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Peppino Accroglianò

Addio a Peppino Accroglianò, il Cavaliere del sorriso con la Calabria nel cuore

di SANTO STRATI – Ho conosciuto Peppino Accroglianò nel 2006, in occasione della presentazione a Roma del libro La Calabria di Wojtyla di cui era autore il mio fraterno amico Franco Bruno, giornalista Rai. Per organizzare l’evento Franco mi presentò Peppino perché voleva che fosse lui a organizzare la serata. Fu una bella serata di cultura, con tantissimi ospiti di spessore e un parterre di relatori dove spiccavano, tra gli altri, il vaticanista Enzo Romeo, l’allora direttrice di Rai Teche Barbara Scaramucci, il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli e lo stesso Peppino Accroglianò.

Da quella sera sono stato al fianco di Peppino – senza alcun interesse economico – per dieci anni e l’ho seguito nel percorso di straordinaria crescita del C3 International con il Premio La Calabria nel Mondo, viaggio culminato con la pubblicazione del nostro libro a doppia firma La Calabria nel cuore. Peppino è stato un modello per tantissimi promotori culturali, calabresi e non, aveva una vitalità eccezionale, attentissimo a tutto ciò che aveva a che fare con la Calabria e i calabresi. Aveva una sterminata (e riservatissima) rubrica di nomi e telefoni che rivelava la sua incredibile, quanto meravigliosa, rete di relazioni internazionali, tutte di altissimo livello. Era amato e rispettato da tutti per la sua amabilità, il suo attaccamento alla Calabria, la sua generosità il suo impegno a valorizzare i calabresi illustri. Mille idee, mille iniziative, pubblicazioni, serate, feste fastose che permettevano ai calabresi di Roma (e non) di incontrarsi in un’atmosfera di grande amicizia e di autentica cordialità. L’obiettivo di Peppino è sempre stato di favorire i rapporti, le relazioni interpersonali, per valorizzare capacità e competenze, per facilitare nuove amicizie, creare nuovi contatti che avrebbero, insieme, portato benessere alla Calabria.

Aveva avuto l’intuizione di costruire una grande associazione per i calabresi nel mondo nel 1986, sulla scia della Fondazione Brutium ideata da Peppino Gesualdi, che aveva perso lo smalto degli anni d’oro. Il Centro Culturale Calabrese (da cui C3 International) nacque a Rossano e seguì a Roma il suo fondatore, quando Accroglianò, dopo tre legislature regionali, si trasferì nella Capitale. Per trent’anni il C3 International ha conferito preziosi riconoscimenti a quasi mille calabresi illustri, mettendo in evidenza le qualità dei singoli e la forza della coesione delle comunità calabresi all’estero.

Con Peppino la Calabria perde un grande, grandissimo calabrese, un uomo generoso, che ha speso gran parte della vita per il bene della sua terra, lavorando tantissimo per la reputazione (aveva intuito l’importanza di diffondere e comunicare le tante positività della Calabria) e la valorizzazione e l’orgoglio dei calabresi. La Consulta dei Calabresi nel mondo (di cui è stato un attivo componente per moltissimi anni) e la Regione Calabria dovranno ricordarlo come merita.

Per chi scrive è un grande, autentico, dolore che, sono certo, è condiviso da migliaia di suoi amici. Mancherà a tanti il suo sorriso e l’instancabile attivismo che lo ha sempre visto in prima linea a onorare, difendere e valorizzare, con autentico orgoglio, la nostra Calabria. (s)

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CORRADO CALABRÒ: UN INNAMORATO DELLA CALABRIA COME POCHI

Non ho conosciuto nessuno innamorato della sua terra come Peppino Accroglianó. 

Un amore appassionato che lo faceva soffrire quando vedeva solo immagini negative della Calabria, notizie su fatti criminosi o di inefficienza.

No, la Calabria non è questa, proclamava.

I calabresi sono tenaci, coraggiosi, hanno affrontato con successo situazioni di svantaggio in Italia e ancor più all’estero, dimostrando doti di intraprendenza, intelligenza, capacità di adattamento straordinario.

Citava casi di grande successo in America, in Australia e altrove.

Per valorizzare e far conoscere le tante eccellenze calabresi promosse e animò con entusiasmo l’Associazione Calabresi nel mondo cui hanno aderito in migliaia e che ogni anno riuniva in grandi incontri calabresi di ogni dove e, ovviamente, i tanti che vivono a Roma, che Accroglianó definiva la più grande città della Calabria perché la comunità calabrese a Roma conta più di 600.000 residenti ed è la più grande comunità regionale che vive e lavora a Roma. (cc)