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Col Rotary Club di Cosenza si è parlato della difesa delle coste

Col Rotary Club di Cosenza si è parlato della difesa delle coste

Nei giorni scorsi, all’Hotel Europa di Cosenza, si è svolto un interessante caminetto organizzato dal Rotary Club Cosenza sulle potenzialità di soluzioni basate su metodiche naturali per il ripristino delle spiagge erose, grazie agli interessanti studi e ricerche condotte dal prof. Mario Maiolo.

A presentare l’ospite sono state la presidente Antonietta Converso ed Elena Bloise, Vice Segretario e Segretario esecutivo del Club. Tra gli altri, erano presenti il Governatore distrettuale eletto Dino De Marco, il co-segretario distrettuale Francesco Chiaia, Enzo Ferraro, Formatore distrettuale, il Presidente del Club Rotary Presila Cosenza Est, Antonino Iannello, Fabio Perri, presidente del Rotaract Club Cosenza, docenti dell’Unical, il pluripremiato subacqueo cosentino Ciccio Sesso che ha realizzato tante foto eccezionali della flora e fauna marina.

Il prof. Maiolo, professore ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime, Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente dell’Unical e responsabile di un hub di ricerca del Laboratorio di gestione sostenibile delle risorse idriche, ha iniziato parlando della preoccupante situazione odierna che – come ormai tutti sappiamo- non potrà che peggiorare se non si interviene in tempo. 

Basti pensare che si è calcolato che il cambiamento climatico potrebbe portare ad un innalzamento delle acque del Tirreno addirittura di 80 cm. entro il 2050. Per evitare quello che sarebbe un vero e proprio disastro, bisogna iniziare a lavorare subito, auspicabilmente e necessariamente in armonia tra tutti gli enti istituzionali interessati.

Al proposito, il prof. Maiolo si è soffermato sull’esperimento di Calabaia di Belvedere marittimo, sulla costa tirrenica cosentina, un Comune che è stato pronto a recepire gli input arrivati qualche anno fa dalla Provincia e quindi ad accogliere e realizzare un progetto innovativo, studiato da esperti e finanziato con fondi appositi.  In sostanza, su uno dei punti più erosi della costa sono stati smantellati i vecchi massi in cemento che tentavano alla meno peggio di contrastare l’avanzata del mare, per sostituirli con altri ottenuti con materiali naturali, sistemati – e qui sta la principale novità – non più in superficie ma sotto l’acqua.

Questa metodica non invasiva dal punto di vista ambientale ha favorito anche il ripristino spontaneo della vegetazione sommersa, per cui le barriere di posidonia stanno rivestendo un ruolo non secondario nel brillante risultato che già ora vede, nel tratto interessato, una spiaggia ampia e profonda come non era da decenni. Non solo, il progetto ha programmato persino il modo per determinare un andamento delle onde adatto per praticare il surf.
Il prof. Maiolo ha parlato con legittimo orgoglio della recente istituzione di un Corso di Laurea in Tecnologie del Mare e della Navigazione.

«Il monitoraggio e la gestione del mare, dei porti e delle navi – ha detto – è indispensabile per sfruttare le potenzialità marine a vantaggio dell’uomo ma senza provocare disastri ambientali».

Stimolante l’argomento e numerose le domande dal pubblico estremamente qualificato. (rcs)