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Addio a Renato Turano

Addio al senatore Renato Turano, la “Calabria” in Illinois

di PINO NANO – Domenica scorsa è morto a Chicago il senatore Renato Turano. Gli amici lo chiamavano Rano, ma il suo vero nome era Renato. Renato Guerino Turano (il primo a destra nella foto), figlio di calabresi, calabrese egli stesso. Era nato a Castrolibero, in provincia di Cosenza, il 2 ottobre del 1942.

La sua storia personale è anche la storia pubblica della comunità calabrese che vive a Chicago, ma è forse ancora di più la storia di una dinastia che qui a Chicago ha imposto il suo nome e le sue “regole” alla grande economia americana. Laurea in Economia con il massimo dei voti, e un master in Business Administration all’Università di Chicago, ma anche un Dottorato Honoris Causa all’Università del Wisconsin-Parkside.

I Turano sono originari di Castrolibero, un paesino in provincia di Cosenza. Il padre e lo zio di Renato erano dei poveri contadini. Lavoravano la terra, e guadagnavano quel poco che bastava per andare avanti. Era molto poco, per la verità. Erano gli anni in cui l’America era il sogno di intere generazioni. Un giorno, era il 1950, i due fratelli Renato e Toni Turano decidono di lasciare la Calabria e si trasferiscono a Chicago. Sono i primi anni 50, gli anni del boom economico, gli anni in cui nasce nei fatti l’economia americana, anni indimenticabili per migliaia di italiani emigrati. A Chicago i due fratelli cambiano mestiere, incominciano a vendere il pane che altri calabresi facevano in casa. Da qui il loro grande successo. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.

Il primo piccolo forno di proprietà dei Turano diventa il “cuore” della Calabria che vive a Chicago, arrivano i primi apprendisti, le prime farine, i primi distributori, i primi acquirenti, poi la grande catena commerciale. Venti anni più tardi il nome dei Turano era diventato per tutta Chicago il simbolo del pane. Oggi la «Turanos-S.p.A.» produce il 70% del pane che viene normalmente distribuito in Illinois, è una delle industrie americane leader del settore, dà lavoro diretto ed indotto ad almeno 500 persone, e Rano Turano, lo era ormai per antonomasia, diventa il «re» assoluto e riconosciuto dell’azienda che la Mac Donald sceglie per i propri panini. Il grande sogno americano si compie.

Dell’Azienda, ufficialmente Renato ne era Presidente, ma nei fatti era l’uomo­immagine. Era colui che aveva il compito, non facile, di pensare al futuro della stessa, di rappresentarla nei consessi e nelle fiere internazionali, di raccontarla agli studenti universitari dei Campus più prestigiosi degli States. Renato era il solo proconsole riconosciuto di questa impresa dove i Turano lavoravano, e lavorano dodici ore al giorno, 365 giorni all’anno, giorno e notte, tutti insieme, come se fosse ancora il loro vecchio piccolo forno di famiglia.

Figli, nipoti, pronipoti, una catena di montaggio fatta di sentimenti e di tradizioni di famiglia, per lunghi anni sotto lo sguardo vigile del vecchio zio ammalato di cuore ma incurante delle prescrizioni del suo medico, e sotto la protezione della vecchia mamma, che lavorava per loro, e con loro, come faceva ai vecchi tempi all’inizio di questa prima loro avventura americana. Esempio indescrivibile di modestia e di impegno, di amore per la propria famiglia e per il lavoro della propria stirpe, di attaccamento alle tradizioni e alle origini, di amore per l’Italia.

Onore e rispetto, amore e dedizione, patria e famiglia, casa e Italia, erano la stessa cosa per Renato e la sua dinastia. Visitare questa loro grande azienda era anche un ritrovare tra i grattacieli di Chicago una fetta importante di storia calabrese. Non a caso sarà ricordato come storico Presidente del “Columbiana Club of Chicago”, di “Calabresi in America Organization”, Presidente della Camera di Commercio Italo-Americana per il Midwest, e infine Presidente di “Casa Italia” e Chairman dell’azienda industriale Campagna-Turano Baking Co, e Chairman della American Bakers Association.

Molti erano messicani quelli che all’inizio lavoravano per i Turano, ma molti di più erano i calabresi, che dai Turano hanno ritrovato l’amore per un lavoro che in Italia non c’era e che in America che ha ridato ad ognuno di loro prestigio sociale sicurezza economica speranza di rinascita e soprattutto dignità e serenità familiare.

Il segreto dei Turano e del loro successo – si racconta all’Ambasciata d’Italia- è stata la capacità che i Turano hanno avuto tutti insieme di pensare e di lavorare al futuro esclusivo dell’azienda. 

Quando lo incontrai per la prima volta in Illinois, Renato Turano non faceva altro che ripetermi e senza mezzi termini: “Il nostro obiettivo è di diventare la prima industria del pane di Chicago. Tra poco sistemeremo i nostri nuovi macchinari, vogliamo dimostrare ai nostri più diretti concorrenti che i Turano sono davvero i migliori pastai dell’Illinois. Ma prima o poi conquisteremo anche altri Stati, vedrai”. 

Aveva ragione lui, aveva visto lontano. Oggi Renato lascia ai suoi eredi e alla storia d’Italia in America una dinastia che è una delle dinastie industriali più importanti di Chicago. Storia di post-emigrazione anche la loro, ma come tante altre, storia di riscatto sociale e di affermazione personale. In tutti questi anni in America, dopo il mio primo incontro con Renato Turano e la sua bellissima famiglia, ho avuto il privilegio di vedere con quale cordialità e quale rispetto istituzionale “Mister Turano” veniva accolto dal console generale d’Italia a Chicago, o dal sindaco della città, o dallo stesso cardinale. Dettagli, particolari, tasselli di un mosaico che a volte rischiano di non essere colti per intero, o peggio ancora sottovalutati, ma che fanno di una famiglia come questa un mito ed una leggenda insieme.

Dietro la storia della “Turano-S.p.A.” a Chicago si muove parallelamente la storia della grande comunità dei calabresi che vivono in Illinois. È una comunità che per anni è stata un insieme variegato di mestiere e professioni, operai, commercianti, artigiani, professionisti, piccoli industriali, e che Rano Turano, nella sua veste, per lunghi anni, di Consultore dei Calabresi nell’Illinois, rappresentava idealmente tutti. 

Per un momento, ricordo, in uno dei primi nostri incontri all’interno della sua industria, ho immaginato che quest’uomo avesse fatto in America i miliardi, parliamo naturalmente di milioni di dollari USA, e che forse aveva deciso ora di godersi la vita. Nulla di tutto questo. Ogni volta che sono tornato poi a Chicago a trovarlo lo ritrovavo dove lo aveva lasciato la volta precedente, in azienda, dalla mattina alla sera, un uomo capace di lavorare almeno quattordici ore al giorno di filato, e l’unica cosa che nella sua vita davvero sembrava non contare nulla era il dio-denaro. “Il denaro? Credimi- mi spiegava- serve molto poco. È utile solo per nuovi investimenti, per far crescere l’azienda, per migliore la qualità del prodotto, per garantire gli straordinari ai tuoi operai. Serve solo se lo usi in questa direzione, altrimenti non serve proprio a nulla”. Ma la sua vera grande “ossessione” era la Calabria e la sua casa di campagna a Fontanesi, su a Castrolibero, alle porte di Cosenza.

“La Calabria? È sempre nel mio cuore. Ma come potrebbe non esserlo? È la terra che ci ha generato. È la terra a cui sono legati i nostri ricordi più belli. È la terra di mio padre e dove mio padre sognava di tornare una volta per sempre. Oggi lui non è più con noi, è morto per un enfisema polmonare, ma al suo posto c’è sempre un fiore fresco, appena raccolto, che odora di emozioni e di ricordi calabresi. Prima di morire, mio padre mi prese per mano e mi disse “Rano non dimenticarti mai di salutami la mia terra”. Da quel giorno il mio rapporto con la Calabria è diventato ancora più vero ed ancora più intimo”-

La sua fama di “italiano eccellente” ad un certo punto è così plateale e così pubblica da portarlo in politica. Aveva provato in tutti i modi di evitare che lo candidassero ma i vertici dell’Ulivo, che era poi la vecchia DC di una volta trasformatasi nel nome e nel simbolo, riuscirono a convincerlo. Renato venne così candidato nella circoscrizione America Settentrionale e Centrale (che vuol dire Canada, Stati Uniti, Messico, America Centrale e i Caraibi) e il 21 aprile del 2006 viene eletto Senatore della Repubblica Italiana. Si trasferisce a Roma e continua a guidare le sorti dell’azienda per telefono, ma a Roma fa di tutto per adempiere in pieno anche ai suoi nuovi doveri istituzionali. Membro della 4ª Commissione permanente Difesa dal 29 maggio 2007 al 13 giugno 2007,in sostituzione del Vice ministro Franco DANIELI fino al 13 giugno 2007; Membro della 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro dal 6 giugno 2006 al 28 aprile 2008: Membro della 9ª Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare dal 13 giugno 2007 al 28 aprile 2008; Membro della Commissione parlamentare per l’infanzia dal 12 ottobre 2006 al 28 aprile 2008; Membro del Comitato per le questioni degli italiani all’estero dal 15 giugno 2007 al 28 aprile 2008. “Con lui – dice oggi l’ex Presidente della Camera Pierferdinando Casini- se ne va una persona perbene”. (pn)

Commosso, il ricordo di Giuseppe De Bartolo, già presidente della Facoltà di Economia dell’Università della Calabria: Mi piace ricordare che negli anni ’60, durante una mia breve ma intensa esperienza migratoria andavo proprio alla loro bakery, situata all’epoca a Berwyin, piccolo sobborgo di Chicago, a comprare l’ottimo pane di Turano, molto simile a quello calabrese. Oggi la Turano Bakery è una realtà imprenditoriale di grande successo nel Midwest. Renato Turano, com’è noto, aveva mantenuto stretti legami con la sua terra e a lui deve molto l’Università della Calabria».

«Infatti, attraverso le borse di studio elargite dalla Fondazione – ha proseguito – intitolata al padre Mariano, era riuscito insieme con i suoi fratelli a far realizzare a molti laureati della Facoltà di Economia, anche durante la mia presidenza, esperienze formative irripetibili presso realtà accademiche e imprenditoriali di Chicago. È stato un grande calabrese e sono sicuro che la sua terra lo ricorderà degnamente. Invio alla sua famiglia le più sentite condoglianze».

Franco Bartucci, nel suo ricordo, ha scritto come «la scomparsa del senatore Renato Turano segna il tempo  di venticinque anni di un meraviglioso rapporto instauratosi con l’Università della Calabria, ed in particolare con la Facoltà di Economia, tramite un braccio operativo individuato nell’Associazione “Mariano Turano”, da lui istituita con le funzioni di gestire delle borse di studio riservate a giovani laureati di economia dell’Ateneo di Arcavacata per far vivere loro una esperienza di conoscenza e lavoro nel mondo delle piccole imprese affiliate alla Camera di Commercio italiana di Chicago».

«Fino agli ultimi attimi della sua vita – scrive Bartucci – ha lavorato nel nutrire un grande amore per la sua famiglia e la sua terra di origine e per quanto ha seminato a livello culturale e sociale con l’accordo con l’Università della Calabria e i giovani arricchiti dell’esperienza delle borse di studio finalizzate a dare loro conoscenza in materia d’imprenditoria».

«Ha tenuto che la nipote Maria Turano – ha scritto ancora – in un momento di grande difficoltà a causa della pandemia, lasciasse la Calabria, per raggiungerlo e raccogliere le sue ultime volontà per le sue funzioni di presidente dell’Associazione Mariano Turano. A questo punto è giusto che la dirigenza dell’ Università, che in quest’anno sta vivendo il suo Cinquantesimo anniversario della sua nascita, in accordo con la stessa Associazione, concordi  una manifestazione di commemorazione anche ai fini di una continuità del progetto Turano che tanto ha prodotto in questi ultimi venticinque anni a favore dei giovani laureati in Economia dell’Università della Calabria». (rrm)