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Tonino Ceravolo

Nella sezione ‘Montagna’ del Premio Gambrinus premiato il libro “La montagna calabrese”

Prestigioso riconoscimento per il libro La montagna calabrese di Giovanna De Sensi SestitoTonino Ceravolo, hanno vinto la sezione Montagna del 39esimo Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, promosso dall’Associazione “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti”.

Si tratta di un concorso  «per libri di montagna, alpinismo, esplorazione – viaggi, ecologia e paesaggio, artigianato di tradizione e Finestra sulle Venezie sulla civiltà veneta» dedicato alla figura e all’opera di Giuseppe Mazzotti, eclettico intellettuale trevigiano (scrittore, alpinista, gastronomo, salvatore delle ville venete, per molti anni consigliere del Touring Club Italiano, scomparso 40 anni fa).

Il libro è stato premiato in quanto «avvince per il rigore e la profondità con cui illumina una parte della montanità italiana. I mari Ionio e Tirreno in Calabria non lambiscono solo una costiera ma avvolgono più catene montuose narrate in questo libro bussola: Pollino e Sila, Serre e Aspromonte sono territori diversi naturalisticamente ma anche in ogni particolare umanistico. Pagina dopo pagina, percorriamo itinerari paesaggisticamente stupendi, dove la biodiversità è immensa e merita studiosa attenzione la comunità dei restanti a cui idealmente tendiamo la mano con l’editore Rubbettino, a sua volta esempio di restanza per la sua azienda di storia cinquantennale nella montana Soveria Mannelli» si legge nella motivazione della giuria.

La montagna che riparte dalla “comunità dei restanti”. “La montagna calabrese”, scritto dai due docenti universitari Giovanna De Sensi Sestito (già professore ordinario di Storia Greca nell’Università della Calabria) e Tonino Ceravolo (professore associato in Scienze demoetnoantropologiche, oltre che saggista) tenta di offrire una nuova visione delle aree interne, lungi dagli stereotipi che circondano il concetto del “vivere in montagna”. Cliché talvolta romantici, ma anche fuorvianti come quelli che vedono la montagna come un luogo abitato da genti irrimediabilmente povere, dove non può esistere alcuna economia e dove, a causa dello spopolamento, non vi è la possibilità di uno anche minimo sviluppo. 

La montagna ha caratterizzato l’immagine stessa della Calabria. Con il suo fitto ed esteso manto boschivo ha condizionato la nascita di insediamenti umani sulle sue propaggini collinari e vallive, percorsi millenari di collegamento tra essi, custodendo luoghi del sacro ben riconoscibili e mantenendo forme di economia che potrebbero ancora essere funzionali al vivere contemporaneo.

Le montagne calabresi, nella loro composita realtà, non cessano di porre nuovi interrogativi: cosa occorre fare oggi perché ritornino ad essere parte integrante della vita regionale e nazionale? Con quale “sguardo” riscoprirne e rilanciarne le peculiarità, i ritmi, la vitalità? Una via possibile è ripartire dalla comunità dei restanti, avendo cura del paesaggio, luogo di incontro tra noi, esseri umani, e l’ambiente che ci circonda. Lo spirito che anima il libro si riverbera anche nel suo editore, Florindo Rubbettino, un esempio di “restanza” con la sua casa editrice di Soveria Mannelli, in pieno Reventino, dalla storia quasi cinquantennale.

Vincitori delle altre due sezioni sono risultati Le acque agitate della patria. L’industrializzazione del Piave (1882 – 1966) di Giacomo Bonan (Viella Editrice, 2020), selezionato nella Sezione Finestra sulle Venezie, che dedica l’attenzione al fiume Piave, emblema della modernizzazione nazionale e uno dei fiumi più sfruttati e artificializzati d’Europa, e La tigre e il drone. Il continente indiano tra divinità e robot, rivoluzioni e crisi climatiche di Carlo Pizzati (Marsilio, 2020), scelto nella Sezione Esplorazione-Viaggi, che ci conduce nella popolosissima e contraddittoria India, in bilico tra un progresso sociale e tecnologico inarrestabile, una crisi climatica senza precedenti e il riemergere di tensioni religiose all’apparenza superate.

Destinatario del Premio Speciale della Giuria, è risultato Tre volte a Gerusalemme di Fernando Gentilini (La Nave di Teseo, 2020), diario atipico di una città emblematica e contraddittoria in cui le tante identità diverse sembrano sfumare e mescolarsi tra loro. (rrm)