Si intitola Coltiva la bellezza: Adotta un quadro il progetto promosso dall’Istituto Comprensivo di Taverna, guidato da Susanna Mustari e curato dal restauratore Giuseppe Mantella.
Il progetto è nato grazie all’iniziativa degli studenti delle terze classi scuola scuola secondaria di I grado dell’istituto che, nell’anno scolastico 2017-2018, con la dirigente Rita Elia, hanno vinto il concorso nazionale indetto dalla Banca d’Italia dal titolo Inventa una banconota e hanno deciso di utilizzare la cifra vinta per porre l’attenzione sull’immenso patrimonio artistico di Taverna.
Con questo progetto, con un’azione sinergica tra diverse istituzioni, si porrà l’attenzione sul quadro titolare della Chiesa di Santa Barbara dal titolo Il Patrocinio di Santa Barbara, opera del celebre pittore barocco Mattia Preti, detto nel XVII secolo Il cavaliere Calabrese, il più illustre cittadino di Taverna. Il dipinto, vero capolavoro dell’arte barocca, olio su tela di cm 460 X 305 rappresenta santa Barbara accolta in cielo dal Cristo seduto su nuvole.
Nello specifico, il progetto si articola in diversi momenti: Agli alunni, protagonisti assoluti affiancati dalla referente del progetto, prof.ssa Annalisa Ganci, e dalla collaboratrice del progetto, prof.ssa Marialuisa Pudia, e dal restauratore Giuseppe Mantella, è stato affidato il compito di raccontare la vita e le opere dell’artista attraverso una serie di pannelli esplicativi, video, filmati, che avranno lo scopo di creare una mostra itinerante, per far conoscere Mattia Preti nelle scuole, prima del comprensorio di Taverna e in seguito della intera Calabria, se non in tutto il territorio nazionale.
La seconda fase del progetto, in accordo con la Curia dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, rappresentata dal Responsabile diocesano dell’Ufficio Beni Culturali don Maurizio Franconiere, la “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Catanzaro e Crotone” del Ministero della Cultura, con a capo la dott.ssa Francesca Casule, assieme alle parrocchie di Taverna, sotto la guida di don Simone Marchese, vedrà impegnato Giuseppe Mantella, restauratore di fama internazionale e profondo conoscitore del genio del “cavaliere calabrese”, come curatore e coordinatore del progetto scientifico.
Iniziativa che ha come fine la ricognizione degli studi fin ora eseguiti sul “Il Patrocinio di Santa Barbara” e la realizzazione di tutte le indagini diagnostiche finalizzate ad una più profonda conoscenza e quindi ad una corretta lettura del dipinto, attualmente compromessa da un “pentimento” dell’artista che è stato riportato alla vista durante l’ultimo restauro e che attualmente non permette una univoca lettura dell’opera. Le indagini scientifiche, che saranno di supporto anche per la valutazione dell’attuale stato di conservazione della monumentale tela “Il Patrocinio di Santa Barbara”, rientrano nel quinquennale progetto di ricerca (2017-2021) promosso dalla “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza, Catanzaro e Crotone”, che ha interessato negli anni l’approfondito studio diagnostico di tutti gli altri cinque dipinti di Mattia Preti conservati nella stessa chiesa di Santa Barbara.
Tale progetto quinquennale, coordinato dal restauratore Giuseppe Mantella con la consulenza del prof. Sante Guido, vede impegnati ormai da anni il Prof. Mauro Francesco La Russa, dell’Università di Calabria, associate Professor in Applied Petrography to Cultural Heritage e Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra (DiBEST) e presidente dell’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr); la prof.ssa Valentina Venuti, professore ordinario di Fisica Applicata ai Beni culturali, ambientali, biologia e medicina, Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra, dell’Università degli Studi di Messina. Le tecniche di indagine utilizzate per “Il Patrocinio di Santa Barbara” saranno la spettroscopia di fluorescenza a raggi X (XRF) e la spettroscopia Raman. Si tratta di tecniche di analisi su scala spaziale, rispettivamente, elementare e molecolare. Grazie alla loro non distruttività e non invasività, unitamente alla possibilità di effettuare analisi in situ tramite l’utilizzo di strumentazione portatile. Tali metodologie di indagine trovano vasta applicazione nella caratterizzazione di molti materiali di interesse per il Patrimonio Culturale, quali dipinti, affreschi e pitture murali, ceramiche, gemme.
L’impiego congiunto delle suddette tecniche permette l’identificazione dei pigmenti utilizzati nella realizzazione di un’opera, a partire dai quali è possibile risalire alla tavolozza dell’artista.
E ancora, Il dott. Sebastiano D’Amico ed il dott. Emanuele Colica del Department of Geosciences – University of Malta, che stanno investigando con tecnologie e metodologie scientifiche all’avanguardia, le opere in esame fornendo agli operatori una più precisa e dettagliata chiave di lettura. Dati che forniscono un valido aiuto alla interpretazione delle opere grazie alla ricostruzione digitale dei manufatti nonché l’ausilio della “geomatica”, la disciplina che si occupa di acquisire, interpretare, archiviare e divulgare informazioni georeferenziate, ovvero informazioni caratterizzate da una posizione in un prescelto sistema di riferimento. Per far ciò, vengono utilizzati diversi strumenti al fine di ricostruire un modello digitale dell’opera. Questi modelli sono usati anche per la fruizione virtuale delle opere d’arte indagate. (rcz)
In copertina, foto di Giuseppe Mantella