Ci sono ancora biglietti disponibili per il concerto-spettacolo di martedì sera di Edoardo Bennato che chiuderà la stagione estiva di CatonaTeatro. Intanto, è tutto pronto perché ai reggini (e non solo, vengono da tutta la provincia e dalla dirimpettaia Messina) sia offerto un grande evento di musica che sottolinei la chiusura di una stagione importante, malgrado un certo calo registrato nelle presenze della stagione.
Perché i reggini non vanno a frotte a CatonaTeatro? Non sappiamo quante città pagherebbero per avere la magnifica Arena Neri che, sotto il cielo dello Stretto, offre una ribalta magnifica per qualsiasi spettacolo. Eppure, il calo di presenze si avverte: occorrerà studiare qualcosa per coinvolgere i giovani, far scoprire a quanti (troppi!) non conoscono il piacere del teatro e delle scene, non conoscono i classici e non si fanno attrarre dalle commedie brillanti. È una questione di educazione alla cultura che, evidentemente, manca e che mette sotto accusa la scuola. Non servono matinée per colmare budget diversamente modesti, bensì è necessario che gli insegnanti, gli operatori culturali, le teste pensanti della città, offrano stimoli al dibattito culturale, suscitino interesse allo spettacolo dal vivo, creino aspettative. Servono nomi di sicuro richiamo per attrarre le masse giovanili? Bene, ci pensi, per la prossima stagione, il buon Lillo Chilà che con i suoi collaboratori, primo fra tutti Luciano Pensabene, ha fatto e continua a fare da 34 anni il “miracolo” di CatonaTeatro, regalando mille emozioni all’area dello Stretto, offrendo novità e provocazioni, risate e suggestioni drammatiche, musica leggera o opere liriche.
Gli spettacoli, però, costano e serve il pubblico perché si possano offrire grandi produzioni e interessanti novità. Dunque, occorre investire sui giovani, coinvolgere l’Università, le scuole (va fatto prima della stagione estiva), creare attenzione e interesse, che diventeranno inevitabilmente consenso. Abbonamenti a prezzo agevolato per gli under 21, serate ad hoc, incontri ravvicinati con attori, registi, cantanti, produttori di musica, teatro, spettacolo. Insomma, bisogna suscitare interesse, soprattutto tra le nuove generazioni, che poi, quasi certamente, si trasforma in sicura presenza agli spettacoli.
CatonaTeatro – è bene sottolinearlo – è una felice intuizione culturale e un’invenzione di cui andare largamente fieri. Non va trascurata da parte degli amministratori locali, non va messa da parte lasciando alla capacità e all’instancabile impegno di Chilà e del suo staff di creare emozioni e insieme soffrire per i numeri del botteghino. Questa meravigliosa realtà, a due passi dallo Stretto, è una grande fabbrica di suggestioni di teatro, di musica, di cinema (anche la rassegna VersoSud di Nicola Petrolino soffre il mal di botteghino…) e merita l’attenzione della Città Metropolitana, che deve sentire il bisogno di garantire un sostanziale aiuto per le proposte di programmazione, le quali, ahimè, fanno più di una volta i conti con le troppe poltrone che restano vuote.
Con questo non bisogna pensare che sia mancato o manchi il successo a CatonaTeatro: ha il suo pubblico di affezionati, continua a riscuotere largo consenso, e si rivela un magnifico contenitore di eventi di spettacolo di prim’ordine. Ha bisogno, però, questa iniziativa culturale di essere sostenuta, difesa, e incentivata. Il pubblico farà la sua parte, gli spettatori possono comprare gli abbonamenti a scatola chiusa, sicuri di un cartellone di grandi emozioni, ma ci permettiamo di suggerire l’intervento anche “pubblico”, ovvero l’impegno della Città Metropolitana: significa fare cultura, favorire l’accrescimento culturale, offrire la possibilità, soprattutto ai giovani di fare il pieno di conoscenza e cultura. In una città (e in un’area metropolitana) che della cultura può (e deve) fare il suo appeal n. 1. (s)