Venerdì 28 ottobre, a Catanzaro, alla Biblioteca De Nobili, alle 17.30, è in programma l’incontro con Valeria Tron, che presenterà il suo romanzo L’equilibrio delle lucciole.
L’evento rientra nell’ambito della rassegna Parole, Voci e Suoni di Calabria, promossa dalla Biblioteca Comunale “De Nobili”. A discutere con l’autrice di “L’equilibrio delle lucciole” sarà l’avvocato Vitaliano Gallo. Introdurrà la discussione e ne sarà moderatore, Nunzio Belcaro. Saranno presenti per i saluti il sindaco Nicola Fiorita e l’assessore alla Cultura, Donatella Monteverdi.
Il volume, che sta facendo registrare un notevole successo, ha nella radice Valdese il suo collegamento con la Calabria e c’è in particolare un episodio storico e al contempo tragico che lega indissolubilmente la Val Germanasca alla nostra regione: la strage dei Valdesi di Calabria, che fu consumata tra la fine di maggio e il giugno del 1561. Fino ad allora, le popolazioni di religione valdese provenienti proprio dalle valli piemontesi e che si erano insediate alle nostre latitudini dal XIII secolo, avevano vissuto indisturbate. Poi, però, iniziarono a professare apertamente la loro fede riformata, con tutto ciò che ne conseguì fino, appunto, alla strage.La sinossi del romanzo.
Ogni punto di partenza ha bisogno di un ritorno. Per riconciliarsi con il mondo, dopo una storia d’amore finita, Adelaide torna nel paese in cui è nata, un pugno di case in pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca: una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica. È lì per rifugiarsi nel respiro lungo della sua infanzia, negli odori familiari di bosco e legna che arde, dipanare le matasse dei giorni e ricucirsi alla sua terra: ‘fare la muta al cuore’, come scrive nelle lettere al figlio. Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c’è Nanà, ultima custode di casa, novant’anni portati con tenacia.
Levì, l’altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta. Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l’una dell’altra. Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l’anziana si confida senza riserva, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo, e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri ricuciti, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo.
Una biblioteca di esistenze, di linguaggi, gesti e voci, dove ogni personaggio è sentimento, un modo di amare. Fotografie, lettere, oggetti che sanno raccontare e cantare il tempo: di guerra e povertà, amori coltivati in silenzio, regole e speranza, fatica e fantasia. Un testamento corale che illumina le ombre e le rimette in equilibrio. La bellezza intensa che respira oltre la vita e rimane in attesa di parole. Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa. (rcz)