di FRANZ CARUSO – Si dice che Giacomo Mancini avesse sulla scrivania del suo ufficio ministeriale tre faldoni: per l’Italia, per il Mezzogiorno, per la Calabria con un’appendice corposa per Cosenza. Non so cosa abbia Roberto Occhiuto sul tavolo della presidenza della Giunta. Ma è siderale la distanza che si registra nel suo operato rispetto ai bisogni dei calabresi. Certamente riserva pochissima attenzione alla sua città natale. Pochi fatti e solo annunci per la Calabria, un atteggiamento oggettivamente di chiusura verso Cosenza.
Molto impegno per portare medici cubani, nessuna certezza per la costruzione del nuovo ospedale e per la riqualificazione dell’ Annunziata. Per non parlare del definanziamento della metropolitana leggera Cosenza-Rende-Unical. La metrotranvia, come il nuovo ospedale Hub, d’altro canto, erano e sono infrastrutture di straordinaria importanza, già finanziate e pronte per essere realizzate, che potevano cambiare il volto dell’area urbana e della nostra provincia, contribuendo alla crescita più generale della Calabria. Ed, invece, non se ne fa nulla, perché? C’è veramente astio verso la governance di palazzo dei Bruzi o ci si trova difronte ad una scelta politica rivolta ad osteggiare la crescita della città? Nell’uno e nell’ altro caso sarebbe comunque grave. Per quanto mi riguarda non intendo mollare. Bene, anzi benissimo la città unica, ma sono proprio queste problematiche che creano diffidenze e sospetti.
Ancora di più accentuati dalla modalità impositiva e non condivisa con cui la Regione intende procedere per la fusione. La mia ostinazione mi induce a proporre un “Patto per la città e l’area urbana” tra Regione, Comuni dell’area urbana e Università. Tutto ciò intanto per fare chiarezza e decidere in maniera risoluta sulla vicenda Ospedale e sulla realizzazione di un collegamento stabile con l’università. Sin dalla nascita della Università è stata proposta infatti, la necessità di un collegamento stabile, veloce, sicuro e sostenibile, in grado di dare forma e sostanza alla stessa città unica.