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Consiglio regionale della Calabria

È legge la preferenza di genere per le prossime elezioni regionali

È legge la preferenza di genere: il Consiglio regionale della Calabria ha votato, tra i suoi ultimi atti prima di chiudere la legislatura, il provvedimento che sana una grave carenza nella normativa regionale. La Calabria era rimasta con il Piemonte, la Valle d’Aosta e, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria e la Puglia una regione che non prevedeva la doppia preferenza di genere per l’elezione del Consiglio regionale. Per Liguria e Puglia aveva provveduto il Governo a settembre, nella scadenza elettorale regionale, a introdurre la preferenza di genere e avremmo avuto lo stesso provvedimento in assenza della legge licenziata oggi.

Grande soddisfazione della commissione Pari opportunità, dei movimenti femminili, delle associazioni che. si sono battute con tutte le forze, dopo la vergognosa bocciatura nella passata legislatura del progetto di legge presentato da Flora Sculco. Questa volta non ci sono stati ripensamenti o mugugni, la legge è realtà.

Il presidente del Consiglio Mimmo Tallini ha spiegato, introducendo il provvedimento, che la Calabria non poteva subire la stessa umiliazione di Liguria e Puglia: «Intendiamo licenziare  – ha detto – autonomamente questo testo che, nelle nostre intenzioni, dovrebbe favorire una maggiore presenza femminile in questa Aula. Una considerazione importante: la normativa, da sola, non basterà ad alzare la percentuale di presenza femminile in Consiglio regionale. Sicuramente è uno strumento prezioso ed essenziale, ma deve esser accompagnato anche da un cambio di mentalità, un cambio culturale, da parte di tutti i partiti che devono valorizzare senza esitazione l’enorme potenzialità delle donne. Noi cominciamo a fare la nostra parte. Sicuro di interpretare il sentimento di tutti i consiglieri, dedico questo testo alla memoria di Jole Santelli, la prima donna nella storia del regionalismo calabrese ad assumere la carica di Presidente. E ringrazio ovviamente, per la spinta che hanno dato al provvedimento, le colleghe Flora Sculco e Tilde Minasi, alle quali auguro di essere riconfermate nelle prossime elezioni, così come mi auguro che in questa Assemblea il numero delle elette sia molto più alto di quello attuale».

«Una conquista normativa e culturale – secondo il consigliere regionale Giacomo Pietro Crinò (CdL) –. Il Consiglio regionale della Calabria ha adeguato la legge elettorale al quadro normativo vigente in materia di rappresentanza di genere, con l’obiettivo di assicurare la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive ed anche di allinearsi alle previsioni legislative presenti in altre realtà regionali. Si tratta di una conquista normativa e culturale che acconsentirà la partecipazione attiva delle donne alla politica calabrese. Ci dotiamo, finalmente, recuperando il colpevole ritardo della passata Assise, di uno strumento fondamentale per garantire qualità nella democrazia e nella rappresentanza e per valorizzare, ancor più, la funzione delle donne nelle Istituzioni. Nel corso della seduta ho relazionato sulla modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture socio-educative per la prima infanzia, di cui all’articolo 23 della L.R. 15/2013 approvata dal Consiglio regionale della Calabria con specifico riguardo alla proroga del termine di adeguamento.

«Con l’articolo 23, così come modificato dalla L.R. n. 7/2020 – ha detto Crinò –, è stato fissato al 31 dicembre 2020 il termine assegnato alle strutture socio-educative, sia pubbliche che private per adeguare i requisiti strutturali ed organizzativi previsti dalla legge e dal successivo regolamento. L’adeguamento comporta, tuttavia, una serie di modifiche strutturali, nonché misure organizzative complesse, che diverse strutture hanno ancora in corso e non hanno del tutto completate anche per i costi di non poco conto da sostenere. Pertanto, si rende necessario fissare un nuovo ed ultimo termine (‘entro il 30 giugno 2021’) in modo che tutti coloro che gestiscono questi servizi possano mettersi in regola ed evitare, in caso di mancato adeguamento, la chiusura e la conseguente interruzione delle attività con conseguenze anche sui lavoratori e sulle famiglie che verrebbero private di questi importanti servizi. Mi dispiace che la modifica normativa appena varata, non abbia registrato il voto dell’opposizione che ha preferito abbandonare l’Aula non ritenendo l’argomentazione indifferibile ed urgente. Invero, anche la categoria interessata dalla novella legislativa è stata decisamente colpita dagli effetti della pandemia in atto che ha reso impraticabile l’adeguamento ai requisiti strutturali ed organizzativi previsti. Diverse strutture calabresi hanno ancora in corso i lavori di adeguamento e i costi da sostenere sono indubbiamente elevati. La proroga del termine di adeguamento, quindi, si è resa doverosa per dare la possibilità di adempiere con più tranquillità, magari evitando la cessazione o l’interruzione delle attività, con logici risvolti negativi sui lavoratori e sulle famiglie che verrebbero private di questi servizi essenziali».

Fra i primi commenti, quello del commissario regionale del Partito Democratico on. Stefano Graziano: «Finalmente la Calabria approva la modifica alla legge elettorale che istituisce la doppia preferenza di genere, peccato però che questa pagina di buona politica sia macchiata dal resto dell’ordine del giorno imposto dalla maggioranza. Provvedimenti che non avrebbero dovuto proprio essere portati all’attenzione dell’aula e che danno una pessima immagine della politica, che in piena pandemia pensa ad alimentare clientele». (rp)