Fortunato Lo Papa, segretario generale della Fisascat Cisl ha dichiarato che «quello che avevamo temuto si è verificato: i dodici lavoratori in servizio nel bar ristorante dell’aeroporto di Lamezia Terme sono stati licenziati».
Il segretario generale, infatti, già a febbraio 2019 si era opposto al fatto che i dipendenti, che per oltre venti anni erano stati dietro il bancone dell’esercizio commerciale, il cui appalto era stato vinto dalla Gerico, venissero assunti tramite agenzia interinale E-Work.
A marzo 2020, con l’arrivo della pandemia e la chiusura agli esterni dell’aeroporto, i lavoratori sono stati messi in cassa integrazione senza neanche sapere se e come sarebbero ritornati a indossare la divisa. Ora, la comunicazione di disdetta da parte della Gerico all’agenzia di somministrazione E- Work che consentirà loro di ottenere solo sei mesi di assegno di disponibilità, e poi procederà al licenziamento.
«Non è possibile – ha dichiarato Lo Papa – rimanere inermi di fronte a quello che sta accadendo nello scalo aeroportuale. Ben vengano i 5 milioni di euro stanziati dalla Regione per i sub concessionari di attività interne allo scalo, ma non basta. Non servono soldi a pioggia, ma concertazione e una visione costruttiva».
«Una richiesta di incontro è stata già inviata al presidente della Sacal Giulio De Metrio e al presidente f.f. Nino Spirlì, al fine di convocare un tavolo tecnico ed istituzionale. Ma bisogna pensare anche alla messa in moto di meccanismi economici e risorse che permettano di tamponare l’emorragia economica, e ai titolari di non licenziare, ad esempio pensando a corsi di formazione, riqualificazione, aggiornamento».
«Suona strano – ha aggiunto – che a due mesi dalle elezioni regionali dalle casse della Regione sia uscita una cifra così importante e che non si sia discusso, almeno da quanto si apprende dalla stampa, del futuro dei lavoratori legati alle subconcessioni e che non siano state coinvolte le sigle sindacali di categoria».
«Non possiamo permetterci – ha concluso – altri spot elettorali, abbiamo bisogno di misure e contro misure concrete». (rcz)