Domenico Mazza e Giovanni Lentini, del Comitato Magna Graecia, in merito al bando per gli ecosistemi dell’innovazioni che destina una pioggia di finanziamenti alle realtà del Mezzogiorno, hanno ricordato alle Amministrazioni Joniche, che hanno un mese a disposizione per presentare le progettualità, in quanto si tratta di «un treno che non possiamo permetterci il lusso di perdere».
Il bando, aperto dal Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, prevede 350 milioni di euro spalmati nel quinquennio 2022-2026 e, ogni città che «concorrerà alla progettazione potrà usufruire di un finanziamento compreso tra i 10 ed i 90 milioni complessivi a totale finanziamento coperto dallo Stato» hanno spiegato Mazza e Lentini, provando a immaginare, in Calabria, i contesti urbani e periurbani delle aree industriali dismesse o parzialmente tali sparsi lungo le realtà antropizzate dell’Arco Jonico dove si potrebbe intervenire.
«Si capisce che questi, quasi senza soluzione di continuità – hanno detto – da Taranto a Crotone passando per Corigliano-Rossano (Tamburi, Passovecchio, Sant’Irene, ma anche siti Sin minori quali quelli presenti in territori come Cassano allo Ionio , Cerchiara di Calabria e Cirò Marina) trovino terreno fertile in alcune delle aree comunali mai perfettamente integrate ai relativi contesti e bisognose, più di altre, di processi di ricucitura, restyling, innovazione e bonifica. Lo stesso discorso vale per altre realtà urbane non comprese nella linea di costa dell’Arco Jonico».
«Si pensi, per un attimo – hanno aggiunto – alle ex aree industriali di Lamezia Terme e Vibo Marina, così come a realtà siciliane del calibro di Gela o Augusta, ma anche lucane come la città di Melfi, va da sé che le realtà negli anni segnate da processi di industrializzazione, pesanti e leggeri a seconda dei casi, si prestino come set naturale ad accogliere il concorso di idee finalizzato al riuso di quartieri ed edifici degradati dall’incuria e dall’abbandono nel tempo».
«Una rifunzionalizzazione strutturale di porzioni d’area comunale – hanno proseguito – che potrebbero essere reinserite in un nuovo contesto funzionale creando i presupposti per la crescita armoniosa dei relativi contesti urbani. Il tutto in una rinnovata possibilità di aumento concreto dell’offerta di lavoro, vero cancro delle realtà meridionali. Ergo i benefici che sarà possibile ottenere per i territori impatti, sia in termini economici che sociali, saranno, estremamente, rilevanti».
«Un’idea progettuale da condividere – hanno concluso – tra alcune realtà urbane della fascia jonica potrebbe essere quella di partire dai siti Sin di Crotone, Cassano allo Jonio e Cerchiara di Calabria da allargare all’ex Centrale Enel di Corigliano-Rossano e al dismesso Syndial-Eni di Cirò Marina». (rkr)