Con questa iniziativa ci prefiggiamo di raggiungere due obiettivi. Vogliamo chiarire, innanzitutto, che non ci arrenderemo mai, perché il silenzio è il peggiore dei nemici nella battaglia contro le mafie. Inoltre, vogliamo offrire ai nostri quadri dirigenti territoriali gli strumenti per conoscere il fenomeno e capire come muoversi all’interno delle realtà in cui operano». È quanto ha dichiarato Pietrpaolo Bombardieri, segretario nazionale della Uil, all’inaugurazione, a Lamezia Terme, del primo corso dell’Alta Scuola di Formazione Antimafia.
Si tratta di un corso organizzato dalla Uil nazionale e dall’Associazione #Noi, rivolto ai quadri e dirigenti sindacali locali di tutto il Paese. Il percorso, infatti, è partito da uno dei territori più interessati dai fenomeni mafiosi, ma proseguirà, nelle prossime settimane, coinvolgendo, via via, i dirigenti della Uil delle altre Regioni. Le prossime tappe, infatti, sono Roma, Bologna e Genova.
«Dobbiamo essere aggregatori di forza e di coraggio – ha sottolineato il Segretario della Uil – in questa battaglia che abbiamo deciso di combattere insieme all’Associazione #Noi e a Federica Angeli, che ha fatto della lotta contro le mafie la sua stessa ragione di vita. Dobbiamo costituire – ha concluso Bombardieri – quella massa critica che fa rete e non si arrende».
«Stiamo realizzando un sogno di Giovanni Falcone – ha dichiarato Federica Angeli – che aveva intuito il processo di trasformazione delle mafie e, perciò, aveva auspicato la creazione di una scuola di alta formazione antimafia che vedesse come protagonisti i sindacati. Ho raccolto quell’idea e – ha sottolineato la giornalista – la stiamo realizzando per la prima volta proprio con la Uil. Le mafie odiano i sindacati perché possono essere un ostacolo al loro modus operandi in alcune realtà produttive e nel mondo del lavoro e possono spezzare alcune loro dinamiche».
«Solo conoscendole – ha concluso Angeli – possiamo sconfiggere le mafie».
«La lezione odierna – ha dichiarato la Segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena Senese – non è stata solo un momento di alta formazione, ma anche una testimonianza potente di come l’impegno individuale possa fare la differenza nella lotta collettiva contro la criminalità organizzata».
«La nostra regione – ha proseguito Senese – è spesso associata a immagini negative legate alla criminalità organizzata, ma noi sappiamo che questa terra è anche e soprattutto un luogo di grandi risorse, di persone oneste e laboriose, di una società civile viva e attiva. Il nostro augurio – ha concluso – è che i lavori di questa scuola possano contribuire a formare una nuova classe dirigente, consapevole e preparata, capace di guidare la nostra società verso un futuro libero dalle mafie». (rcz)