di FILIPPO VELTRI – Spenti i riflettori sulla stagione estiva che ha dato numero importanti, in attesa di quella invernale che invece non potrà darli stante la paralisi degli impianti di risalita di Camigliatello e Lorica, si discute di come rendere sostenibile il turismo in Sila.
Idee e proposte sono venute da un workshop con la Governance dell’Ente Parco Sila insieme alla Rete d’imprese Destinazione Sila, agli Amministratori Locali, agli Operatori della filiera turistica, alle Associazioni ed alle Guide operanti nel territorio della Sila Catanzarese che, a Villaggio Mancuso, hanno discusso dell’importanza dell’applicazione e diffusione dei principi della Carta Europea del Turismo Sostenibile.
Ci vuole, in sostanza, una visione per creare nuove progettualità per la Sila, costruendo nuove opportunità per il territorio, che ha bisogno di abbracciare nuove sfide. La Ciclovia, per esempio, rappresenta proprio questo cambio di rotta che e apre la Sila verso scenari internazionali, di sviluppo e crescita.
Il Presidente dell’Ente Parco, Francesco Curcio, invoca «una strategia che deve essere una visione del futuro che parte – dice – dalle azioni e dai bisogni di ognuno per il raggiungimento di un obiettivo condiviso e unico: crescere rispettando la Sila e la sua bellezza».
La Sila ha in sostanza bisogno di una cosa fondamentale emersa anche dal workshop di Villaggio Mancuso: trasformare un territorio vocato al turismo in destinazione turistica. Per questo è necessario creare nuovi progetti, rafforzare i servizi esistenti e supportare gli operatori. Solo insieme però si può fare per dare una precisa identità al territorio, rafforzare quello che abbiamo e che ci rende unici.
William Lo Celso, viceresidente di Destinazione Sila e operatore del territorio, lo ha definito con poche parole: la Carta Europea del Turismo Sostenibile non è un bollino ma deve essere un faro acceso sulle azioni quotidiane di ognuno. (fv)