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Addio a Giuseppe Bono, per 20 anni alla guida di Fincantieri

Addio a Giuseppe Bono, per 20 anni alla guida di Fincantieri

Addio al calabrese Giuseppe Bono, per 20 anni alla guida di Fincantieri.

Nato a Pizzoni, è stato al vertice di Fincantieri dal 2002 al 2022.

«Ci lascia un grande condottiero. Per due decenni alla guida di Fincantieri, Giuseppe Bono ha dato un contributo fondamentale per il rilancio della navalmeccanica italiana che oggi può vantare indiscusse leadership mondiali», si legge in una nota di Fincantieri.

«A nome di tutti i nostri colleghi vogliamo ricordare colui che ha rappresentato una figura di riferimento per l’industria nazionale. Giuseppe Bono ha sviluppato e portato avanti una visione coraggiosa e lungimirante, con un’attenzione costante alle persone, raccogliendo sempre le sfide più difficili e perseguendo sempre l’interesse del Paese. Il fermo rispetto del lavoro come valore primario è stata la cifra distintiva e il faro della sua azione. La sua morte addolora profondamente tutta la comunità di Fincantieri che, in un momento così triste, vuol far sentire la sua vicinanza alla famiglia», conclude la nota del presidente Claudio Graziano e dell’Amministratore delegato Pierroberto Folgiero.

«L’Italia piange la scomparsa di Giuseppe Bono, storica guida di Fincantieri e figura di riferimento dell’industria italiana. Una dolorosa perdita per tutta la Nazione. Rivolgo ai suoi familiari le più sincere condoglianze da parte mia e del Governo italiano», ha scritto il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.

«Con la sua scomparsa l’Italia perde un manager molto competente che ha saputo portare la nostra cantieristica ai vertici mondiali. Ovunque abbia lavorato, Giuseppe Bono ha sempre dimostrato le sue capacità rendendo un servizio importante per la nostra Nazione. Alla sua famiglia e ai suoi cari giungano le mie sentite condoglianze», ha scritto il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
«Ho perso uno dei miei più grandi amici della vita – ha scritto su Facebook il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza –.  Giuseppe Bono è stato un amico con cui ho condiviso e affrontato, anche recentemente, scelte importanti per la nostra città e il nostro territorio. Il suo lungimirante impegno e la sua alta professionalità di manager pragmatico sono un patrimonio prezioso che resterà sempre in tutti coloro che hanno avuto modo di incontrarlo e di apprezzare le sue notevoli e indiscusse qualità di un uomo vero, di altro senso civico e dello Stato, che si è speso per il rilancio dell’industria italiana nel mondo».
«Giuseppe Bono – ha continuato – è stato e resterà sempre un cittadino onorario di Trieste. Ricordo ancora quel 19 dicembre del 2018 quando, nel corso di una solenne cerimonia nella sala del Consiglio comunale, gli consegnai la cittadinanza onoraria, “segno di gratitudine e apprezzamento, a nome di tutta la comunità cittadina, per le rilevanti ricadute in termini economici, di prestigio e visibilità derivanti dal costante lavoro e dalle sue capacità manageriali nella gestione del Gruppo Fincantieri”. Il suo valore è un esempio per chi ama Trieste e l’Italia e per quelle nuove generazioni di manager chiamate ora a proseguire sempre più la sua opera».
«Ci ha lasciato Giuseppe Bono – ha scritto l’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando –. Quando negli anni ‘90 si teorizzava che le navi si dovevano andare a fare in Corea e si agiva di conseguenza, Bono scommise sul futuro della cantieristica in Italia.
E vinse. Oggi Fincantieri è una delle realtà più importanti nel mondo in questo settore».
«Ho avuto il piacere di lavorare con lui in questi anni – ha continuato – in particolare per l’approvazione della legge navale che ha consentito il rinnovamento di una parte importante della flotta italiana, ne ho potuto apprezzare la determinazione, l’intelligenza e il coraggio. Credo che il Paese debba essergli grato». (rrm)