È stata una serata dedicata alla civiltà contadina e alla memoria del paese, che ha visto nel primo dopoguerra una migrazione di braccianti verso il Marchesato, quella svoltasi a Stalettì, attraverso i documentari di Vittorio De Seta.
Una serata organizzata dalla Cineteca della Calabria e dal Comune in occasione del Centenario della nascita del Maestro del cinema documentario.
Questi braccianti, nel dopoguerra, si sono spostati a Botricello, «a dimostrazione di questo forte legame tra i due Comuni», ha precisato il sindaco Mario Gentile, animato da un forte entusiasmo nel promuovere iniziative culturali – è stata votata a Stalettì una proposta di gemellaggio con il Comune di Botricello.
I racconti dell’ex sindaco di Botricello, Paolino Camastra, sono stati preceduti dalla proiezione di Pastori di Orgosolo e Parabola d’oro, i documentari che de Seta ha girato nell’Italia Meridionale degli anni ’50, prima della lenta inesorabile scomparsa della civiltà contadina. Nella seconda metà degli anni Cinquanta tra il 1954 e il 1959 ha realizzato, autofinanziandosi, dieci brevi documentari fortemente innovativi nello stile e nei contenuti, nei quali racconta la vita e la fatica di contadini, pescatori, zolfatari, pastori, immortalando quelle forme di cultura arcaica, che in quel periodo stavano per essere cancellate dallo sviluppo della industrializzazione selvaggia. È il primo regista italiano ad avere usato il colore ed il formato in Cinemascope nel documentario, ad avere eliminato l’uso della voce fuori campo, per dare spazio ad un commento sonoro che registrava in loco, con voci, suoni e musiche autentiche, legate alle azioni dei protagonisti.
La serata è stata presentata nel giardino di Palazzo Aracri dal sindaco di Stalettì, prof. Mario Gentile, che ha sottolineato l’importanza di recuperare la tradizione della civilta contadina in un Comune come Staletti che, nonostante la costa, non ha mai sviluppato una cultura marinaresca. Il sindaco Gentile, a chiusura del suo intervento di carattere storico, sociologico e politico, ha annunciato la volontà dell’ amministratore comunale di realizzare un Museo della Civiltà Contadina.
Domenico Levato e Eugenio Attanasio hanno ricordato la figura di De Seta e il grande lavoro svolto dalla Cineteca della Calabria, nel recupero e nella diffusione delle opere. A moderare gli interventi il giornalista Luigi Stanizzi, presidente del Premio Mare Jonio e attento animatore delle serate culturali, che ha evocato il duro lavoro dei braccianti agricoli raccontando alcuni aneddoti curiosi. A fare il quadro dettagliato della mietitura negli anni Cinquanta è stato il dott. Paolino Camastra, che ha ricordato fra l’altro il dormitorio dei mietitori che arrivavano a Botricello, i termini oggi ormai desueti utilizzati dai lavoratori, il sistema di lavoro arcaico.
Camastra ha poi fatto leggere a Stanizzi i versi, che calzavano a pennello, scritti da Marilena Camponi sulla Mietitura: attraverso i raggi infuocati di un sole impietoso, schiene curve quasi immerse in un tremolio di riverberi Tra cielo e terra raccolgono l’ultima Spiga l’ultimo dono di un seme che sbocciò vita e rende il sudore, atavico pegno contadino, l’unguento Sacro di una messe abbondante il rito si confonde nei secoli si ripete con lo stesso ritmo e gli stessi spasmi di fatica umana a strappare dal grembo fertile della madre terra il compenso agognato il tesoro che brilla come oro puro agli ultimi raggi di un tramonto che cede alla notte… e tutto tace. (rcz)