Il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha ricordato che servono «interventi immediati e strutturali per cercare di limitare i costi dell’energia, ma nessuno ha veramente compreso dell’urgenza e della catastrofe sociale e lavorativa che accadrà senza la dovuta attenzione e, conseguentemente, gli imprescindibili provvedimenti».
«E di qualche giorno fa che il gruppo Callipo – ha proseguito – a cui va la massima solidarietà e vicinanza- una delle maggiori aziende calabresi, ha dovuto iniziare la sospensione dal lavoro per una giornata, non riuscendo più a sopportare i costi energetici. Così come, tale situazione colpirà tutte le altre aziende calabresi e italiane e, maggiormente, le famiglie che non avranno la forza economica di sopportare tale spesa. E’, pertanto, incomprensibile che le forze politiche non abbiano preso in seria considerazione il grido di allarme lanciato dalla Lega ed hanno proseguito un percorso che, certamente, non porterà a nulla».
«L’unica misura per calmierare i costi è – ha detto Saccomanno – il tetto di spesa e la individuazione immediata di nuove soluzioni concrete. E per uscire dall’evidente ricatto dei produttori e delle multinazionali non bastano le energie alternative, ma la riapertura dei nostri circa 170 pozzi, che si trovano nel mare adriatico e nel mediterraneo. Non è comprensibile, infatti, perché le nazioni limitrofe, come la Croazia, debbano utilizzare i loro pozzi, siti quasi adiacenti ai nostri, e questi, invece, devono rimanere chiusi. La riattivazione impegnerebbe qualche mese per renderli efficienti, ma risolverebbe una situazione veramente difficile ed esplosiva. Si dice che ciò non avvenga perché i gestori riescono oggi a fare super profitti e, quindi, non hanno alcun interesse per riprendere la loro utilizzazione».
«Se dovesse essere questa la ragione e speriamo di no, la magistratura deve, immediatamente – ha concluso – aprire un fascicolo per verificare la correttezza o meno di tali scellerate condotte. Nel mentre, la politica deve, con determinazione, fare di tutto per riattivare i nostri pozzi ed evitare che l’Italia possa sprofondare nel baratro. Non si può più tergiversare. Le aziende e le famiglie non possono attendere i lungi tempi della politica e rischiano di morire. È il momento in cui ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. La Lega e Matteo Salvini lo hanno già fatto e lo faranno non appena si sarà formato il nuovo governo». (rcz)