di LUCIO FRANCESCO GULLO – Una singolare iniziativa si è tenuta domenica, presso la parrocchia cattolica arbëreshë di rito greco-bizantino SS. Salvatore, a Cosenza, piccolo gioiello incastonato nel centro storico della città, con la presentazione del nuovo libretto della Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, realizzato dall’Eparchia di Lungro, di cui la stessa parrocchia fa parte.
All’evento, che ha visto la partecipazione di numerosi fedeli accorsi anche da vari comuni dell’”Arberia”, che hanno così riempito i locali della Chiesa, ha preso parte il Vescovo di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale, Donato Oliverio.
Ha introdotto i lavori il parroco Papas Pietro Lanza, Protosincello dell’Eparchia, il quale ha inteso innanzitutto evidenziare il particolare e provvidenziale valore simbolico del piccolo ma pregiato edificio religioso, costituito nel 1565 ad opera della Congregazione dei Sarti di Cosenza e da circa 50 anni parrocchia di rito bizantino: la particolare ubicazione, alla confluenza dei due fiumi, Crati e Busento, sembra infatti evocare ed auspicare la piena unità della Chiesa, ed in particolare “dei suoi due polmoni”: quello occidentale, di rito latino, e quello orientale, di rito greco.
Costituita nel 1919 per la lungimiranza di Papa Benedetto XV, che intese mantenere il grande patrimonio culturale e spirituale del popolo arbëreshë, l’Eparchia di Lungro conta oggi 30 parrocchie, sparse su più regioni: 25 in Calabria, 2 in Basilicata, 2 Puglia e 1 in Abruzzo.
È seguita la relazione del vescovo Donato, dal titolo La preghiera della Comunità nell’Oriente Cristiano, con l’illustrazione del nuovo libretto liturgico, dall’impostazione più chiara e lineare di quello precedente (doppio testo in due colonne, greco/italiano prima e albanese/italiano poi e non più con tutti e tre gli idiomi assieme) e più completo, con indicazione di Tropari, Apolitikia, Kontàkia e Opisthàmvoni (cioè le preghiere specifiche per le varie circostanze e feste liturgiche).
«Questo affinché – sottolinea il Vescovo Donato – ci sia una partecipazione attiva e consapevole dei fedeli alla Divina Liturgia, che è “la fonte e il culmine della vita della Chiesa” e mantenere rigorosamente integro il patrimonio liturgico, “con quella fedeltà che è parte della speciale missione della Chiesa Italo-albanese: favorire l’unità dei cristiani».
Subito dopo la relazione del Vescovo Donato si è aperto il dibattito, moderato dal giornalista Fabio Mandato, ed intervallato dalle splendide esecuzioni di canti bizantini da parte di Rachele Schiavone, solista del Coro della Cattedrale di Lungro. Il confronto, cui hanno preso parte Luca Albino, docente Unical, Giuseppe Barbarossa, medico, John Bassett Trumper, docente emerito Unical, Vincenzo Bova, docente Unical, Francesca Librandi, giornalista e scrittrice, Matteo Olivieri, economista, Biagio Politano, magistrato, Attilio Vaccaro, docente Unical, si è sviluppato a partire sia da genuine testimonianze personali che da articolate riflessioni che, a partire dal tema della Liturgia orientale, sono arrivate a spaziare in ambiti inusitati: dalla psicoacustica, alla linguistica, passando per la sociologia religiosa e la storia medievale.
Al termine dell’incontro, Mons. Donato ha fatto dono a ciascuno dei presenti del nuovo libretto liturgico e di un’ulteriore pubblicazione dell’Eparchia, riguardante l’anno liturgico bizantino, assieme ad un’immagine del Papas Josif Papamihali, beato, martire del regime comunista albanese. (lfg)