di FRANCO BARTUCCI – Finalmente un po’ di chiarezza sulla vicenda delle Terme Luigiane ad opera del consigliere regionale, Pietro Molinaro, che, nella prima giornata della manifestazione proclamata dai lavoratori “Riprendiamoci il lavoro”, si è incontrato con loro.
A seguito di tale visita, ha inviato una lettera al dirigente Generale del Dipartimento Lavoro, Sviluppo Economico, Attività Produttive e Turismo della Regione Calabria, dott. Roberto Cosentino, indirizzata anche per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale, Nino Spirlì, ai due sindaci Rocchetti e Tripicchio, nonché al Comitato Lavoratori delle Terme Luigiane, con la quale gli viene chiesto un accertamento di sussistenza dei motivi di decadenza della concessione nei confronti dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese.
Nella sua lettera il consigliere Pietro Molinaro scrive che la decadenza della concessione nei confronti dei Comuni appare l’unico modo per salvare le Terme Luigiane dalla disfatta e distruzione.
«Le amministrazioni comunali concessionarie – scrive ancora il consigliere Molinaro – stanno dimostrando di non perseguire alcun interesse pubblico, ma appaiono guidate solo da volontà distruttive dell’esistente. Anche la loro recente assenza all’incontro del 27 aprile, convocato dal presidente Spirlì, presso la Cittadella regionale, ne è un’amara ma limpida conferma. La Calabria non può permettersi il lusso di vedere distruggere le Terme Luigiane, che sono una delle principali risorse di cui dispone. Pertanto, spetta alla Regione intervenire, immediatamente, per accertare la decadenza della concessione nei confronti dei comuni e procedere direttamente all’individuazione degli enti gestori, mediante le procedure di evidenza pubblica definite in conformità con le normative europee».
Nella sua lettera, Molinaro ricostruisce tutti i provvedimenti regionali adottati dalla Regione Calabria in materia della trasformazione della concessione delle Terme Luigiane, da perpetua a temporanea adottati in favore dei due Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, conclusosi con il Decreto del Direttore Generale del Dipartimento Attività Produttive n° 16199 del 18 dicembre 2019. Sono stati altresì ricordati le Delibere di Giunta Regionale n° 405 del 13.10.2015 e n. 64 del 02.03.2016 con le quali la Regione Calabria ha doverosamente palesato l’intento di perseguire il preminente interesse pubblico di garantire lo sfruttamento e la regolare manutenzione delle risorse termali, l’effettuazione senza soluzione di continuità delle prestazioni sanitarie (cure termali rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza ed carico del Servizio Sanitario Nazionale) ed il mantenimento dei livelli occupazionali; nonché l’iter che ha portato ai verbali delle riunioni di concertazione svolte il 14 ed il 21 gennaio del 2019, tra la Regione Calabria ed i comuni.
«Si tratta di iniziative dell’ente regionale – ha scritto ancora il consigliere Molinaro nella sua lettera – che, come documentato dalle note prot. 27494/Siar del 23 gennaio 2019 e prot. 14072/Siar del 14 gennaio 2019, erano dichiaratamente finalizzate ad adeguare le concessioni al nuovo quadro normativo derivato dal D.lgs 152/2006, ma garantendo i preminenti interessi pubblici e raccomandando la continuità delle attività termali ed il mantenimento dei livelli occupazionali. Quanto richiamato e diffusamente agli atti della Regione Calabria, messo a confronto con i comportamenti delle amministrazioni comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese, fanno emergere le palesi violazioni di queste ultime».
Nella lettera, il consigliere Molinaro rileva che i due comuni interessati stanno violando le preminenti finalità di interesse pubblico che la Regione Calabria ha posto doverosamente alla base della trasformazione concessione termale.
«Le amministrazioni comunali concessionarie – viene puntualizzato nella lettera – stanno dimostrando di non perseguire alcun interesse pubblico, ma appaiono guidate solo da volontà distruttive dell’esistente. Anche la loro recente assenza all’incontro del 27 aprile, convocato dal presidente Spirlì, presso la Cittadella Regionale, ne è un’amara ma limpida conferma. La Calabria non può permettersi il lusso di vedere distruggere le Terme Luigiane che sono una delle principali risorse di cui dispone. Pertanto spetta alla Regione intervenire, immediatamente, per accertare la decadenza della concessione nei confronti dei comuni e procedere direttamente all’individuazione degli enti gestori, mediante le procedure di evidenza pubblica definite in conformità con le normative europee».
Nella sua lettera il Consigliere regionale Molinaro continua ricordando che i comuni hanno approvato un regolamento per l’utilizzo delle risorse termali che contrasta con la possibilità di un loro utilizzo economicamente sostenibile.
«Tale regolamento – dice – non è stato oggetto di alcuna discussione o approvazione da parte della Regione Calabria e non consente agli stabilimenti esistenti di funzionare regolarmente. È chiaro che anche il solo accertamento di tale circostanza da parte della Regione Calabria, dovrebbe integrare i motivi di decadenza della concessione in favore dei comuni, poiché l’attuazione del regolamento renderebbe impossibile sia l’erogazione delle prestazioni sanitarie e sia il mantenimento dei livelli occupazionali».
Ricorda pure quanto è stato fatto dai due comuni concessionari con la deviazione del flusso della sorgente termale, impedendo alle acque di raggiungere gli stabilimenti. «In questo modo – sostiene Molinaro – non solo si è reso impossibile il funzionamento degli stabilimenti, con la perdita dei fanghi esistenti, ma si sono messi a rischio di distruzione le reti di adduzione. Si tratta infatti di reti che lasciate “a secco” subiscono i processi di cristallizzazione dello zolfo e, nell’arco di pochi giorni, possono divenire inutilizzabili».
Ha, poi, ricordato come le stesse amministrazioni comunali, nel corso della riunione convocata dal presidente Spirlì per il giorno 20 aprile 2021 hanno avanzato la richiesta all’attuale gestore, di oneri di sub-concessione ingiustificati e sproporzionatamente maggiori rispetto agli oneri dovuti dai comuni alla Regione Calabria. «Come se la gestione di una concessione potesse generare dei profitti per i comuni interessati, senza alcuna connessione con i parametri di riferimento».
«La Regione Calabria – conclude la lettera – non può stare a guardare perché verrebbe meno ai propri doveri di salvaguardia della risorsa termale e di tutto ciò che da essa deriva e può derivare. È urgente, quindi, un intervento sollecito affinché sia accertata la sussistenza dei motivi di decadenza della concessione tra Regione Calabria e comuni, con il contestuale avvio, da parte della Regione Calabria, del bando per l’individuazione dell’ente gestore delle Terme Luigiane, nel rigoroso perseguimento dei preminenti interessi pubblici e nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente». (fb)