;
Terme Luigiane

I due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese sono favorevoli alla continuità delle attività termali delle Terme Luigiane salvo che…

di FRANCO BARTUCCI – Le amministrazioni comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese, attraverso i rispettivi sindaci, con una lettera inviata alla direzione della Sateca, al Prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio e al presidente della Giunta Regionale f.f. Nino Spirlì, oltre che all’assessore regionale alle attività produttive, Fausto Orsomarso, fanno sapere che sono favorevoli alla continuità delle attività termali delle Teme Luigiane presso lo stabilimento “Terme Novae” e Parco Termale “Acquaviva”, alle stesse condizioni economiche fino ad oggi riconosciute e praticate, almeno  fino all’attuazione di quanto sancito dal Regolamento di sfruttamento delle acque termali, approvato nel mese di novembre dai rispettivi consiglieri di maggioranza dei due  Consigli comunali.

«Tale  proposta – hanno scritto nella lettera i due sindaci – sarebbe stata tra l’altro oggetto di discussione dell’incontro più volte richiesto da parte nostra e disatteso da parte Vostra per svariati motivi».

Nella stessa lettera, poi, i due sindaci attaccano la Sateca per la comunicazione pubblica ufficiale di chiusura delle Terme, fatta dalla stessa attraverso gli organi d’informazione.

«Pertanto la Vostra comunicata chiusura delle attività aziendali è da ritenersi una decisione unilaterale da parte Vostra e non condivisa dalle Amministrazioni scriventi, in quanto assolutamente inaccettabile per la perdita di posti di lavoro ed anche perché potrebbe configurarsi interruzione di un pubblico servizio».

Qual è al momento l’interruzione del pubblico servizio trovandosi lo stabilimento “Terme Novae” ed il Parco Termale “Acquaviva”, come  le strutture alberghiere, chiuse per ragioni di normale inattività invernale e per i vincoli legati alla tutela di lotta al coronavirus, non è dato sapere e conoscere da parte dei due sindaci?

Intanto nella stessa lettera si informa la Sateca che «entro la scadenza del 31 dicembre 2020 riceverà un calendario dei giorni in cui si procederà alla restituzione dei beni di proprietà comunali, in ossequio alle disposizioni del Capitolato d’Oneri di cui ai contratti del 4 settembre 1936 e del 4 novembre 1942  stante la redazione dell’inventario dei beni mobili ed arredi presenti nelle strutture da restituire».

Si tratta della consegna dell’edificio utilizzato in questi anni dalla Sateca come ufficio amministrativo e di prima accoglienza dei curandi, di un complesso commerciale in disuso da diversi anni e del vecchio stabilimento denominato San Francesco, nella cui corte si trovano le vasche di lavorazione dei fanghi e delle alghe utilizzate nelle cure reumatiche e terapeutiche, la cui lavorazione avviene proprio durante il periodo di chiusura delle terme (dicembre/aprile).

Ora, dicono i lavoratori ed il sindacalista della Cisl provinciale, Gerardo Calabria, che sta seguendo personalmente da quattro anni questa particolare vicenda di ricerca del nuovo concessionario delle acque termali delle Terme Luigiane: «Come credere alle parole dei due sindaci, espresse ufficialmente nella lettera inviata alla Società gestore delle Terme, circa il loro parere favorevole al prosieguo delle attività termali da parte della Sateca, se contestualmente chiedono entro la fine di questo mese la restituzione delle chiavi della struttura San Francesco, dove avvengono le lavorazioni dei fanghi e delle alghe?».

Dicono, ancora, poi i due sindaci: «Prosecuzione delle cure che potranno svolgersi fino all’attuazione di quanto sancito dal Regolamento di sfruttamento delle acque termali approvato dai due Consigli comunali».

Ma il “Regolamento”, a cui fanno riferimento i due sindaci, contestato nella sua impostazione dai consiglieri di minoranza dei due Consigli comunali, dai lavoratori, dal  sindacato Cisl di Cosenza, da Federterme, dal comitato “lavoratori Terme Luigiane”, dalla stessa Sateca,  non corrisponde alla figura del “sub concessionario” indicato nell’accordo sottoscritto presso la Prefettura di Cosenza l’8 febbraio 2019, che nel comma D così è scritto: «Qualora le procedure di cui ai punti B e C, benché regolarmente introdotti, avviate ed in itinere, dovessero eccedere al termine del 31 dicembre 2020, ai fini di evitare soluzione di continuità aziendale, le attività di Sateca proseguiranno fino all’effettivo subentro del nuovo sub concessionario nella gestione del servizio».

Un protocollo d’intesa che si concludeva con queste parole: «I Comuni e la Sateca, da subito, lavoreranno per la destinazione degli immobili inseriti nel protocollo e nei verbali». Ciò ch’è mancato in questo tempo la concordia per trovare insieme responsabilmente la soluzione. Il messaggio divulgato, invece, dai due sindaci, una volta approvato il Regolamento, attraverso gli organi d’informazione, è stato quello di annunciare ch’era finito il “Monopolio della Sateca”.

Non è questo il modo giusto di trovare una soluzione adeguata a garantire la funzionalità  ed una continuità lavorativa delle Terme Luigiane, anche se il Coronavirus Covid-19 ne ha nella stagione 2020 condizionato la funzionalità con appena duemila curanti in circa due mesi e mezzo a fronte dei 22.000/25.000 mila curanti degli anni precedenti a questa pandemia in un periodo di tempo di sette mesi (maggio/dicembre). (rcs)