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Franco Bartucci: Un Recovery Plan più ricco per la Calabria già disponibile sulla predisposizione dei progetti

di FRANCO BARTUCCI – Quante polemiche si son fatte in questi giorni sulla seconda bozza del Recovery Plan, circa lo scarso trattamento riservato alla Calabria per come segnalato dai parlamentari di centro destra e direi anche dal sen. Ernesto Magorno di Italia Viva. 

Eppure, il Presidente Giuseppe Conte aveva annunciato, prima della bagarre in Parlamento, che questa era ancora sola una bozza e che spettava allo stesso Parlamento, e poi alle forze sociali, correggere e migliorare il contenuto. Preminente era il tema della crisi del Governo e della sua caduta e tutto questo è stato cancellato dalla memoria.  Abbiamo seguito e visto, attraverso la televisione, un dibattito che mi limito a dire  preoccupante, che ha messo a nudo una spaccatura netta, incolmabile, tra le forze di maggioranza e quelle di minoranze.

Ho visto una immagine squallida quando il presidente Conte ha riferito della telefonata del presidente Joe Biden e le telecamere hanno inquadrato gli scanni della Camera con i parlamentari appartenenti alla maggioranza che applaudivano e quelli dell’area di centro destra che rimanevano fermi. Eppure, Biden è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Abbiamo visto, durante la campagna elettorale americana, Matteo Salvini indossare una mascherina con sopra scritto Trump.

Da questo emerge il segno di una spaccatura che può fare soltanto male al nostro Paese. Quanta disumanità si è potuto vedere in quell’immobilismo. Oh Italia, apriamo i nostri cuori, mettiamo le nostre intelligenze a disposizione di una missione dedita a costruire un Paese nuovo in cui ogni uomo abbia consapevolezza del suo senso e valore umano, con il rispetto e la ricerca di quei sentimenti e atteggiamenti che portano ad essere costruttori maturi per una società consapevole e rispettosa del confronto democratico tra esseri umani, siano essi politici, amministratori, lavoratori, uomini e donne di questo nostro paese.

Certo, ci sono situazioni di maggioranze assolute e relative; ma ciò che conta è dare al Paese, cominciando dalle aule parlamentari, serenità in questo particolare momento della pandemia Covid-19, superando ogni conflitto e giochi di interessi  indirizzati a conquiste di poteri. Non si può continuare a chiedere, ad ogni sorgere di nuvole tempestose, l’indizione di nuove elezioni, ma di lavorare mettendosi al servizio del bene del Paese. Lo deve fare la maggioranza governativa, ma anche la minoranza nelle forme più consone e rispettose del giusto equilibrio tra i rispettivi ruoli e le funzioni con al centro il dialogo, piuttosto che lo scontro costante e continuo.

La  Calabria nella fase dibattimentale, sia alla Camera che al Senato, ha avuto dei richiami in merito al Recovery Plan giudicato di scarsa attenzione nei confronti della nostra regione. Non c’è solo l’alta velocità Salerno/Reggio Calabria o il porto di Gioia Tauro, ed alcuni dei nostri parlamentari hanno fatto bene nel dire che bisogna guardare con grande attenzione al completamento dell’arteria autostradale della Statale 106 e ferroviaria jonica, come il nuovo asse ferroviario Cosenza/Catanzaro, già programmati e parzialmente finanziati durante la scorsa legislatura del presidente Mario Oliverio.

La Calabria sarebbe pronta a dare un grosso e immediato contributo come utilizzare al meglio i fondi del Recovery Fund e predisporre un serio piano per il Recovery Plan, in quanto esiste come guida il Report predisposto dal presidente Mario Oliverio e consegnato alla Calabria al termine del suo mandato.

Un report che contiene le basi per il domani della Calabria, dove ci sono le tracce per come intervenire sul sistema infrastrutturale, portuale ed aeroportuale, sul dissesto idrogeologico, sulla ricerca universitaria, sul programma Scuole sicure ed il sistema metropolitane, per non parlare della digitalizzazione dei vari servizi nei vari settori del pubblico e del privato. Il tempo è tiranno e non abbiamo un governo regionale operativo se non per l’ordinaria amministrazione. Ma in questo frangente a livello parlamentare e sindacale ci si può impegnare a preparare una scaletta degli interventi e mettersi subito all’opera per preparare tutta la documentazione necessaria per come chiede l’Unione Europea.

Dal sottosegretario ai Beni Culturali, Anna Laura Orrico, accogliamo lo stimolo e l’invito a guardare con grande attenzione a quei progetti  immediatamente cantierabili. Ne abbiamo uno fermo vicino a noi, da ben quattordici anni. Si tratta del completamento del Campus universitario dell’Università della Calabria con il polo tecnologico, le strutture fieristiche per la diffusione  delle ricerche scientifiche, il villaggio dello sport per le universiadi.

La stazione ferroviaria venuta in auge nell’ultimo anno per effetto della Frecciargento Sibari/Bolzano e per la metro UniCal Settimo/Centro storico di Cosenza secondo il progetto predisposto dalla stessa Università in accordo con la Regione durante la gestione del Rettore, prof. Gino Mirocle Crisci. Progetti ed aree già disponibili per la loro realizzazione.

L’Università della Calabria, cuore pulsante della nuova unica grande città dell’area metropolitana Montalto/Rende/ Cosenza/Castrolibero e relativo hinterland. Una Università che raccoglie, oggi, circa 25 mila studenti iscritti, dei quali oltre 900 provenienti da circa 80 paesi del mondo. Una Università che si è conquistata nel mondo per le sue attività di ricerca meriti e prestigio come dimostrano le varie classifiche che valutano tutto questo in ambito universitario mondiale.

Fin dal suo sorgere, è stato sempre affermato che l’Università della Calabria rappresentava il “volano di sviluppo” della regione Calabria e dell’intero Mezzogiorno. Purtroppo, il suo sviluppo è stato rallentato e bloccato per come vediamo e sappiamo; ma l’attenzione che ha conquistato a livello internazionale, e quanto è accaduto a seguito della pandemia, ci obbliga a guardare con grande attenzione alle sue potenzialità e benefici che possono derivare dal Recovery Plan, che le consentirebbe di acquisire le sue vere dimensioni strutturali, guardando con grande interesse anche alle potenzialità degli scavi  archeologici dell’antica Sibari, che a livello turistico potrebbe divenire la Pompei del Sud con il sostegno scientifico e culturale dell’Università della Calabria, per come auspicato dai suoi padri fondatori.

Bisogna che ci si muova subito a livello istituzionale e politico. Che ci si sieda ad un tavolo con la massima urgenza, e si definisca il tutto per un Recovery Plan più ricco e consone allo sviluppo del territorio. (rcs)