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Aeroporto dello Stretto

Aeroporto, Falcomatà: Uscire al più presto dalla gestione unica di Sacal

Finalmente qualcosa si muove, anche a livello di Comune e Città Metropolitana, per l’Aeroporto dello Stretto. In un post su Facebook il sindaco Giuseppe Falcomatà ha deciso di non stare più a guardare. «Per anni – ha scritto Falcomatà – abbiamo atteso la presentazione di questo Piano industriale avvolto nel mistero neanche fosse l’ingrediente segreto della Coca Cola, il Santo Graal o il terzo segreto di Fatima per poi sentirci dire che per il nostro Aeroporto non c’è nessun progetto di sviluppo, niente, nada, una beata per dirla alla Cetto Laqualunque».

«Non c’è nulla – ha aggiunto – se non “nel prossimo quinquennio”, cioè tra cinque anni, forse, avremo qualche novità.
Nel frattempo a tutti coloro che quotidianamente hanno necessità di spostarsi per motivi di lavoro, di salute, di studio o semplicemente per turismo diremo che purtroppo per adesso non è possibile “ma abbiamo ottime prospettive per il futuro”, come Pozzetto nel ragazzo di campagna».
«Da anni, ed ancor più negli ultimi mesi – ha aggiunto – abbiamo chiesto alla società di gestione e a chi la governa un’inversione di tendenza, ma al di là delle buone intenzioni, ad oggi nulla di concreto. Nessun progetto di rilancio, nessun volo in più anzi, la notizia è che mentre il numero dei voli aumenta di giorno in giorno a Lamezia, da marzo Alitalia toglierà anche l’unico volo per Milano in partenza dalla nostra città. La Città Metropolitana ha chiesto ufficialmente più volte di avere una quota di partecipazione societaria in Sacal senza ottenere mai una risposta chiara. La verità è che, evidentemente, non c’è alcuna intenzione di avere una presenza reggina dentro la Società di gestione».
«Continuano a prenderci in giro, a prendere in giro un’intera comunità – ha proseguito il primo cittadino –. Prima che qualcuno scriva “E tu che hai fatto?”, vi dico che il Comune e la Città Metropolitana di Reggio non hanno alcuna competenza sull’Aeroporto. Ma non possiamo (e non vogliamo) rimanere indifferenti, di fronte alla lenta agonia del nostro scalo. Non c’è altra soluzione, dunque, che uscire dalla gestione unica di Sacal e lavorare per una nuova società, legata al nostro territorio, per la gestione dell’Aeroporto dello Stretto, coinvolgendo anche Messina».
«Se la cosa è tecnicamente fattibile – ha concluso – servirà uno sforzo collettivo comune della politica, delle istituzioni, dell’imprenditoria sana, dei sindacati e della società tutta. Ognuno dia la propria disponibilità. E, poi, inizieremo a lavorare in questa direzione».
Altra dura presa di posizione viene dalla destra. Il consigliere comunale Massimo Ripepi chiede di staccarsi subito da Sacal e formare una nuova società di gestione dell’aeroporto con Messina. «Per cinque lunghi anni – ha detto Ripepi – abbiamo gridato  soli nel deserto, derisi da Falcomatà & company, sostenendo con tutte le nostre forze che Sacal avrebbe ucciso per sempre il nostro scalo per il semplice motivo che l’uno è concorrenziale all’altro. Poi, particolare non di poco conto, i soci che compongono la stessa Sacal sono tutti appartenenti al territorio di Catanzaro, Lamezia e Cosenza».

«Ed è e per questo – ha spiegato ancora – che mai, e poi mai, i nostri competitor di sempre potranno pensare al nostro di  territorio anzi ci terranno sempre al guinzaglio e saremo sempre lo zerbino dei loro piedi. Occorre, dunque, rompere subito con Sacal formando una nuova società dello stretto con la vicina Messina e con società private capaci e motivate a conquistare un assett strategico nel territorio dello Stretto».

«Nell’ultima conferenza stampa – ha proseguito – il presidente Sacal, Giulio De Metrio, ha messo l’accento su una questione chiave: ragionare in termini di sistema aeroportuale e non di singoli aeroporti. De Metrio ha parlato di un piano che sia soprattutto “culturale”, prima ancora che industriale, sostenendo la forte connessione fra infrastrutture aeroportuali e territorio. Nelle parole del Presidente si evidenzia il vero nodo della questione su Reggio: un cambiamento di rapporti fra il Tito Minniti e la Sacal stessa».

«Oggi – ha detto ancora – lo stesso sindaco tenta di sdoganare un serio ripensamento nei confronti della gestione Sacal pur essendo stato proprio lui a volerla e consapevole che ciò avrebbe tagliato fuori il territorio reggino con l’unico risultato di trasformare l’Aeroporto dello Stretto nello zerbino di Lamezia, cosa che è puntualmente accaduta. Con un ritardo di cinque anni, il primo cittadino fa lacrime di coccodrillo nonostante già all’epoca avevamo fatto sentire la nostra voce sulla scelta Sacal che, come è avvenuto, sarebbe stata mortifera per l’aeroporto di Reggio. Oggi, finalmente, il sindaco se ne rende conto ma, salvo correre ai ripari nell’immediato, il rischio è quello di staccare per sempre ossigeno ad una infrastruttura che è baricentro di un reale e redditizio sviluppo infrastrutturale nell’area dello Stretto».

«Quale soluzione allora? Staccarsi dalla Sacal e creare una società unica dello Stretto pubblico-privata a maggioranza privata – ha detto ancora Ripepi – che veda protagonisti attori del nostro territorio e non di quello lametino: Comuni e Città Metropolitane di Reggio Calabria e Messina, Caronte&Tourist, MSC, porto di Gioia Tauro ed  Autorità Portuale dello Stretto che operano realmente e non teoricamente sul territorio reggino e messinese. Questo è l’obiettivo primario, prima ancora di dare seguito ad inutili e obsoleti programmi di ristrutturazione».

«È l’unica interpretazione – ha evidenziato – che può invertire la rotta del Tito Minniti, ad esclusione di ogni altra strada, se non un impegno, da parte del Sindaco, affinché dia una spinta politica per sganciare Reggio Calabria dall’amministrazione Sacal. Come può, in effetti, una società predisporre un programma di sviluppo per Reggio, quando la componente societaria ricade interamente in un’altra area territoriale, che richiama gli interessi di Lamezia, Catanzaro e Cosenza? Forse non se ne rende conto De Metrio ma, con una contraddizione intrinseca ai suoi stessi annunci, ci porge la soluzione dell’annoso dilemma sull’aeroporto, che realmente deve rispecchiare il territorio qualora però tutti i partecipanti siano espressione di una singola area e quindi in grado di conoscere punti di forza e debolezze di quel territorio».

«Naturalmente – ha detto ancora – quello che sosteniamo non è un’accusa discriminante nei confronti dei reggini da parte di Sacal, ma una ovvia considerazione di “attenzioni” industriali e progettuali, per i quali ogni territorio, e di conseguenza quello lametino-catanzarese-cosentino, si preoccupa che tornino a proprio vantaggio. Quello che difatti sostiene De Metrio, con la concessione di farci avere qualche consiglio di amministrazione a rotazione, non è altro che un cumulo di chiacchiere atte a distogliere l’attenzione. Al Tito Minniti, non serve un contentino, ma serve uno strappo nei confronti della Sacal».

«Per quanto estrema  – ha spiegato – va fatta una scelta politica convinta onde evitare di chiudere i battenti dell’Aeroporto e mettere una pietra tombale sull’intera area dello Stretto, che oggi paga isolamento e mancati investimenti. Lo dicono tragicamente i dati del traffico, a prescindere dalla pandemia. È suonata l’ora anche per Reggio Calabria, rappresentata da  Falcomatà e dalla Città metropolitana che dovrebbero curare i nostri interessi senza togliere nulla a nessuno, di attivare immediatamente una politica di parte cominciando proprio dallo scioglimento dei rapporti con la Sacal, oltremodo mortificante per la città stessa».

«Il secondo passo da compiere, poi – ha proseguito – riguarda l’importantissimo emendamento Cannizzaro, il quale ci consente di avere in mano 25 milioni di Euro utilizzabili non per rimettere in sesto lavori di aggiustamento o risanamenti, ma per dare al Tito Minniti un progetto lungimirante che inglobi la nuova aerostazione a mare collocata dentro l’aeroporto. Lo studio di fattibilità è già in essere, ed è prodotto da imprenditori locali che conoscono nel dettaglio le esigenze del territorio e hanno bisogno che quest’ultimo si sviluppi secondo l’ottica reggina. Si tratta, quindi, di un’esigenza di strategia politica, che consentirà all’Aeroporto Minniti di continuare a vivere come zona economica speciale, operando il collegamento fra Reggio e Messina, con cui fare urgenti interlocuzioni, al fine di studiare un piano che sappia intercettare l’utenza verso le isole Eolie».

«Questo è l’unico modo – ha concluso – il più sano possibile, di curare il nostro territorio, con la partecipazione di attori privati pronti a mettere a disposizione anche le loro competenze». (rrc)