Prestigioso riconoscimento per la giornalista reggina Alessia Candito, che è stata insignita del Premio “Pio La Torre” per il giornalismo, organizzato da Avviso Pubblico, Cgil e Federazione nazionale della Stampa italiana.
Oltre a Candito, giornalista freelance de La Repubblica «in prima linea a Reggio Calabria, le cui inchieste puntano a disvelare le connessioni tra politica, pubblica amministrazione e ‘ndrangheta» e già finita nel mirino dei clan per via del suo lavoro, sono stati premiati, con menzioni speciali, Sigfrido Ranucci, Report Rai3 e Salvo Palazzolo, inviato di Repubblica.
«Il fatto che il premio Pio La Torre sia andato ad Alessia Candito, una collega precaria che racconta dal fronte calabrese la lotta alla ‘ndrangheta, è un segnale forte alla politica e alle istituzioni: i buoni propositi contro il precariato dilagante e gli attestati di stima e solidarietà nei confronti dei giornalisti minacciati e oggetto di querele temerarie non bastano più. Ci vogliono atti concreti per invertire la rotta», ha commentato Mattia Motta, segretario aggiunto Fnsi e presidente Clan-Fnsi, intervenendo alla cerimonia di consegna del premio, avvenuta online, a cui hanno partecipato Franco La Torre, figlio di Pio La Torre; Rosy Bindi, presidente della giuria; Nicola Leoni, vicepresidente di Avviso pubblico e sindaco di Gazoldo degli Ippoliti; Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil. A presiedere l’iniziativa Stefania Pellegrini, direttrice master “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscate alle mafie”. (rrm)