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Mater Domini Catanzaro

Al via l’iter per la nascita dell’azienda ospedaliera-universitaria “Renato Dulbecco”

Sarà intitolata al premio nobel per la Medicina, il catanzarese Renato Dulbecco, l’azienda Ospedaliera – Universitaria che nascerà grazie alla fusione, per integrazione, dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese -Ciaccio” con il Policlinico Universitario “Mater Domini” di Catanzaro.

Ciò sarà possibile grazie al Consiglio regionale della Calabria che, nella seduta del 14 dicembre, ha dato via libera all’iter per realizzare quello che il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso – proponente e relatore della proposta – ha definito «un polo sanitario-universitario d’eccellenza tra i più ragguardevoli del Mezzogiorno».

«A questo importante esito legislativo – si legge in una nota – si è giunti a seguito della convergenza politico-istituzionale tra il presidente della Giunta Roberto Occhiuto (commissario per la sanità), il presidente Mancuso e il rettore dell’Università “Magna Graecia” Giovambattista De Sarro. Nella relazione al provvedimento legislativo si specifica che “l’attuazione della fusione è affidata al protocollo di intesa che va sottoscritto, entro un anno dall’entrata in vigore della legge, tra il Commissario per la sanità calabrese e il Rettore dell’Università di Catanzaro».

«Protocollo che – ha spiegato Mancuso – dovrà tenere conto, in particolare nella fase di avvio delle attività, delle vocazioni assistenziali, di emergenza urgenza dell’Azienda Pugliese Ciaccio e di elezione, urgenza, didattica e ricerca della Mater Domini».

«Sulla sanità, a partire dall’approvazione dell’‘Azienda-Zero’ – ha proseguito – proposta dal presidente Occhiuto e finalizzata a razionalizzare il sistema sanitario e a garantirne la governance, abbiamo messo due punti legislativi fermi, per assicurare il diritto alla salute e nella prospettiva di un Consiglio regionale che avverte la responsabilità di dare, ai problemi di più stringente attualità come la sanità, le risposte che i calabresi attendono da troppo tempo».

Grande soddisfazione è stata espressa dal Rettore De Sarro, che ha evidenziato come «questa nuova Azienda, che porterà il nome del Premio Nobel Renato Dulbecco, potrà diventare così una importante realtà non solo nel panorama regionale, ma anche in quello nazionale».

«Le diverse vocazioni delle funzioni ospedaliere ed universitarie – ha proseguito – che troveranno sintesi grazie all’unificazione, saranno, ai sensi della legge, rispettate ed ulteriormente potenziate e l’integrazione delle competenze espresse consentirà un miglioramento sia della formazione di tutti i professionisti della sanità che della ricerca, di cui l’Università di Catanzaro è responsabile, ma soprattutto un miglioramento dell’assistenza al servizio della popolazione del capoluogo di regione, dell’intero territorio regionale, e non solo».

«Per questo – ha concluso – l’auspicio ora è che sia finalmente definito il Protocollo di intesa tra Regione ed Università che è scaduto da oltre un decennio».

Per il consigliere regionale di Fratelli d’ItaliaAntonio Montuoro, l’avvio dell’iter «riporta al centro del dibattito una questione tanto importante quanto delicata come lo sviluppo di Catanzaro e per la sua vocazione di città della salute e della ricerca scientifica».

«Da quasi 20 – ha spiegato – si parla di un’unica azienda ospedaliero-universitaria che abbia l’obiettivo di migliorare l’offerta sanitaria in termini di volumi, appropriatezza e qualità e migliorare considerevolmente la ricettività alberghiera e realizzare un centro di eccellenza per le malattie oncologiche presso il plesso Ciaccio dell’Azienda ospedaliera, di primaria importanza, con lo scopo, tra l’altro, di contrastare la mobilità passiva regionale».

«Il presidente Mancuso – ha proseguito – ha rimesso al centro dell’attenzione della politica calabrese la proposta della unificazione delle aziende del capoluogo, unificazione richiesta – scrive nella relazione illustrativa al testo – dalla esigenza di «razionalizzazione e miglioramento dell’offerta assistenziale nel territorio regionale».

«L’integrazione tra le due aziende ospedaliere del Capoluogo consentirà, infatti – ha detto ancora – di ottenere risparmi e razionalizzare assistenza, organizzazione e logistica, ricerca e didattica sbloccando anche le risorse necessaria all’edilizia sanitaria. Con l’integrazione l’area centrale della nostra regione avrà la più grande struttura sanitaria non solo della Calabria, ma dell’intero Mezzogiorno: ci saranno altri posti letto a disposizione, finirà l’incubo del Pronto soccorso inaccessibile».

«C’è un altro aspetto da sottolineare – ha detto ancora – più volte richiamato in occasione dei dibattiti aperti sul rischio di depotenziamento del polo universitario catanzarese a vantaggio di altre città universitarie: l’integrazione sosterrà le Scuole di specializzazione della Facoltà di Medicina dell’Università Magna Graecia, rafforzando l’Ateneo. Quello che auspichiamo, infine, è che – con il massimo coinvolgimento del Consiglio regionale – si seguano tutti i passaggi burocratici e amministrativi necessari per evitare un ulteriore blocco o bocciatura della legge che andremo ad approvare. Per non perdere ulteriore tempo».

«E che l’integrazione avvenga nel pieno rispetto del patrimonio professionale di entrambe le aziende –  ha concluso Montuoro – salvaguardando anche le storie e le aspettative degli operatori che ci lavorano con grande impegno e sacrificio e che hanno fatto crescere la qualità della sanità calabrese salvaguardando il diritto alla cura, nonostante le criticità logistiche e strutturali che hanno determinato un commissariamento lungo dieci anni, e finalmente concluso, grazie al nostro presidente Roberto Occhiuto».

La notizia è stata accolta positivamente da Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta CatanzaroCrotoneVibo Valentia, che l’ha definita «buona nell’essenza, anche se contestabile nel metodo con cui si è arrivati alla definizione di questa pratica fondamentale, senza alcun coinvolgimento dei tanti soggetti istituzionali che si muovono attorno a queste realtà. Ma da tempo la Cgil considera questo passo come necessario e improcrastinabile».

«Ad oltre venti anni dall’istituzione dell’Università Magna Graecia di Catanzaro – ha spiegato – è il momento chiedersi seriamente cosa rappresenta questa Istituzione così prestigiosa per il Capoluogo di regione in particolare e per tutta la regione in generale dallo sviluppo e dall’integrazione con il territorio, prima di tutto, potranno nascere ricadute economiche e sociali importanti nella direzione della crescita culturale di tutta la Calabria».

«È il momento, quindi – ha proseguito – di andare oltre gli orizzonti del quartiere Germaneto e le posizioni delle figure che ruotano attorno al rettorato. Fatta la legge per l’integrazione, ora va riempita di contenuti che vadano oltre l’unificazione di reparti, personale e primariati. Bisogna ragionare anche del futuro dell’Università e nello specifico della Facoltà di Medicina: se l’attuazione dell’integrazione non sarà reale ed effettiva, per carenze burocratiche e amministrative che ne potrebbero inficiare la legittimità, sarebbe messo a repentaglio l’accreditamento delle Scuole di specializzazione medica, indebolendo di fatto l’Università Magna Graecia».

«Nel processo di attuazione – ha concluso – devono essere coinvolti tutti gli attori sociali e istituzionali affinché si possa favorire e affermare la centralità del sistema universitario, un sistema che deve essere il più integrato possibile. Noi faremo la nostra parte assieme alle categorie di riferimento per dare un contributo fattivo alla soluzione di problemi che potrebbero eventualmente emergere, per evitare di vedere ancora una volta bocciata la legge dalla Corte Costituzionale».

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che ha evidenziato come «da catanzarese, non posso non sottolineare il grande segnale di attenzione nei confronti della città con la legge che il Consiglio regionale ha varato per raggiungere – finalmente – il traguardo dell’integrazione fra l’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e quella ospedaliero-universitaria “Mater Domini”».

«Non avevo dubbi – ha aggiunto – che il presidente di Palazzo Campanella, Filippo Mancuso, si sarebbe mosso in tal senso. La fusione tramite incorporazione fra i due presidi sanitari del capoluogo calabrese era un passaggio fondamentale che supera gli aspetti che avevano indotto il governo nazionale a impugnare la legge precedente. Ma sono soddisfatto anche perché con questa legge vengono fissati tempi certi – un anno – per la firma del protocollo d’intesa fra il commissario alla Sanità e l’Università Magna Graecia, che sancirà a tutti gli effetti l’attuazione della fusione e, di conseguenza, la nascita dell’azienda unica. In questo modo verrà razionalizzato il comparto sanitario di Catanzaro, saranno abbattuti gli sprechi ed eliminati i doppioni, si creerà una struttura più efficace e funzionale alla gestione del sistema-salute, si valorizzeranno al meglio le professionalità degli ospedali e dell’università».

«Soprattutto – ha proseguito – saranno blindate la Facoltà di Medicina del nostro Ateneo, l’unica della Calabria, e le sue Scuole di specializzazione medica. Al governatore Occhiuto, al presidente del Consiglio Mancuso, ai consiglieri regionali che hanno approvato la legge va un sincero ringraziamento a nome di tutta la città e un invito a vigilare perché questo sogno dell’azienda unica diventi realtà una volta per tutte». (rrc)