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Salva-casa, gli Ingegneri di CZ a confronto con amministratori locali e rappresentanti istituzionali

Salva-casa, gli Ingegneri di CZ a confronto con amministratori locali e rappresentanti istituzionali

È stato un confronto sul decreto “Salva-Casa” varato dal Governo nei mesi scorsi, quello avvenuto tra gli ingegneri catanzaresi e i tecnici, amministratori e rappresentanti istituzionali.

L’iniziativa, organizzata dall’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro, ha coinvolto circa duecento tra ingegneri, architetti e geometri della provincia, ha visto la presenza di Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale, Pietro Raso, consigliere regionale e presidente della Quarta commissione consiliare “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente”, e di Giusy Iemma, vicesindaca e assessore all’Urbanistica di Catanzaro.

L’appuntamento si è concentrato principalmente su alcuni specifici temi oggetto delle innovazioni introdotte dalla legge nazionale: il regime semplificato della sanatoria edilizia, le modifiche introdotte al regime dei cambi di destinazione d’uso, il recupero dei sottotetti abitabili e la gestione degli edifici acquisiti al patrimonio pubblico.

Tra gli interventi di tipo tecnico, quello di Fabio Gualtieri, architetto e responsabile del Settore edilizia privata e SUE del Comune di Catanzaro, e quello di Fabio Cosco, coordinatore della Commissione urbanistica dell’Ordine degli Ingegneri catanzaresi.

L’incontro è stato moderato e introdotto da Giuseppe Stefanucci, vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catanzaro e ha visto la partecipazione del presidente dell’ordine degli Architetti catanzaresi, Eros Corapi, e del presidente del Collegio dei Geometri e dei Geometri laureati di Catanzaro.

«Abbiamo inteso promuovere questo appuntamento – ha detto Gerlando Cuffaro, presidente dell’Ordine catanzarese – perché riteniamo ci sia bisogno di approfondire e fare chiarezza su alcune delle innovazioni introdotte dal decreto. Ci sono dei vuoti legislativi che ci lasciano dei dubbi applicativi della norma che coinvolgono anche e soprattutto il ruolo dei Comuni».

«Per quanto ci riguarda – ha aggiunto – ben vengano le semplificazioni burocratiche e la velocizzazione di alcuni aspetti, ma sono necessari aggiustamenti tecnici per rendere realmente efficaci le soluzioni introdotte».

Dal canto suo, Filippo Mancuso, recependo le sollecitazioni che già nei mesi scorsi gli ingegneri avevano sottoposto alla sua attenzione, ha annunciato: «Stiamo preparando una norma che a breve depositeremo in Commissione, così potrà avviarsi la discussione con i tecnici del settore e quindi poter approdare, mi auguro già prima di Natale, all’approvazione. Ci sono altre Regioni che si sono mosse in questa direzione e la Calabria sta lavorando analogamente per favorire, ad esempio, gli interventi di piccola edilizia perché altrimenti la nostra economia ne risentirebbe. È una legge che porterà beneficio ai cittadini che non possono effettuare l’atto notarile per piccole difformità: insomma, si va verso una sburocratizzazione delle procedure».

Iemma, pur sottolineando l’importanza dell’intervento normativo che è servito ad aggiornare le previsioni legislative sul settore, ha spiegato: «Io la penso esattamente come Ance nel dire che il tema andava approcciato in modo organico e in modo veramente integrato partendo da quelle che sono le lacune della normativa preesistente».

«Partiamo, intanto– ha aggiunto – da un presupposto: noi sappiamo perfettamente che rischiamo un sovraccarico delle amministrazioni e questo può determinare che tante volte ci siano ritardi amministrativi a danno dei cittadini».

«Poi, la preoccupazione – ha proseguito – è che sanando piccoli abusi si possa eccedere. Inoltre, sui cambi di destinazione d’uso, il rischio è che si neutralizzino tutti gli strumenti di pianificazione per i Comuni che già ne abbiano li abbiano adottati. Infine, proprio sulla semplificazione, è necessario evitare che questa possa interferire con l’applicazione di normative legate alla sicurezza sismica o alla tutela ambientale e del territorio: ecco perché, quindi, auspico un approccio integrato».