La deputata del M5S, Vittoria Baldino, ha rilevato come «riportare Longobucco fuori dall’isolamento non è un’urgenza di questa maggioranza».
Dichiarazioni che arrivano dopo il no della Camera all’odg a prima firma di Baldino al decreto sul ponte sullo Stretto che impegnava il governo “a prevedere con urgenza, anche con un decreto legge ad hoc alla messa in sicurezza” della zona del crollo del viadotto del Comune di Longobucco e ad ogni altra azione volta a togliere i cittadini dall’isolamento. Tra gli impegni anche quello di stipulare una convenzione con Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, Anas e regione Calabria per mettere in sicurezza le infrastrutture calabresi.
«Quando parlo di isolamento – attacca Baldino – mi riferisco al fatto che dopo il crollo della Sila Mare sono state miracolosamente riaperte al traffico e rese transitabili delle strade prima chiuse, perché a rischio frana. Il prezzo per uscire dall’isolamento è rischiare la vita ogni qualvolta si percorre una strada per uscire dal paese. Quando parlo di isolamento mi riferisco al fatto che stiamo parlando di comunità non servite da servizi essenziali come ospedali e scuole».
«A tal proposito oltre il danno la beffa – ha aggiunto – durante la protesta dei cittadini è giunta una nota dal ministero dell’istruzione e del merito sancenti la chiusura di una delle due scuole di secondo grado che servivano la città. Mentre una comunità restava isolata il ministero invitava le famiglie, tra cui quella di due studenti disabili, ad iscrivere i figli presso altre scuole della provincia. Oggi ci venite a dire che non c’è nessuna urgenza per ripristinare l’opera e togliere Longobucco dall’isolamento?».
«Avete provato a vivere in un paese da cui non si può uscire? – ha chiesto –. Dove si vi prende un infarto siete morti perché l’ambulanza non potrà mai arrivare in tempo? In Calabria se hai un figlio disabile sei lasciato da solo: perché lo Stato non ti aiuta e ti chiude anche la scuola. Non voglio essere complice dell’ennesima presa in giro della politica che in trent’anni ha usato la Calabria solo come urna elettorale per portare nelle istituzioni persone che il nome Longobucco non lo sanno neanche pronunciare» conclude con forza Baldino rimandando così indietro l’invito del governo a riformulare l’ordine del giorno. Riformulazione che voleva fermarsi a monitorare gli esiti della commissione tecnica sulle cause del cedimento e sulla base di tali esiti valutare l’opportunità di promuovere un ripristino dell’opera. (rp)