di ARISTIDE BAVA – Era veramente uno sconcio per un sito così importante qual’è la Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana. Finalmente lo sconcio sarà cancellato visto che ieri sono iniziati i lavori di demolizione del manufatto in cemento che da anni era un brutto biglietto da visita per l’importante sito.
Legittima la soddisfazione del vicesindaco di Casignana Franco Crinò che da tempo si sta battendo per la qualificazione dell’intera area piena di tesori, alcuni dei quali ancora nascosti.
«Il contributo dell’arte – non solo della scienza – al miglioramento della società – dice l’ex sen. Crinò – deve avere un suo grande rilievo. Certo, non possiamo non sottolineare il comportamento dei cittadini, ingiustificato quando non rispettano le norme ed i regolamenti per i servizi – nettezza urbana, idrico, depurazione, ecc. – ma appunto ciò su cui dobbiamo lavorare sono il sentimento e il desiderio dei più di fare passi in avanti nell’ambiente nel quale viviamo».
«Da queste riflessioni di base – ha aggiunto – mentre la ruspa inizia la sua opera di demolizione di un manufatto in cemento che ci fa soffrire e imprecare da anni – brutto tratto nel viso e nel corpo affascinanti del Parco archeologico della Villa Romana di Casignana – arriva la necessità di esprimere la mia soddisfazione».
Crino dice ancora: «i problemi non erano pochi, uno su tutti: la demolizione del manufatto era prevista in un mega progetto che a dicembre prossimo “spirerà”. Infatti, per delle responsabilità non nostre, la Regione lo revocherà. Cosicché, nelle “more”, la sensibilità dell’amministrazione, la bravura dei progettisti in questo successivo, in teoria “sovrapponibile”, la “flessibilità” del Dipartimento regionale, hanno realizzato questo risultato, di sanare quel “pugno nell’occhio”, di eliminare quel manufatto fuori posto. Secondo noi, è un segno di liberazione da quella etichetta di abusivismo, brutture e trascuratezza che ci mettono addosso».
«È una svolta visiva e tangibile del presente a voler rispettare il passato e il nostro meraviglioso paesaggio. La comunità deve percepire l’Amministrazione attraverso tutte le esperienze, i “signes” debbono essere condivisi dal corpo sociale. E in questo caso, lo abbiamo avvertito nettamente, quel “era ora” del cittadino racchiude emotività, equilibrio estetico, interesse. Magari gli andava spiegata la difficoltà burocratica. Ma tutti insieme siamo riusciti ad imporre o a trovare un risultato “morale”, tecnicamente efficace, intimamente valori propri della nostra coscienza, la razionalità, la libertà».
Si aggiunga la fatica dell’amministratore. Ma questo lo dobbiamo alla comunità. All’arte, al “bello”.. Il manufatto era posto, nella parte sinistra dell’ingresso del sito archeologico ed effettivamente era il classico pugno nell’occhio che deturpava la splendida immagine della Villa Romana, ormai etichettata come una delle più importanti dell’ Italia meridionale soprattutto per i suoi prestigiosi mosaici. (ab)