«Il Comune, attraverso le sue rappresentanze consiliari, anche oggi ha dimostrato serietà e trasparenza chiarendo, coi fatti ed i documenti, come il Comune non sia mai stato contrario all’investimento di Baker Hughes, ma stia semplicemente tutelando le prospettive e gli interessi della Comunità, soprattutto occupazionali, anche attraverso la regolarità delle procedure». È quanto ha detto il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, nel corso del Consiglio comunale monotematico del 24 ottobre, chiusosi con l’approvazione dell’unica proposta di delibera caratterizzata dalla chiara apertura a tutti gli investimenti, compreso quello di Baker Huges per il quale si chiede la convocazione immediata di una nuova Conferenza dei Servizi al fine di rilasciare all’impresa un titolo autorizzativo solido e frutto di una procedura trasparente.
Il sindaco Stasi: Comune mai contrario a investimento di Baker Hughes
Nel corso del dibattito è emersa la volontà unanime da parte del Consiglio Comunale di lavorare per il recupero dell’investimento nell’ottica di un piano di compatibilità con gli altri indirizzi del porto ed ovviamente nel rispetto delle procedure.
Al termine del dibattito è intervenuto il sindaco ricostruendo l’intera vicenda, sottolineando come la questione Nuovo Pignone sia stato l’ultimo tratto di un percorso nel quale l’Autorità Portuale di Gioia Tauro, oggi di Sistema, ha operato costantemente penalizzando il Porto di Corigliano. Il sindaco ha ricordato come sia stato messo nel cassetto un piano regolatore condiviso e pronto già nel 2015 e tenuti fermi milioni di euro per anni per la banchina crocieristica, fino a farla diventare insostenibile, mentre in altri porti si è continuato ad investire soldi pubblici per attività di carattere commerciale, ma anche turistico.
Sulla vicenda Nuovo Pignone, il primo cittadino ha chiarito, citando i documenti uno ad uno, come l’Amministrazione abbia sempre sottolineato le criticità del progetto in tempi utili ed abbia sempre proposto delle soluzioni, che però non sono mai state accettate né riscontrate con delle controproposte, a partire dalla proposta di Protocollo di Intesa che stabiliva l’indirizzo non industriale di tutte le banchine non interessate dal progetto Nuovo Pignone, tutelando così la marineria e le prospettive di sviluppo turistico.
Tutto questo si è tradotto in una procedura distorta e lacunosa che non ha consentito all’ente comunale di esercitare le proprie prerogative e di verificare la sostenibilità del progetto, costringendo l’Amministrazione a dover difendere gli interessi della Comunità attraverso un ricorso, ma senza ostacolare l’investimento. Il sindaco ha infatti sottolineato come non sia mai stato emesso un atto che interrompesse o ritardasse il percorso – smentendo quanto affermato dalla stessa impresa – attestando come ad oggi Nuovo Pignone sia nelle condizioni di ottenere il permesso a costruire che però non è mai stato richiesto.
«È sancito – ha proseguito Stasi – che l’unica strada per recuperare l’investimento, nell’immobilità acclarata delle istituzioni superiori, è dare all’impresa un titolo solido. Spiace molto che gli sforzi della maggioranza in questo senso, anche specificando che la nuova conferenza dei servizi avrebbe fatto decadere il ricorso del Comune, siano stati vani. Evidentemente certe posizioni non erano decise in Consiglio ma altrove, non per gli interessi della città ma per calcoli politici di bassa lega. Fortunatamente alla guida della città ci sono una Amministrazione ed una maggioranza seria e che lavora quotidianamente per il bene comune».
«Il Porto è una risorsa della Calabria, gestita dalla Autorità, ma è una risorsa soprattutto per la comunità di Corigliano-Rossano – ha proseguito Stasi – e la democrazia impone regole e condivisione. Purtroppo veniamo da una stagione che, rispetto alla governance portuale, è stata allergica ad entrambe le cose, senza una visione rispetto allo sviluppo dei porti ed in particolare del nostro porto. Una gestione iniqua e goffamente autoritaria che è stata tollerata inspiegabilmente da più governi di diverso colore: credo che aver tirato in ballo la vicenda del Mercato ittico, che riguarda amministrazioni di 30 anni fa, quasi come forma di ripicca nei confronti della città, abbia rappresentato il punto più basso mai toccato da una istituzione nel corso degli ultimi decenni».
«A prescindere dagli esiti della vicenda di Nuovo Pignone – ha concluso – è necessario che si apra subito una nuova stagione di condivisione e di visione strategica, di sviluppo reale ed integrato del Porto, che sono obiettivi raggiungibili solo attraverso il confronto tra tutti gli attori competenti, dal Comune alla Giunta Regionale passando dalle categorie e dai sindacati fino alla Autorità di Sistema, un percorso per il quale noi siamo sempre stati e continueremo ad essere disponibili». (rcs)