernità, ne vorrebbe fare il proprio erede. La sua vita cambia il giorno in cui salva dall’abbraccio mortale dello Jonio un giovane migrante dopo il naufragio di un gommone: Yidir arriva dalla Libia, e anche lui sta cercando un futuro possibile. Quando il nonno prende clandestinamente Yidir con sé come aiutante pastore, qualcosa scatta dentro Andrìa: pian piano si riavvicina a quell’ambiente che prima lo spaventava tanto, scoprendo la storia profonda di molti popoli le cui culture hanno stretto un legame inscindibile, e la bellezza selvaggia dell’Aspromonte.
Ne Il custode di parole di Gioacchino Criaco, scrive Maria Franco nella sua recensione: «l’Aspromonte, la “Grande madre bianca”, a quasi cento anni dalla pubblicazione di Gente in Aspromonte di Corrado Alvaro, torna felicemente protagonista della letteratura italiana. Della letteratura e non semplicemente della narrativa». (rrc)