di VINCENZO SQUILLACIOTI – Si continua a parlare molto di armi e poco di pace a proposito del tragico conflitto armato che sta insanguinando, per ora, parte dell’Europa, catastrofico per l’intero pianeta se continua.
Capi di Stato e di Governo – non molti – si limitano a poco costose telefonate alle sole Autorità coinvolte in prima persona, a bei discorsi rivolti ai popoli che la guerra direttamente o indirettamente la subiscono, mentre quelli che la decidono neanche ascoltano, neanche leggono, e comunque ignorano. Sterili, e orientati verso altri obiettivi, i pochi incontri collegiali.
Il mondo che vuole la pace, e che pertanto ha urgente bisogno di far deporre le armi che creano morte e macerie, dov’è?
Dove sono quelli che hanno l’Autorità di attivarsi perché si pervenga all’abolizione del diritto di veto che autonomamente si sono assegnato le cinque Potenze permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu? Diritto di veto che nega all’Onu che rappresenta 197 Nazioni la possibilità di imporre la pace dove c’è la guerra.
Il mondo che conta sembra assente e muto, a parte qualche flebile voce e le parole infinite di giornalisti, esperti e politici sui giornali e nei salotti televisivi.
Il mio appello: Signori Capi di Stato e di Governo, nel particolare inquilini del Quirinale e di Palazzo Chigi, perché non galvanizzate il già pronto Popolo italiano, non i Partiti o i Sindacati, ma il Popolo, tutto il Popolo a chiedere con grande forza e determinazione a chi fa la guerra di deporre subito le armi? Perché non scendete anche voi nelle piazze per mettervi in testa al vostro Popolo? C’è forse qualche norma del Diritto Internazionale che vi impedisce di manifestare in piazza con il vostro Popolo per chiedere la fine immediata di una tragica guerra, peraltro vicina a divenire nucleare e planetaria? Quale legge vi impedisce di chiedere ai vostri omologhi del mondo intero di fare la stessa cosa? Possibilmente lo stesso giorno. Papa Bergoglio, presidente dello Stato Teocratico del Vaticano, sarebbe forse tra voi, tra noi, anche lui in piazza a chiedere quel che sta chiedendo continuamente a cuore aperto. Magari con al seguito uno stuolo di Cardinali, di Vescovi, di Presbiteri, di Suore.
Utopia?! Lo so! Ma io sono un semplice uomo di strada, e non c’è alcuna norma, ancora, che impedisce agli uomini onesti di strada di essere utopisti. Di fare sogni. Di sognare strumenti di pace. (vs)
[Vincenzo Squillacioti è un cittadino di Badolato]