Domani sera, a Saline Joniche, alle 19.30, all’Osservatorio Oasi WWF “Pantano”, si terrà il meeting All’imbocco sud dello Stretto, organizzato dall’Osservatorio WWF “Pantano”.
Nel corso dell’evento si parlerà delle valenze, potenzialità e rischi per il patrimonio territoriale della Costa jonica e dell’Area Grecanica e, più in generale, della bioregione metropolitana costituita dai contesti dello Stretto di Messina.
La visita guidata all’area Pantano aprirà la serata :un’area originariamente destinata al servizio del polo industriale di Saline è diventata –con i resti della Liquichimica – un monumento concreto al fallimento delle passate politiche per il Sud, con i poli industriali e infrastrutturali mai realizzati o subito chiusi . Strategie di cui oggi dobbiamo contrastare le “velenose code”: a cominciare dal fantasmatico ma predatorio progetto del Ponte sullo Stretto, per continuare con con megaprogetti di parchi energetici (di cui la Calabria non ha alcun bisogno), villaggi turistici o altre minacce ad un patrimonio paesaggistico e territoriale, già stressato e dissestato da decenni di ipercementificazione, che invece va urgentemente risanato, riqualificato e messo in sicurezza. Specie a fronte dei sempre più pressanti pericoli legati alla crisi ambientale: ondate di calore, siccità e incendi; precipitazioni concentrate e dissesti dei suoli.
Il Pantano da area al sevizio di un’industrializzazione fallita è diventato invece un’oasi di biodiversità naturalistica, vegetale e animale. Tra l’altro con numerose specie di uccelli, stanziali e migratori, che vi stazionano. Oggi l’ecosistema è minacciato dal degrado, favorito da siccità e mancanza d’acqua; nonché dalla vicinanza degli impattanti depuratori, con emissioni anche di miasmi; assolutamente da riqualificare o rimuovere.
Attorno al Pantano di Saline, molte sono le potenzialità del patrimonio territoriale e ambientale che stanno dando luogo a programmi e attività ecologiche e socioeconomiche che si vanno affermando, nella costa jonica e nell’Area grecanica, come peraltro in tutto il comprensorio della Stretto: ecobioagricoltura, ecoturismo, escursionismo ludico ecologico culturale e scientifico, gastroenologia legata ai prodotti locali, comunità energetiche, valorizzazione del patrimonio storico-artidtico, fruizione dei caratteri del paesaggio ecc.
Il ciclo di assemblee popolari, di cui il meeting di martedì sera fa parte, comprende una serie di incontri di riscoperta e valorizzazione dei patrimoni ecopaesaggitici delle due sponde dello stretto e tende – con l’ausilio di gruppi, associazioni, enti territoriali e università, a costituire una rete permanente di progetti , programmi, iniziative e azioni, che consolidi e ampli la visibilità e il peso delle strategie ecosociali e delle economie comunitarie che sono una realtà in rafforzamento e crescita nei diversi contesti dell’area dello Stretto e che prospettano anche credibili e sostenibili scenari di futuro.
Lo Stretto di Messina, con le regole dettate dagli enormi valori che connotano i suoi luoghi può insegnare a tutti – non solo ai suoi abitanti – quali sono i criteri corretti da seguire per affermare ambienti e società locali e bloccare nel prossimo futuro, la crisi ambientale e sociale in atto. (rrc)